6 in offensiva che in difensiva, a sicurezza continua nelle retrovie, a ferma custodia dei centri di rifornimento, a costante esercizio di iniziativa da parte di qualsivoglia comandante. Previsto tale caso — e provveduto ad esso con mezzi adatti — qualunque altro si presenta è, al confronto, più semplice ed agevole. Le difficoltà locali obbligano puro a speciali previdenze nell’ ordinamento e nell’ equipaggiamento. Le truppe non possono apprendersi nella zona alle formazioni ordinarie — troppo profonde e malagevoli — sia nelle marce che nel combattimento. Epperciò l’esercizio, e la preparazione razionale, debbono tendere a fare acquistare alle truppe stesse 1’ abitudine a manovrare con appropriate e particolari modalità d’azione. Debbono addestrarsi anzitutto al combattimento per gruppi di tiratori, a sviluppare da tali formazioni la più intensa azione di fuoco con le minori perdite possibili, a procedere a colonne aperte, a percorrere larghe zone di terreno scoperto e roccioso alle celeri andature, ad apprezzare infine, con certo qual senso istintivo, il valore degli angoli morti, in una offensiva continua, pertinace, ad ondate, agile e snella. L’ unità organica da preferirsi deve dare garanzia di molta mobilità ed autonomia nelle operazioni tattiche e logistiche, e presentare facilità di suddivisione in nuclei autonomi i quali possano, in ogni evento, appoggiarsi reciprocamente. La brigata di fanteria con salmerie sembra rispondere, nel miglior modo, a tali esigenze, quale unità organica e tattica suscettibile di buon impiego, con coordinamento di scopi e di forze. È suscettibile infatti di fi-azionamento in riparti minori, capaci di cooperazione e di reciproco appoggio tra le parti combattenti e le diverse armi tra di loro. Anche la divisione di fanteria, con servizi someggiati, può disporre di buona elasticità organica e di elevata potenza tattica :