I 42 MARCO CORNARO 1800 in modo che quella in anni XXII ha aterrado passa 1800 verso Lio Mazor x, e vegnerà scorando verso Venesia ; et da una banda et da laltra ha levado tanto i terreni chel se poderia semenar del formento. Item el fiume del Medolo, el fiume de la Piavesela, la Fossa Nuova, i qual tuti descende da la Piave e scorre verso el Porto de Lio Mazor inseme cum el Sileto, che è una parte del Sii, scorre al dicto porto 2. Item el Sii, che scorre a presso Sancto Andrian, el Sionzello 3 e Raganello, Dexe e Poviam ; questi fiumi scoreno al Porto di Tre Porti 4. Item el Marcinego cum li Musoni, el Botenigo e la Brenta, che mete a Sancto Anzolo da la Concordia ; questi descendeno al Porto de San Nicolò 5. Item la Brenta, che descende a San Marco de Lama, Canal Mazor e Siocho ; questi descende verso el Porto de Malamocho fi. 1 Nella Scrittura I il Nostro dice di aver fatto eseguire questo scavo il io marzo 1442 ; ma abbiamo osservato che molto probabilmente ciò avvenne al principio dell’ anno successivo (Scritt. I, p. 33). Comunque, tanto nell’ un caso quanto nell’ altro, gli « anni XXII » ci portano a questo, eh’ egli alla vigilia della sua partenza (10 Genn. 1465) stava ancora lavorando intorno alla presente Scrittura. 2 Con questi tre corsi d’ acqua, Meolo, Piavicella e Fossa nuova (per i due ultimi, ved. Scritt. I, p. 42) il Cornaro vuole indicare tutto quel fascio di fiumi e canali, che scorrevano fra il Sile e la Piave. Il Sileto, di cui si parla qui, sboccava anche ai tempi del Sabadino con i tre fiumi soprannominati, verso il porto di Lio Mazor, oggi sbocca nella Palude maggiore. 3 « Sancto Andrian » (S. Adriano) nella carta del Sabadino è rappresentato come un isolotto oblungo avente una chiesa, alla foce del Sile, fra il Sioncello e il Sileto (a tale foce oggi corrisponde quella del Silone, antico Siglone) in prossimità di Torcello. Ora è una piccola isola, un frammento certamente di quella di Costanziaco, della quale la chiesa e il monastero di S. Adriano erano fra i più bei monumenti. Il monastero veniva fondato intorno alla metà del sec. XII da Anna Michiel, figlia del doge Vitale, la quale vi chiudeva i giorni suoi santamente; ma ben presto, in forza delle cattive condizioni idrografiche comuni a tutta la costa lagunare, esso decadde. I miasmi ne resero la dimora tanto insopportabile che la S. Sede concesse alle monache di dimorare, durante 1’ estate, a Murano in case private, fino a che Eugenio IV non diede loro una nuova stabile sede nel convento di S. Angelo in Torcello, il che avvenne intorno al 1439. Nel 1665 l’isola di S. Ariano fu destinata dalla Repubblica a raccogliere le ossa dei riboccanti cimiteri di Venezia (Flam. Corner, Eccl, Torcell. par. tertia PP- 345'348 I Molmenti e Mantovani, Le isole della Laguna veneta, Venezia, Visentini, 1895, p. 589 e seg.). 4 II Povian è il Zero, antico Iairus, che si chiamava così da Poveìan in giù, fino alla confluenza col Dese (ved. la carta del Sabadino). Il Zero è nominato in un antico diploma di Federico del 1177. In esso parlasi di un fossato « quo statuitus est terminns tempore Caroli inter Veneticos, et Langobardos, unum caput exiens in fluvio Tarso disenrrente Iario usque Altinum » (Rerum. Ital. Script, to. XII, p. 500). 11 Raganello non si vede nella carta del Sabadino nè in alcun’ altra ; ma le Pallate di Raganello, Dese e Marghera si trovano nominate negli Statuti trevisani sicome quelle, « delle quali si accordava una chiave agl’imprenditori delle Mude » (Barcklla, op. cit. p. 52). E nel Libro delle Regole del Territorio di Treviso si legge che trovavasi nella « Regula de Altin della Pieve de Puviian ». Ecco la descrizione del sito : « Una via publica appellada la via di Cogoledo, .. va per la villa de Altin et finisce al palude de Puvian. Et in quella vìa è un Ponte de legno de gradini per quelli da pie sopra 1’ aqua de Raganelo, et questa via et il ponte deve esser tenuto in conzo per lo commun d’Altin » (Bibl. Com. di Treviso, ms. 1186, c. 30). 6 II Cornaro dice che Tacque del Marzenego o fiume di Mestre discendevano nella Brenta a Fusina insieme col Musone. Ed è vero. Chiuso nel 1462 lo sbocco di S. Giuliano a Marghera, le acque del fiume Mestre entravano in laguna, parte per l’antica via di Campalto, parte per il Bottenigo, come dirà anche dopo, e parte per la via di Fusina e precisamente per Rio Vial allacciante il Bottenigo con il Canal di Marghera (Ved. Pa. II, p. 106 e 108 ne). Il Nostro parla di Musoni anziché di Musone. Secondo me, il plurale non ha forse altro valore che di indicare tutte le acque che nel Musone si riversavano ; altrove egli adopera i « Comuni » per il « Comun » (Scritt. II, pag. 119) : tuttavia egli potrebbe anche alludere al Musone e al Musone], della cui esistenza v’è traccia nelle carte del Cinquecento pubblicate. Quanto alla bocca di S. Angelo della Concordia era una bocca della Brenta, fra Volpego e Fusina, non ancora chiusa, perchè i lavori di diversione non erano del tutto compiuti. Dal canal di S. Angelo si passava in quello di Fusina e per ciò al porto di S. Nicolò. 6 Tutte le bocche non ancora chiuse, per la stessa ragione ora esposta.