SCRITTURA II. - APPENDICE 173 Francesco da Carrara, per dare un maggiore sviluppo al suo castello di Oriago (pare che pensasse a costruirvi anche una salina ad onta del patto del 1358) e per assicurarlo vieppiù, nel 1371. vi eseguiva importanti lavori idraulici di arginature e di fosse, invadendo il territorio di Venezia e danneggiando le sue lagune. Agli ambasciatori, che la Signoria gli mandò per protestare, egli rispose che vi era stato costretto, avendo i Veneziani con lo scavo di un canale (certo il diversivo lungo 1’ argine lagunare che rallentava il corso della Brenta) danneggiato grandemente Oriago, esponendolo spesso a inondazioni, non per far loro danno od ingiuria. Ma le ostilità si maturarono fatalmente 1. Sul finire di quell’anno 1371, l’argine lagunare stesso veniva distrutto in molti punti con vanghe, per dare, con molta probabilità, uno sfogo alle acque straordinariamente cresciute, e non c’ era dubbio che gli autori del misfatto fossero stati dei semplici esecutori del pensiero del Carrarese 2. S’ interposero molti principi, si nominò una commissione di Veneziani e di Padovani per dirimere la contesa, tutto fu inutile e si venne alle mani. La pace del 21 sett. 1373 fissava i seguenti patti: I. La torre del Curan col suo territorio verso la laguna restava alla Repubblica ; II. per sette miglia dalle palate di Venezia e di Chioggia, il Carrarese non poteva fabbricar nuovi castelli ; III. doveva demolire quelli da lui costruiti a Cittadella, Campo San Piero, Stigliano, Mirano, Mira, Gambarare, Oriago ecc. 3 ; IV. rimettere nello stato primitivo la palata veneziana di Oriago 4. Durante la guerra di Chioggia, nel 1378, il Carrarese riedificava il castello di Oriago e con i suoi alleati stabilivasi alla torre del Moranzan, onde il Pisani si vide costretto a fortificare S. Marta e la testa del Canal della Giudecca (i punti più vicini alla Terraferma) contro i ganzeruoli nemici, che vi scendevano con improvvise e rapide incursioni 5. La pace del 1381 fra il Carrarese e i Veneziani durò pochissimo e solo nel 1391, con la reintegrazione del Novello nel suo stato, incominciò un periodo di tranquillità 6. Con un tale periodo, si ripresero i propositi di chiusura lasciati in sospeso nel 1368, e il 27 ott. 1391, si procedette all’elezione di 20 savi, perchè provvedessero a ciò e al riattamento dell’ argine ancora nello stato di devastazione, in cui 1’ aveva lasciato la guerra 7. 1 Romanin, op. cit., vol. Ill, p. 240. 2 19 dicembre 1371. « Cum agger noster qui factus est versus Paduanam pro bouo terre nostre cum tanto onere expensarum nostri comunis Sit fractus maio modo in pluribus locis manualiter et cum vangis contra honorem et bonum nostrum et in maximum damnum agendorum nostrorum Et omnino procurandum sit omnibus modis quod sciatur veritas huius excessus et habeantur malefactores Vadit pars quod cridatur pu-blice quod quicumque accusabit.... culpabiles ita quod per eius accusationem veritas habeatur a nostro comuni libras 11« (ducentas) pro quolibet accusato. Et si fuissent plures culpabiles et unus accusaret alium vel alios sit absolutus ab omni pena et nichilominus habeatur dictas Libras CC. Et si quis daret aliquem vel aliquos culpabilium in fortiam nostrani habeatur a nostro Comuni Lib. CCC parvorum pro quolibet dato in fortiam dominii et sit absolutum ut dictum est. Et factum committatur Capitibus postarum quibus hec facta spectat ut diligenter inquirant et référant dominio quicquid invenerint » (Capit. I, c. 19*). 3 Le fortezze di Cittadella, Camposampiero, Sti- gliano e Mirano, sparse lungo il fiume Musone, costi- tuivano un forte campo trincerato, un potente serraglio, non meno di quello di S. Ilario, che i Carraresi, il Vecchio e il Novello, riguardarono come uno scudo contro Venezia (Catari, op, cit., pp. 65 e 532). Tale serraglio vedesi chiaramente nella carta del De Madjis. * Romanin, op. cit., vol. Ili, p. 245-6. 5 Gatari, op, cit., p. 150 e 163 ; Zendrini, op. cit., voi. I, p. 61. I; Romanin, op. cit., vol. Ili, 318-326. 7 27 ottobre 1391. « Positum per quinque Sapientes super aquis paludibus et aggeribus. Quod cum alias captum fuit pro bono et utilitate portus et ne caneta crescerent et venient ad atterran-dum canalia et aquas nostras quod fieri deberet unus agger a Botenigo usque Lamam et Quod omnes buche exeuntes per dictum aggerem clauderentur, et sic factum fuit usque ad bucham de Lizafusina, sed quia dictus agger est devastatus et eget reparatione exspe-ditque quod bucha Lizafusina cum quibusdam aliis buchis exeuntibus usque Lamam claudantur. Eligantur XX Sapientes etc. qui teneantur ire et stare ad S. Georgium de Alega cum modis et condicionibus multis ut ibi ecc. » Capit. I, c. 31). 12