difficile. Tale difficoltà è aumentata poi dal formarsi nel fiume di barre traversali, sormontabili sempre con i caicchi e le lontre (speciali imbarcazioni indigene, lunghe, strette e dalla carena piatta) ; ma dalle altre imbarcazioni — anche se di tenue pescagione — solamente ad alta marea e nelle stagioni delle piogge o dello sgelo. La navigazione della Bojana richiederebbe quindi l’uso di barche a vapore appropriate, giacché anche la barra che si stende innanzi all’imboccatura non ha che due o tre passaggi, dei quali quello di levante — • che è il più frequentato — ha solo 2 in. d’acqua. I piccoli vapori possono accostare a 2/3 di miglio dalla riva : le grandi navi non meno di un miglio. Quando spira lo scirocco non si può entrare nè uscire dalla Bojana, la quale spesso interra e trasforma le proprie foci. b) Il porto di S. Giovanni dì Maina. — Di scarsa importanza, situato nella parte nord-est del golfo. Può dare ricovero ad una dozzina di piccoli bastimenti in uno specchio d’ acqua profondo 7 m. ed è protetto a sud da un banco quasi a secco che si stacca dal lato ovest. Durante l’estate vi infierisce la malaria. Il Drin, con profondità media di 2 o 3 m., è navigabile fino ad Alessio. Lo sbarco a S. Giovanni di Medua potrebbe essere coadiuvato — od anche sostituito — da quello effettuabile ad un miglio a mente del delta della Bojana, nei pressi di S. Nicolò, antica base di operazione dei Veneziani all’epoca delle spedizioni da essi compiute nel XV secolo su Scutari e lungo la valle del Drin.