MARCO CORNARO 65 misurava miglia nove e conduceva « fuora de la valle del Canal Darcho ». La Signoria accettava questa e ne affidava al nostro Cornaro il compito dello scavo. 1 Frattanto l’opitergino conduceva a termine il suo lavoro. Come di opere compiute si parla, tanto del canale quanto della casa di lui, nella concessione di bonifiche fatta nel 1446 dal vescovo di Equilio, Antonio Bon, a Lodovico e Bernardo Beaziano, in cui si concedono ad essi, che si proponevano di metterle a coltivazione, alcune terre incolte ed inutili, possessi, terre, prati, pascoli, paludi, boschi, la Pineta compresa, dal mare all’imboccatura della Piave, fino alla Livenza. Vi si escludevano « hospicium Christophori de Liberalibus cum horto suo quod et qui sunt pertice vigiuti quattuor in circuitu, et toto ambitu suo et est positura super Cava nova, nec intelligendo insuper dieta Cava nova » 2, • Finita l’opera del Canal d’Arco, Cristoforo, coadiuvato dal figlio Francesco e dal nipote Jacopo, dava mano allo scavo del Canale Largon (chiamato così per la sua larghezza o per la larghezza del suo principio soltanto, ma chiamato anche Canal del Doze per i ricordi del passato) 3 il quale allacciava il nostro con il Grassaga, cioè con Eraclea, e fabbricava, all’entrata del Largon, in Canal d’Arco, delle porte. Nel 1457 si stava ancora lavorando intorno agli argini e si deputava alla manutenzione e custodia così del Largon come delle porte Francesco Dall’Acqua figlio di Cristoforo per ducati due al mese per allora, con promessa di aumento4. Il 16 febbraio 1458 il misuratore mandato dal- 1 V. Scrittura I. 2 II vescovo di Equilio, Antonio Bono, concedeva in feudo a Lodovico e Bernardo Beaziano, ai loro figli maschi legittimi ed illegittimi, alcune terre del suo episcopato, incolte ed inutili, eh’ essi proponevansi di coltivare ; e il Senato confermava una tale concessione il 7 maggio del 1446 col seguente decreto : « posses-siones terras, prata, pascua et Paludes ac nemora in Equilio positas Incipiendo a mari intrando Plavem a manu dextera dumtaxat includendo pignetam usque in Liventiam : Non intelligendo valles Pantherias, et terras ipsis Vallibus pertinentes, que sunt in his pra-tis, terris et Paludibus Inclusos et que ab habentibus valles presentialiter occupantur, excludendo etiam hospicium Christophori de Liberalibus cum horto suo quod et qui sunt pertice viginti quattuor in circuitu, et toto ambitu suo, et est positum super cava nova, nec intelligendo insuper dieta Cava nova. Item si qua alia canalia fierent infra dictas terras per commune Venetiarum sint Episcopatus, Et non in pheudo prefato fore intelligantur : Excludendo preterea Hospicium Marci Rosso cum suo horto quod est pertice... positum prope Liventiam. Item inpheudamus vobis possessiones terras, prata pascua et paludes positas in loco vocato sanctus Ioanes de lesolo usque ad locum vocatum Latavilla, quasi exposito Turris Plavis Non intelligendo valles Pantheras, et terras pertinentes ipsis vallibus que sunt inclusae in huiusmodi terris pratis et paludibus Excludendo etiam Ecclesiam cathedralem et cimiterium quibus usque ad passus quinque non possitis adherere vos de predictis possessionibus terris pratis nemoribus et paludibus per annulum nostrum quem gestamus in digito investientes prestito fidefitatis iuramento pheu-datoris in similibus consueto, et debito suis praestare dominis » (Akch. Sta. Yen., Savi Acque, 28, c. 104 e seg.). Tali concessioni sono riportate anche in Flam. Corner op. cit. to. XVIII pp. 418, 421, ma vi sono troppi errori, basti per tutti questo, gravissimo : invece di « pignetam » leggesi « lignetam ». a V. p. 57 n.a 3 e p. 66 n.a 2. 4 Ex notatorio primo off. Rationum Veterum ad c. 270 - 1457 adi 19 marzo - « I spett. et egregii ms. Alvise de Priuli, messer Felise Bon ms. Alvise Da Molin honorandi signori all’ officio delle Rason vecchie inteso la spesa fatta in canal Largon che se in cao del canal d’Arco si de 1’ opere delle porte, come de i arzeri fatti sopra le rive, e altre opere ha de bisogno el ditto Canal, le qual non facendo buona provisione la ditta opera presto andaría in ruina, spese alle ditte porte el fa de bisogno al continuo et sia una persona alla custodia di quella del che i prefati signori hanno praticato con Francesco Dalaqua che debba tegnir ditti arzeri quando i saranno forniti quelli tegnir in con-zo, et in ordine a tutte sue spese, et per lo simile le possa quelle separarle a suoi bisogni et tegnirli continuamente una persona la qual stia a custodia di quelle, et ogni altra opera necessaria a ditte porte et arzeri, et canal reparare quelle, accio el ditto Canal se possi mantegnir in ordine e che quel sia navigabile sopra della qual prattica con el ditto Francesco han concluso, et rimasti d’ accordo darli ducati doi al mese per occasion de questa opera, et debba durar el ditto salario dómente (dum) el sarà spazzata una sua snpplicatione el sporse alla Illus.ma Signoria nostra che a lui sia provisto de più salario, i quali doi ducati a! mese ut supra el principia a livrar soldo adi primo zugno prossimo 1457. I prefati sign.‘ termina che la soprascripta posta di postaria de Canal d’Arco scritta in nome de ser Christophoro e Francesco da l’Aqua sia et esser debba