SCRITTURA I. 47 sora tuto have apiacet;e haver intesso de la cava da Lio M mr, la qual io n rr-v ' per el qual fo dito tante cose copiosamente per mi musi rade in che ia Scg -, Colegio molto mi comendò. La qual volse che io in tuto e per tuto havesse lo affano de far fare la cava da Lio Mazor arecordada per mi, la cava de la Piavexella che da aqua al Medolo, el fiume del Medolo e la fossa del Valio cum la Fossa nova \ non obstante chio arecordava etiam altre cose necessarie. Ma per la guera 3 et spesa havea . Trivisani a quella non parse de voler seguir più oltra. Et a io Marco me de’ lo aliano * de far fare diete cose, le qual mi recusai de non voler haver questi impazi, ma el prin-cipo nostro me astrense per modo che non sapi dir de no, perchè el dicto me dise : nui volemo che tu vadi a nostre spese et si volemo che tu habi ducati XV al mese nete. Et così io acceptai de seguir i suoi comandamenti3. 1 Ecco dunque il programma dei lavori di scavo affidati dalla Signoria al Cornaro : I Lo scavo del canale di Lio Mazor, II la « Piavexella, che da acqua al Meolo », III il Meolo, IV il Vallio, V la Fossa nuova, non curto la Piavicella perchè nominata, ma quella ricordata da lui presso la Fossa vecchia, il Meolo e la Papaluseria. * Il 17 agosto era stata stipulata la pace di Cremona, che aveva chiuso un lungo periodo di guerre col Visconti e 1’ orizzonte politico non era perfettamente sereno. 3 Come si vede, mentre con la missione del 1441 s’ era fatto piuttosto un passo indietro, tornando alle fiscalità sperimentate dannose, con questa del 1442, di cui il Cornaro fu la mente direttrice, si faceva un passo innanzi, suggerendosi una sistemazione di quella intricata rete di canali, per la quale la legna veniva trasportata a Venezia. Il Cornaro andava diritto alle causej per eliminare gli effetti. Ma, come vedemmo nelle note volta per volta, non tutto nè subito veniva eseguito, non solo quanto il Cornaro suggeriva, ma nemmeno quanto la Signoria aveva accettato, come necessario ed urgente. Infatti il 23 dicembre 1442 il Meolo e il Vallio sono ancora in uno stato di impraticabilità, si deplora che nessun provvedimento sia stato preso per scavare quei due fiumi che sboccando nel Sile conducono in laguna, perchè per tali vie può trasportarsi gran quantità di legna specie nel tempo invernale, in cui non è possibile farlo da altri luoghi, e si impone al Podestà e capitano di Treviso che sotto pena di 500 ducati subito o quanto prima il tempo lo consenta, li renda praticabili. E allo scavo del canal di Caligo solo nel maggio del 1443 s> pone mano : Conegliano, Seravalle, Oderzo Portobuffolè, Motta e la Riviera del Piave non hanno risposto con prontezza al dover loro fatto di mandar gli operai occorrenti. Perchè esso sia presto eseguito le sopraddette comunità vengono dispensate dal contribuire alla deviazione della Piave*(Brentella di Pe-derobba) e si prepone all’impresa un nobile, esperto ed energico, il nosto Cornaro. Nel Giugno del 1447 la legna si tornava a vendere sulle rive dei nostri canali a prezzi elevati. Tutti an-. davano ripetendo che se non si provvedeva a tempo ci sarebbe statajun’ altra grande carestia. Rinnovata l’indagine delle cause, riemergeva il vecchio in conveniente dell’ impraticabilità dei fiumi. Per fornir di legna Venezia non vi erano, come ben aveva fatto notare il Cornaro nella stia memoria, luoghi più adatti di quelli intorno al PiaVon ; ma la Lia, il Lanisegio ed una parte del Monticano non potevano più scaricarsi in esso, perchè i folti boschi e le canne, ingombrandone il letto, avevano fatto loro prender altra via. Gli abitanti delle finitime ville, cui, per mancanza di denari, era stato lasciato il carico della mondatura, non vedendo in ciò utilità per se, non ne avevano fatto nulla; era dunque necessario che la Repubblica vi provvedesse direttamente e perchè nessuno meglio avrebbe potuto attendervi, vi era mandato (8 sett.) il nostro Marco Cornaro che conosceva i luoghi e aveva dato ottima prova nella direzione di così fatti scavi. Altra pausa di tre anni ed altri provvedimenti consimili nel 1450, col rinvio del nostro Cornaro. E se si seguita a leggere iL Sen. Terra si seguita a trovar gli stessi inconvenienti, ma di ciò, come dissi, me ne occuperò altrove. In verità questo ripullulare di un gravissimo sconcio, questo succedersi di decreti non depongono molto in favore della nostra Repubblica. Purtroppo anche qui, come vedremo nell’ affare della diversione della Brenta, c’ era qualche cosa contro cui andava ad infrangersi là volontà dello Stato, gl’ immensi bisogni delle guerre continue e l’interesse dei privati