PREFAZIONE 15 dalla parte della Piave a dirigere lo scavo del canal di Caligo, l’arteria commerciale, che univa Venezia col Friuli e con i paesi tedeschi Nel 1445 lo incontriamo, già sposo a Elisabetta Salomon *, podestà a Serraval/e, intento a restaurare il palazzo pubblico ed il ponte della strada d’Alemagna, a conciliar, con i suoi colleghi di Belluno e Sacile, Bellunesi e Serravallesi in lotta per il possesso di un monte detto delle Prese o Pinè, quello appunto, che secondo un’antica tradizione ricordata dal Cornaro, cadendo avrebbe costretto la Piave ad abbandonare la via dei labili Lapisini (di S. Croce e lago Morto) giù per Vittorio, e a prendere la strada attuale 3. Ritornato a Venezia, nel marzo del 1446 veniva rieletto della Quarantia (19 giugno) ; incaricato nuovamente ad approvigionare di legna la città e a dirigere lo scavo del Pia’von, nominato ufficiai di notte (1448). Mandato camerlengo a Padova, passò circa un anno (1448-49) in questa città , nel disbrigo dell’ ufficio e nella conversazione di uomini eruditi, come il vescovo Fantino Dandolo, trattenendosi con loro di preferenza sopra l’argomento suo prediletto, la Laguna. Nel 1450 lo ritroviamo Giudice dei Procuratori] per la terza volta occupato a provveder di legna la città * ; e nell’ atto d’ accingersi all’ impresa di scavar metalli nei monti della Piave, impresa che forse aveva vagheggiata fin dalla podesteria di Serravalle (1445) e con la quale si riprometteva di accrescere la fortuna della famiglia e quella della patria. Scarsi e timidi sono gli esempi d’imprese minerarie che lo precedono. Si sa dallo storico bellunese Piloni che i Muazzo e i Pasqualigo s’ occupavano di ciò insieme con un suo antenato fin da quando Venezia entrò in possesso del Cadore nel 1420, ma fra i documenti ufficiali non si trova che l’investitura fatta nel 1443 a Bartolomeo Cantoni, delle miniere di Agordo, e un vago accenno nel privilegio del Nostro a concessioni in favore di Marin Memo di Nicolò. Più numerosi, invece, e più considerevoli sono gli esempi che lo seguono. Per ciò il Cornaro se non fu proprio un precursore anche in questo campo, certo nessuno gli può contendere il merito d’aver dato novello impulso, ravvivato quel risveglio dell’ industria mineraria in Cadore, che incominciato con l’avvento del dominio veneziano, subito dopo lui prese sempre maggiore sviluppo. Nel 1450, dunque, egli domandava alla Signoria che gli concedesse per se ed i suoi Scrittura I. st’anno tra Bellunesi et li huoniini di Serravalle, se il 2 Arch. Sta. Ven., Barbaro, op. cit. ; Giomo, op. monte chiamato di Prese, fosse nel territorio di Cividale cit. n. 914 c. 330. (Belluno). Fu questa differenza terminata il settimo 3 Fu eletto il 4 aprile 1445 ed il suo successore de Luglio dal Marcello Podestà di Belluno, Paulo 1’ 8 maggio 1446 (Arch. Sta. Ven., Segr. alle Voci, Foscareno Podestà di Sacile et Marco Cornaro Po-reg. 4, c. 55 (64). destà di Serravalle » (Piloni, Historia di Belluno, Ve- 4 nov. 1445 « Quod viro nobili Marco Cornario po- netia, 1607, Rampazzetto, p. 232). testati nostro Serravallis concedatur quod de pecuniis Quanto alla tradizione sull antico corso della Piave Comunis nostri possit expendere libr. C parvorum prò vedi Appendice sul Canal d Arco e Scritt. II, p. II. reparatione sui palatii ac pontis per quem conducuntur 4 Arch. Sta. Ven., Segretario alle Voci, reg. 4, balle et sicut per suas terras requisivit » (Arch. Sta. c. ii6t (129 t) ; c. 3 t; c. 58 (67); c. 8 (14). Scrit- Ven, ; Sen. Terra, reg. 1 c. 173). « 1445, s* contese que- tura I e II.