44 MARCO CORNARO molti quella se soleva navigar per fina sora la Calalta 1. Ma se dice che le aque che solea scorer in dieta fossa par che sia perse. Ma per uno villan chiamado Dainese è stado arecordato el modo de dar aqua al dicto Valio per la via del Medolo over Pero, fàcendosse una cava che meta dal Pero al Valio, la qual po esser longa passa 800 trivisani. A far dieta cava e conzar el Valio, i dicti inzegneri dacordo determina che lentra in dieta opera hovere XXVm cum le qual quello se navegaria abelmente 2. Jesus M° CCCCXLII adì XXV marzo. Item è stado visto una fossa, la qual fi apellada la Papa luserta, la qual mete da bocha de Medolo a Valio. Po esser longa circa uno mio, la qual non saria utile da altro se non da scurtar la via da vegnir a Venesia, la qual seria più curta miglia Vili, ma per non esser legne atorno dieta, questa spesa non è stada stimada per niente ». Item havemo visto do fosse fo facte a man, le qual se chiama la Fossa Nova e la Fossa Vecchia, le qual ha una bona quantitade de legne atorno, le qual sono de aque fra due grandi fiumi, o rami di fiume. Ed ha importanza storica per formare il confine occidentale dei beni dell’ abbazia di Monastier, che secondo i doc.tt più antichi stendevansi « inter Plavem et Vallium ». 1 La Calalta da Treviso a Ponte di Piave ed Oderzo è 1’ Annia. Cali’ alta o Calalta da Callisalta, nome della bassa latinità vuol dire Strada alta. Così abbiamo Calnova, Cai di Meolo ecc. Callalta, Fossalta indicano elevazione sul circostante terreno basso. 2 Anche questa regione fra Piave e Sile, che comprende pure il Musestre di cui parla poco dopo ma che ha come suoi letti principali il Meolo ed il Vallio, è nella storia dell’ Idrografia veneta non meno importante delle regioni del Piavon e della Livenza fra Piave e Tagliamento. L’ Azzoni pensa che da queste parti la Piave scendesse a congiungersi col Sile, deviando di sotto Ponte di Piave, ma perchè non anche più in su, là dove la Piave da molto tempo (vedi carta del Bonifacio e carte dell’ Abazia) corre con rami diversi da Narvesa e particolarmente da Spresiano a Candelù, quel Candelù donde 1’ acqua della Piave « cresando ogni puocho ». scorreva ed affondava « i boschi de Medolo, Valio e Sii » col pericolo che togliesse « la volta da Torcelo » e di Venezia ? Certo di sotto Ponte questo doveva avvenire e le sue osservazioni in proposito sono giustissime : « Questa ipotesi, egli scrive, molto sembrerà probabile a chiunque portando 1’ occhio sopra la carta topografica del Trevigiano, rivolga 1’ attenzione al tortuoso giro, che fa la Piave vicino ai villaggi di Fagarè, di Villa del Bosco e di Barbarana ; perchè scorgerà, come diretto il corso di lei verso mezzogiorno, procedeva ella incontro al Sìle, dove ora, declinando a levante, lo sfugge, sforzatane dagli argini e ripari manualmente fatti ab antico : de’ quali s’ accorge pur bene osservatore avveduto ». E a proposito di tale decorso della Piave, parla di una «Tagliata o Canale derivante l’acqua di questa nel Sile, che secondo le convenienze dei tempi essersi fatta e disfatta testificano gli antichissimi statuti di Trivigi » e « dà certo indizio che la comunicazione di essi due fiumi poteva eseguirsi facilmente, e dovevano rimanere i vestigi, o almeno la tradizione della felice sperienza, quando risolutamente commettevano le nostre leggi di effettuarla come impresa di non ambiguo riuscimento » (Azzoni, Consideras. p. 248-250). 3 Negli Statuti del Comune di Treviso del sec. XIII (1280-1320) si legge che si lasciava al criterio del Podestà e della curia degli anziani di stabilire il numero dei custodì da mettere con lo stipendio consueto (cinque libre di denari piccoli per mese) agli sbocchi delle vie fluviali in laguna, ed anche di giudicare quali di questi sbocchi erano da mantenersi e quali erano da sopprimersi, chiudendoli con palizzate. 11 testo enumera tali sbocchi così : « Buccas vero, sive confinia que sunt multa scilicet.... Altini, Bucchesigloni (Silone, ramo principale del Sile, ora Sione) Dece, Papaluserii, Buc-cha Plavis, Grassagle, Cegle, Liguenze ». Da ciò si deduce che la Papaluseria era la bocca di una strada fluviale, importantissima bocca quanto quella del Sile e della Piave, sul confine del territorio trevigiano contermine alla laguna. Dalla scrittura del Cornaro si è autorizzati ad affermare che trovavasi fra il Sile e la Piave e che era un canale artificiale, il quale riuniva la foce del Meolo con quella del Vallio in Sile allo scopo di abbreviare la via di Venezia. Molto probabilmente seguiva lo stesso percorso della Fossetta. L’ esistenza di esso la troviamo accennata anche in una disposizione del 23 dic.bre 1442 con la seguente espressione : « flumine Medoli et Valii, que ponunt in Siletem, quia per illam viam conduci Venetias posset magna quantitas : . . lignorum » (V. indietro). Un secolo dopo la sua funzione è compiuta dalla