SCRITTURA II 95 el cavalier ; et la Brenta menò via una parte del ponte da Bassan 1 ; la qual anchora romPè i'1 molti luoghi in modo che quella cazò sotto aqua la villa de Tersigole 2, che è apresso Borbiago per fina ale gronde de le case. Et cusì par i segnali tamen la dieta Brenta se cazò per la via del Botenigo e vene in Mestrina e in canal de*Mergera e rompè una bona quantità de arzeri e menò via tanto sabion de sotto da San Zulian che quante nave se atrovava in Venesia non l'haveria menado via. Per la qual cosa fo deliberado per el Conseglio de Pregadi de far uno sborador 3 apreso San Bruson che havesse a meter cavo in Canal Mazor che va a Piove, largo piè 100 et del terren che* insiva de dicto, se fassese li arzeri a pie 20 lontani da le rive4. bolmente e lentamente ; il progetto della diversione del Bottenigo verso il Sile parve audace e perciò fu deferito allo studio di una Commissione, come si vedrà più innanzi ; e 1’ ordine di sgombero degli argini ebbe un’ esecuzione molto relativa, perchè il 17 luglio con-cedevasi ad un certo Giorgio Papasizza, e non solo a lui, di continuare nel godimento di 13 pantiere e di 34 formerie, situate fra la bocca di Buccatico e Tom-bello presso Campalto, nelle quali stava tutto il suo patrimonio : tuttavia il 9 sett. 1455 anche 1’ arginatura frontale verso la laguna dalla parte del Bottenigo e ili Mestre era stata condotta fin nei pressi di S. Giuliano « fin puocho lutan da la torre de san Zulian » e si ordinava al capitano di Padova di riattare 1’ argine destro della Brenta, di chiuderne le rotte, sopra Oriago. (Arch. Sta. Ven., Sen. Terra, reg. 3, c. 127, 154, 171, 171* ; Not. Collegio, reg. XVII, c. 52*). 1 11 ponte, continuamente soggetto a tali danni, era stato rifatto da poco. Il doge Foscari con sua ducale 8 Genn. 1450 ordinava a Venceslao da Riva, podestà di Bassano che, secondo la consuetudine, i cittadini di Asolo, Castelfranco e Vicenza somministrassero operai e denaro per la ricostruzione di esso, giacente in rovina. La fabbrica era durata fino al 1463 (O. Brentari, Storia di Bassano, Bassano, Pozzato, 1884, p. 547). Del danno subito nell’ inondazione del 1457 non ho trovato altro ricordo che questo del Cornaro. 2 La villa di Tersigole o Tresiegoli, posta sulla sinistra della Brenta, trovasi in quel di Borbiago. Fu corte del Contado di Treviso ; vi ebbero beni anche i Collalto ; il 15 luglio 1008 fu data da Enrico II ai monaci di S. Ilario (Agnolettj, Treviso e le sue pievi, voi. II, p. 150). 3 Sborador, canale di sfogo o diversivo, per cui i mugnai danno via alle acque, quando non hanno da macinare. 1 Eccoci così al diversivo, che prese poi nome di « Sborador di S. Bruson », ad una nuova e più considerevole tappa del lento cammino verso la deviazione alta della Brenta. I lavori concretati nel 1452 non erano stati ancora eseguiti tutti ; perciò il 10 ottobre 1457 Antonio de Priuli e Domenico Vitturi, provv. alle Acque, dopo aver ricordate tutte le deliberazioni prese e quelle eseguite dal 1324 fino allora, proclamavano la necessità di compiere l’intero programma stabilito, chiudendo oltre alle bocche di Volpego e Bottenigo, appena costruite, anche quella di S. Giuliano, ultimo termine a cui si era giunti con gli argini, con la trincea continentale « ut Brenta que rupìt supra Ordiacum nunc et in futurum non possit venire per illam viam Venetias sicut proximis diebus fecit », anche perchè se ciò non si faceva, tutte le opere eseguite negli ultimi quattro anni « essent perdita » e si sarebbe ricaduti nei primi inconvenienti. Si assoldino, dicevano i sopraddetti Provveditori, duecento guastatori ; i Rettori obbediscano in tutto e per tutto agli ordini ; quelli di Padova costruiscano 1’ argine e chiudano le rotte da Oriago in su. Se in passato si fosse ottemperato a tali ordini, la recente rovina non sarebbe avvenuta « ruina aquarum que proximis diebus super nos venit non venissét nec tantum danum occurrisset nobis ». E in fine, dopo aver amaramente rilevato che dei due diversivi sopra Oriago, deliberati il 26 ott. 1452 per la conservazione degli argini, nulla s’ era fatto ancora, prima « propter ali-quas differentias secutas de loco ubi debeant fieri », e poi per indolenza, perchè la commissione incaricata aveva visitati i luoghi e ne aveva fissato la direzione, proponevano che questa commissione fosse udita di nuovo entro tre giorni e che dopo ciò s’imponesse al capitano di Padova di eseguirli sotto pena di ducento ducati. In seguito a ciò, subito il giorno dopo, 1’ 11 ottobre Leonardo Contarini, capitano di Padova, Mafio Michiel consigliere, Carlo Marin, savio di Consiglio, Giacomo Corner e Vitale Landò, savi di Terraferma, tutti membri della detta Commissione e i Provveditori sulle acque dolci Antonio Priuli e Domenico Vitturi presentavano il progetto per 1’ attuazione immediata del diversivo di S. Bruson. Esso doveva principiare dal tratto di sponda diritta, dove le rive fossero più salde, immediatamente superiore alla volta della Brenta, detta Volta del Capone, alquanto sopra il Dolo, e continuare in diritta linea, per quanto fosse possibile, verso S. Maria di Lugo, lasciando la torre di S. Brusone sulla destra ad un trar di pietra « per iactum lapidis » e finendo nel canal di Lugo presso la chiesa predetta,