SCRITTURA II 145 Et questo ha facto el Botenigo *. La Doana de mare 2 ha facto el simile in modo che, cum le aque basse, non reman se non cerca passa 16 de Canal de fondi de pie 5 in 6, dove el soleva haver più de pie XX.VIs, e largo da dieta Doana4 fina in Terra Nova 5. Done sia advegnudo questo è che per el passato in questa Cita era molto più obedentia de quello è al presente 6. I Scuri da San Greguol7 tuti era a mesura cum le fondamente de Sancta Agnese* e scontravasse a mesura cum le fondamente de i Salarii over magazeni del Sai3, cum le rive de la Doana da mar; da uno pezo in qua, quelli da i Scurii de San Greguol sono vegnuti aterrando et alongando i suoi Scuri sora el Canal in modo che el Canal, 1 È evidente che il Cornaro comprende nel nome del Bottenigo tutte le acque fluenti dalla parte di esso. 2 Dogana. « In Venezia sino all’ anno 1414 tutte le merci si scaricavano, e si ponevano a bilancia presso S. Biagio di Castello. Ma poiché, per la grande affluenza di esse, il luogo divenne angusto, si edificarono due dogane, 1’ una pei generi provenienti dalla terraferma, a Rialto, e I’ altra, pei generi provenienti dal mare, sopra un lembo di terreno che si aveva formaro con una velma, o palude fino dal 1313, ovvero 1316, e che chiamavasi Punta del Sale pei magazzini di sale colà eretti, nonché Punta della Trinità perchè prossimo alla chiesa e monastero della Trinità (dei Templari), chiesa e monastero distrutti quando nel 1631 si innalzò la chiesa di S. Maria della Salute. La Dogana da mar che era fornita d’ una torre, visibile nella pianta di Venezia attribuita ad Alberto Durerò, si riattò nel 1525. Ebbe poi una rifabbrica, nel 1675 sul disegno dell’ architetto Benoni (Tassini, op. cit., p. 231). 3 Secondo una cronaca Svajer le misure del Canal Grande nel 1423 sarebbero state le seguenti : « 1423.,.. Il Canal grande è lungo passi 1300, e nel più largo 40 » (Gallicioli, op. cit., lib. I, n. 306). 4 Qui il testo dell’ Archivio ha « e largada detta doana », che certo non è migliore. 8 Sopra l’area dei Giardinetti reali sembra che ci fosse anche un serraglio di fiere ; vi erano certo « squeri o cantieri, ove si costruivano galere per particolari, ma nel 1340 ciò venne proibito e, distrutti i cantieri, si fecero sorgere in quella vece i pubblici granai detti di S. Marco, facendosi innanzi ad essi una piazza, la quale dice il Magno, per esser fatta de novo, fo detta terra nova (Ckcchetti, La «ita dei Veneziani ecc. in Arch. Ven. to. XXVII, pa. I, p. 7 e seg. ; Tassini, op. cit.,p. 478). * Più innanzi riprenderà di nuovo il suo sfogo contro il poco rispetto alle leggi (v. Pa. VII). 7 Qui la parola « scuri » vale certo « squeri ». Questi squeri o cantieri di S. Gregorio, come si vedrà più innanzi, si estendevano invadendo il Canal Grande fra S. Agnese e i magazzini del Sai, nonostante che l’Arsenale fosse stato ampliato nel 1304 (la Tana o Casa del Canape) e nel 1325 (arsenale nuovo) e che nel 1337 prima (Treyisan, op. cit., p. 73) e nel 1433 poi (ved. Pa. VII) si fosse ordinato di togliere tutti gli squeri da S. Marco a S. Croce, perchè pregiudicavano il corso del Canal Grande. 8 Sant’ Agnese aveva le due fondamente sul Canal Grande principiando dall’ attuale Accademia verso S. Gregorio, e queste non dovevano essere occupate dai palazzi, che oggi si vedono, almeno non da tutti. 9 II Tassini dopo aver detto che « Sopra la fondamenta del Bacala o Cabalà a S. Gregorio trovavansi i magazzini del Sale », non aggiunge altro che : « secondo il Sanudo nei Diarii vennero rìstaurati per decreto 20 ott. 1531, stando allora per rovinare il colmo » (Tassini, op. cit., p. 50). Sembra che prima di un tal tempo, essi venissero ampliati, almeno ci fu l’intenzione. In un doc. del 1463 si legge che la Signoria decideva di prendere a livello dai frati dell’ Ordine teutonico, ai quali apparteneva la chiesa della Trinità, un pezzo di terreno vuoto, nel quale si solevano costruire navi e navigli per impedire a Benedetto Polo, di fabbricare una fornace, la quale sarebbe stata pericolosissima alla Dogana, alle spezierie e alle altre merci, che vi si depositavano ; e per inalzarvi in vece « magazena prò sale tenendo » ed altri magazzini per la sopraddetta dogana, la quale ne aveva bisogno. « a. 1463 ultimo marzo. Est prope magazena nostra confi-nantia cum magazenis dohanne maris quidam locus sive terrenum vacuum in quo consuetum est construi naves et navigia quod terrenum est Ecclesie Trinitatis. Et frates illius ordinis nuperrime illud ad livellum' con-cesserunt prudenti civi nostro Benedicto Pollo super quo deliberavit facere unam fornacem que maxime pe-riculosa esset diete Dohane et speciebus et aliis mer-cationibus que in ea dohanna deponuntur respectu ignis ipsius ». Perciò si ordinava ai Provveditori del Sale di prendere a livello un tale terreno per lo stesso prezzo e di costruire sopra di esso « magazena prò sale tenendo » ed altri magazzini doganali « quia dohana maris non habet uf omnibus notum est magazena ad suflicientiam prò mercationibus et rebus venientibus cum galeis et navibus nostris et neccesse est providere » (Arch. Sta. Ven., Sen. Terra, reg. 5, c. 33).