134 MARCO CORNARO Come se può veder per dicto testamento, quello mentoa San Bruson confinar cum Sornapria, el qual è sul territorio del Piovado, le altre ville sul territorio de Miran, per lo qual lui va mentoando tute le aque degori1 confini da tute quatro bande 2. Domando e dico, se la Brenta fosse stada fra questi luoghi, son certissimo che lui lhaveria mentoada ; ma, perchè quella non ge era, el dicto principo non fa mentiort de quella perchè quella scorreva da Noventa a Brondolo, come ho dicto. loco qui dicitur Tarvisiana cum casis curtis ortis terris silvis et pascuis ad se pertinentibus. Septimo loco dicitur Zopeto cum casis, ortis, curtis, terris vineis silvis et pascuis ad se pertinentibus. Hec prenominatis locis cum suis terminibus hac circumda... lateribus hoc est... ab uno latere rio qui dicitur Cleusca, ab alio latere pluvega qui dicitur Mamoniga, tercio latere pluvega qui dicitur Tarvisiana, quarto latere Plonca percorente ad frm ut dita res per remedium (variante: ad fratrum utilitates per remedium) anime... e... ». Al Gloria non fu dato di rinvenire gli esemplari citati dal Brunacci e quindi egli non potè collazionare con essi le copie da lui riferite. Essendo stati disciolti i monasteri e venduti i loro beni dal fisco, taluni degli acquirenti di questi n’ ebbero anche i documenti relativi, non pochi dei quali andarono perciò dispersi e altri anco perduti. Il Gloria vi aggiunge poi le varianti di nomi, esistenti nelle copie che si trovano nel cat. di S. Gregorio Lib. VI, c. 12 e nel Codice Trevisaneo c. 37 dell’Archivio di Stato di Ven. ; esse sono le seguenti : Bursino, Scorpetho, Sopeto. Scrive il Marzemin : Quanto ai luoghi, ancor oggi sono identificabili nel distretto di Mirano ed esistono (vedi carta del Gloria annessa al Codice Dipi.) quelli di Caltana e Caltanella (varianti : Cautana e Cauta-nella), Volpino (var. Vulpino), Pionca (var, Plonca). E con 1’ aiuto degli statuti padovani del sec. XIII (vedi Gloria, Dell’Agricoltura nel Padovano, voi. I, p. 220, 225, 227, 235) siamo in grado di riconoscere come ancora esistenti in tal secolo, le ville di Scor-napreda o di Stornapria (variante : Sornapetra e Stor-napetra) di Tauledum (var. Telido e Teledo) Millanica o Millaniga (antica Mianiga). La pluvega Tarvigina o Tarvigiana si identifica con la odierna Strada trevisana che corre da Vigonza a Briana per Mellaredo. Invece i luoghi di Mamoniga, Bursino o Brasino, di Zopetho o Scorpetho o Sopetho e di Cleusca non è dato di identificare, ma per quanto ho già detto, dovevano essere località coerenti alle precedenti e tutte, come avverte il doc., poste « in comitati! tarvisiano » e precisamente nel cosidetto Graticolato romano, che era un’ antica colonia romana dell’ agro patavino superiore elargita da Augusto ai suoi legionari» (Marzemin, op. cit., pa. I, p. 103 e seg.). Quanto il Marzemin qui dice non è del tutto esatto, se ben si pensa che il Contado trevisano arrivava fino alla Brenta di Piove. Più giustamente lo Zendrini accoglie 1’ opinione del Nostro che i luoghi indicati nel testamento del Partecipazio ios-sero sparsi nel vasto territorio fra il Muson e la Brenta di Piove (Zendrini, op. cit., voi. I, p. 15). Perchè Cleusca non si potrebbe identificare con Celeseo nel Piovato ? (Ved. carta allegata al Cod. dipi. del Gloria). 1 II ms. dell’Archivio ha « di ogni confine », ma siccome tanto il ms. nostro quanto il viennese hanno « degori », bisogna rispettare una tale lezione. D’ altra parte sta bene così. « Degore » o « degori » voleva dire fosse pubbliche (Gennari, op. cit., p. 91). 2 L’ affermazione che Stornapria trovavasi nel Piovado (dal modo con cui s’ esprime pare che ancora esistesse ai suoi giorni ; egli dice : è) è importantissima, poiché se questo luogo era nel Piovato, il documento presente proverebbe senza bisogno d’ altro, che la Brenta non esisteva da queste parti. Ma comunque, nel doc. del 819, che vedremo più innanzi, in cui si espongono i confini di S. Ilario con i corsi d’ acqua vicini, si parla di Canal di Lova, di Siocho ecc. e non mai di Brenta. 3 II Gloria non diede alcun peso a questa esclusione e, basandosi su tre docum. del sec. X, pensò che in occasione del diluvio del 589, la Brenta (Me-doaco maggiore), dalle vicinanze del Dolo rivolgesse la piena delle sue acque per Oriago, probabilmente entro qualche préesistente suo ramo minore, non lasciando però senz’ acqua neanche il primo alveo di S. Bruson-Lugo (Gloria, Studi intorno al corso dei fiumi, p. 165). Invece il Bellemo ed il Marzemin, giustamente, davano molta importanza a tale esclusione. Ma poiché il primo, ignorando quanto l’Azzoni aveva scritto sul Cunio del doc., al quale erroneamente il Gloria ap-poggiossi, lasciò un’ombra di dubbio; poiché il se condo l’esclusione ammise soltanto per il ramo di Oriago e, ignorando l’opera del Bellemo, respinse 1’ affermazione relativa del Gloria puramente e semplicemente, trovo il bisogno di riprendere in esame l’importante questione per risolverla definitivamente. Per distruggere 1’ affermazione del Gloria, secondo la quale la Brenta avrebbe fluito verso Oriago e Venezia prima del 1000, il Marzemin, e in fondo con quel suo dubbio anche il Bellemo, si limitano a notare come gli scarsi accenni alla Brenta verso Oriago, che il Gloria addusse prendendoli da tre doc. del sec. X non sono affatto probativi potendo, anzi dovendosi riferire a corsi della Brenta all’ infuori del territorio ila-