118 MARCO CORNARO Essendo io camerlengo de Padoa del 1449 e podestà miser Nicolò Contarmi, ca-pitanio miser Zacharia Bembo ’, miser Checo da Lion fece far un pozo in la sua casa che responde cum la casa da le bolete de Padoa e facendo el cavamento del dicto pozo et essendo andato soto pie XV fo trovata una barcha sotto terra, la qual io vidi insieme cum miser lo capitanio e molti altri2. Hor, vista la dieta barcha, io andai da miser Fantin Dandolo, era veschovo di Padoa 3, et a quello io dissi, corno io voleva dir un miracolo haveva visto, e per ordine narrai de la barcha trovada facendo el pozo. Quello cominzò a ridere, crete chio li volesse dir mazor cosa, e disseme come Padoa fo hedificata a marina; e chel ponte, che se chiama di Gradici, se chiamava el ponte di Greci, in nel qual luogo Greci ligava le so nave et galie e chel nome era coroto 4 ; e chel ponte Piochiosso se chiamava ponte Ponderoso, dóve se pesava le mercadantie e chel era coroto el vocabulo ; e che a lui non pareva gran cosa de la barcha trovada 5. E che non dubitasse per niente che dei massimi di m. 1.20 ed anche di m. 1.79 come nel 1882, e sono superate nel Mediterraneo soltanto sulla costa della Sirte minore. Esse infatti contengono in embrione quelle altre verità, che a poco a poco si rivelarono chiaramente (oltre ai fiumi anche mare e vento si dimostrarono dei fattori di capitale importanza) onde la chiusura o la restrizione dei porti e la costruzione delle dighe (Fischer, op, cit., p. 89; Cam. Vacani, op. cit., pp. 40. 44, 47, 48). Quanto poi alla Va « gran laguna fa gran porto » notisi che tutti, e anche di recente il Molmenti, attribuirono al Sabbadino la paternità di questo celebre aforisma, che è ancora il fondamento dell’ idraulica lagunare (Pompeo Molmenti, Prefazione alla Vita So-bria di Luigi Cornaro, Treves, Milano, 1905, p. XXXVII). 1 Vedi Vita ; Arch. Sta. Ven., Segr. alle Voci, reg. 4, c. 57* (66‘) e Gloria, Il territorio padovano, pa. I, p. 375 e seg. 2 Quanto al ritrovamento della barca ved. indietro la nota sull’ antica posizione della città di Padova. 8 Fantino Dandolo nacque nel 1393. Studiò a Bologna e a Padova il giure e la teologia, nelle quali scienze si addottorò in Padova e sempre più si perfezionò viaggiando. Lesse per qualche tempo diritto civile nello Studio. Dalla sua patria Venezia gli furono conferiti molti uffici. Fu podestà a Padova, a 25 anni (1418-19) ; a 26, avogadore di Comun ; a 37, podestà di Brescia (fu lui il primo dei podestà bresciani, 1427) ; e gli vennero affidate anche parecchie ambascerie. Ma poi, seguendo la sua vera vocazione, abbandonò gli studi civili per quegli ecclesiastici. Divenuto sacerdote, il Papa Eugenio IV si valse di lui nel governo di Bologna, gli concesse la commenda di S. Stefano di Carrara e lo creò arcivescovo di Candia. Da codesta sede poi, nel gennaio del 1448, passava all’episcopato di Padova, ove moriva nel 1459. (Agostini, Scritt. venez., voi. I, p. 1 e seg. ; Cicogna, Iscrizioni, voi. II, p. 9 e seg. ; Gloria, Monnm., voi. II, § 469 ; Novati et Lafaye, Le ms. n. C. de Lyon in Mélanges d’ arch. et d hist., voi. XI, p. 382 ; Sega-rizzi, Baratella e suoi corrisp., Venezia, Mise, di Storia ven. della R. D. St. P., serie III. voi. X, p. 98). Quando il Cornaro scriveva, egli era già morto, per cui abbiamo un’ altra prova che questa Scrittura fu stesa dopo il 1459. 4 A proposito del ponte dei Gradici o Greci, scrive M. Sanudo : « Intradi ne la fossa (Stra-Padova) è mia 6 fino a la cita de Padoa ;... è via recta assai larga, passato uno ponte alquanto pericoloso di Noventa, poi quello nuncupato di Graizi, overo è corrupto il vero vocabullo perchè Greci ivi vegniva, vel pur per esser di Graizi (graticci) licet mostra alcuna vestigia di marmo ; dismontai a la porta di Porzia » Sanudo, Ititi., p. 22). Già ai tempi del Sanudo dunque, che sono poi quelli del Cornaro, sebbene questo ponte sul Piovego, pochi passi lontano dalla città, mostrasse antiche vestigia marmoree, c’ era chi ne derivava il nome dai graticci o fascine di cui era fatto. Il Gloria nel Territorio padovano (pa. I, p. 159) mostra di conoscere solo quest’ultima etimologia; eppure io credo che il lavoro in graticci sia stato un lavoro di ripiego, temporaneo (più volte esso ponte cadde e fu rifatto, nel 1282 e dopo il 1509 per testini, del Gl. stesso) e che il ponte fosse antico, tanto più che nei suoi studi posteriori (Cod. Dipi, parte I, p. 411) egli pensa, com’ è verosimilissimo, che il Piovego sia stato suggerito ai Padovani dalla sopravvivenza di un antico alveo disseccato della Brenta. Stando così le cose, 1’ una e 1’ altra etimologia si completano. S’intende che i Greci non ¡starebbero che a comprovare 1’ antichità dei rapporti commerciali col mare. 5 II ponte Peochioso o Piogloso e anche Ponderoso trovavasi presso all’ Ospedale civile, sopra un ramo del Bacchiglione, che venne posto in comunicazione con la Brenta dopo 1’ apertura del Piovego nel 1209, ma che in tempi più remoti dovett’ esserlo ancora, quando appunto la Brenta passava per Padova. Nel sopraddetto ramo stazionavano le barche con