317 Moxxxrn ri li capi di arebibusieri eleti ¡>cr Collegio ave lineali 50 per uno el sono anelali a farli li arebibusieri. Da poi Conscio, li avogadori di Comun fono con li savi in Collegio sopra la parie di dar il possesso al Cardinal. Pisani del vescovado di Torzello. E lo parlalo assai per quelli voi dargelo, el per sier Alvise Mocenigo el cavalier, che non voi dargelo. Po una gran pioza e cativo tempo, e la notte piovete assai. A dì 14. Li malina, fo lettere da Lion di V oraior nostro di 31 Mazo, et primo Zugno. Dirò il sumano. Vcneno in Collegio li parlicipi di le galie di Barbaria el mercadanli, el parloe sier Nicolò Micbicl qu. sier Francesco, dicendo le g;ilìe esser parlide et vanno con manifesto pericolo, però riebiedeno se armi la barza grossa, qual è slà cargà el è a Poveia, e fo incanlà per Cipro, et la Signoria l’armi e melli li arebibusieri presi di far suso, et la armi per mexi 4, el loro si obligano dar dii suo Ira loro ducali 3000, el il Collegio senle di mellcr la parie. Fo ledo la lellera per li Savi ordinala scriver ozi con il Senato a Costanlinopoli, el s;er Francesco So-ranzo savio a Terraferma n<>n è di opinion di la lettera e fo’ nolar un’altra a rincontro. Da poi disnar fo Pregadi ben redulo, el fo ledo per Nicolò di Gabrieli secretano assi ledere. Di Roma vene lettere di V orator nostro di 5 et 11. Dirò qui avanti il sumario. Fu posto per i savi di Collegio tulli, eliam sier Francesco savio a Terraferma, una lederà al Zen et Coniarmi oratori nostri a Costanlinopoli, in risposta di ledere aule dii Zen, di 12, 18 et 20 mazo, laudar le operation sue, el quanto alle parole del bassa che li avisi nostri è slrelli eie., si iustifiebemo, con averli scritto sempre ogni occorenlia, nominando le ledere scritte a di per dì, el ora li arisemo ludo quello si ha di Spagna, Franza, Roma, Anglia etc. laudar voler dolersi di le galie prese verso Legena, ma un altro caso li avisemo do fusle la Valona è slà preso dii capilanio del Golfo el la galia bastarda Cornerà di che volemo fazino querela a la Porla contra quelli di la Valona, e fazi provision le dite do galie ne siano restituite con li homcni e ludo, con altre parole. Ave 200, 11,3. Fu poslo per li diti, ma non sier Francesco So-ranzo, un’altra lettera a li prefati oratori: come havemo inteso esso oraior Zen non haver volplo parlar al bassa zerca riformar li capitoli iusla le ledere 16 aprii, li scrivessimo dovesse far, un de giugno. 318 volemo quando a loro do parcrano de darli li da-gino, e non volendo, fazino quello li par. Con altre parole, ut in eis. El sier Francesco Soranzo savio a Terraferma, voi una lettera, che zonto sii il Coniarmi a Costantinopoli digi quanto fo scritto a dì 10 aprii, scusando non esserli slà risposto avanti, per la tardità del camin. Et andò in renga el parlò per la sua parte el poi assà disputalo si tolse zoso di la lettera e messo indusiar etc. Et sier Marco Antonio Corner savio a Terraferma, li rispose, dicendo Dio governa questa Repubblica, che l’à fato la parte fu presa di non dir niente al bassa, ma è bon remelersi a loro che è sul fato. Con altre parole, et parloe da senator. Et andoe poi in renga sier Andrea Mozenigo el dolor fo avogador, qual non li piace nè I' una nè P altra, perché non voi parlar di renovarli capitoli. Fo longo e tedioso, perchè l’ora era larda. Andò le le ledere : 15 non sincicre, 37 di no, 28 dii Soranzo, 130 di savi, et questa fu presa. Fu poslo, per li savi del Consegio e Terra ferma, una parte di aprovar cerio ordine fece sier Polo Nani olim provedilor zencral, zerca la iorlificalion di Orzinuovi conseiata per lo illustrissimo signor duca di Urhino capilanio zencral nostro, videlicet ledere 28 aprii 1530, zerca la conlribuzion ut in ea, la qual fo Iota con questo, le valade di Valca-monica, Vallrompia, Valsabia, la Riviera dì Salò e altri, non obslante i loro privilegi contribuiscano a l’opera in satisfazion dii Senato noslro. Ave 152, 22, 17. Die 14 lunii. In Rogatis. ioo Snpienles Consilii omnrs. Sapientes Terraefirmae omnes. Siccome al dovere el al inslituto del Slato nostro convien a quelli che alla Signoria nostra per il su-fragio di iuslilia overgralia ricorrcno, prontamente non mancare; cosi se deve ritrovar modo di rimo-vere el poner fine alle inconveniente dimande de quelli, i quali per il dover reietti, non cessano ostinatamente molestar il Collegio noslro ritornando più fiale da poi il mufarsi di quello, sperando con la ostinalion ottener quello che non deveno, over così continuando per essere nunlii de comuni over altri consumano senza frullo il denaro de li principali, il che aprcsso li allri inconvenienti el curii