124 MARCO CORNARO strumenti de valle fo de uno miser Albertin iVtorexim 1 ; etiam, pur per dicto libro, se può veder per uno testamento de miser Justinian Participatio che fo doxe de Venesia, et terzo doxe 2. Le qual cose adurò qui sotto ; et chi quelle vorà vedere quelli vada al libro dicto e in le carte 167 3; dirò etiam vada a Sancto Antonio dove è sepulto miser Vector Pisani4. Per le qual cose intendo provar come la Brenta andava a Brondolo per la via dieta. Prima io trovo, per la legenda de sancto Anzolo de Brondolo, come lui apparse a quelli da Chioza et come quello voleva haver una chiesia in suo nome, ne la qua legenda se fa mention come dieta chiesia fo hedificada a preso porto Brentolo, come la Brenta esce de lì in mar s. Item per li versi de la dieta sepultura de miser Vector Pisani, qualli cusì comenzano, Inclitus hic Victor pisane stirpis allumnus Jannorum hostile?n venetum caput equore classem Tyreno stravit hunc patria mollumi dico ego quidem Zan Venefico habitator in Ravena. quod plus est de quinquaginta annis quod ego per me ipso recordor. quod illud busco quod est super Brenta de latere de contra Calcinariam medium Civitate. si est Arzele Gastaldo per me ipsum scio, et per ore de avio meo et de patre meo. et per ore de aliis nostris veteranis parentibus que cum mihi mon-stravit, et dixit michi quod illud busco per medium Civitate si erat Arzele Gastaldo, et similiter vero dico in verum testimonium, quod vidi una fossa mille vices de latere de predicto Arzele Gastaldo. et est de capite de ipsa per medio uno salice quod est de alia parte de Brenta inter Civitate. et discurrit ipsa fossa usque in Concas. Et dico in veruni testimonium. si(c) Deus me adiuvet. quod inter ipsa fossa est ilio termine quod est deffinitio inter Clugienses et predicto Arzele Gastaldo. et da ipsa fossa usque ad mare vidi cum occuli mei Clugienses retinere et dominari et ca-pulare sine ullam contrarietatem inde illis nullum hominem contradicentem. Et si aliquo hominem de Calcinariam aut de Castello de Brenta da ipso fossato in contra mare capulare inventi fuissent. quod homines de Clugia pignoraverant. nullum sibi contradicentem. Ita totum quod supradictum est scio, et per me vidi, et per ore de meìs veteranis parentibus semper audivi. Et in veruni testimonium dico et testifico ». Seguono le testimonianze. (Arch. Sta. Ven., Pactorum, Lib. I, c. i66‘; Bibliot. Marciana, Codice Trevisaneo, c. 218. Fu pubblicato dal Gloria, Codice Diplotn. dall' anno 1101 atta pace di Costanza Parte I, p. 423 e seg. e dal Bkllemo, op. cit., p. 297. L’uno e l’altro ne fanno seguire un secondo dello stesso anno che si trova nel libro 1° dei Patti a c. 112* e nel Codice Trevisaneo, a c. 218, ma noi I’ ommettiamo perchè nulla contiene di nuovo). 1 Nel libro dei Patti ve ne sono parecchi strumenti dei Morosini, ma è certo che qui il Nostro intende parlare di quello del 1306, in cui Michele Mo- claudit : at ille rosini vende delle possessioni ereditate in quel di Chioggia da suo padre, ciò dal fu Albertino. Infatti in esso vi è nominata la Brenta, negli altri no. Poiché in esso pure non v’ è nulla di più interessante che nel precedente, non lo pubblichiamo. Trovasi in Arch. Sta. Ven., Pad. Lib. I c. 83*; in Bib. Marc., Lat. Classe x 181, Codex dipi, venetus, c. 302 e fu pubblicato da Flam. Corner, op, cit. to. I p. 325 e Bellemo, op. cit., p. 3:3. 2 Vedasi innanzi. 8 Anche qui il nostro ms. ha ommesso il numero della carta e quello dell’Archivio ha c. 7 ; ma è evidente che anche qui devesi leggere c. 167. 4 S. Antonio non esiste più ; sull’ area sua e d’altre chiese sorgono, per opera della dominazione napoleonica i Giardini pubblici. La statua dell’ antico monumento si conserva nel museo dell’ Arsenale, le ceneri nell’oratorio dei conti Giusti, eredi dei Pisani, a Montagnana. Statua e ceneri saranno presto composti, secondo il voto, che nel 1896 il Lazzarini innalzava e che il Comune veneziano faceva poi suo ^Laz-zarini, La morte e il monumento di Vettor Pisani in N. Arch. Ven., to. XI, par. II, pp. 400 e seg. )in SS. Giov. e Paolo, in un nuovo bel monumento che 1’ architetto Rupolo e lo scultore Carletti idearono, ispirandosi al disegno conservatoci dal Grevembroch). 6 Quale testo della leggenda abbia il Nostro avuto a mano non saprei dire. Nel Mozzagrugno, che oggidì è la fonte più antica, (a esso ricorsero il Corner e il Vianelli), altro non si legge che questo : « In eo (Brundulo) monitu angelico ab antiquo tempore con-structa fuerat Ecclesia in honorem Arcangeli Michaelis » (Mozzagrugno, Narratio rerum gestarum Canoni-corum Reguliarum, Venetis, Polum, MDCXXII p. 65 ; Fla. Corner, op. cit., to. IX p. 249 ; Vianelli, Nuova serie dei vescovi di Malamocco e di Chioggia, Venezia, Paglioni, 1790 parte I p. 150).