503 l’acordo si Irata dii re di Romani sarà mior con il turco; e il principe va molto contento perchè Cesare li ha concesso il suo principato sia di suo fìol naturai poi la sua morte, qual ha tolto per moglie la fin dii signor Antonio da Leva. Disse haver lettere di Barzelona di 5 di questo come l’imperatrice essendo miorala, Cesare partiva per Monzon a fornir 10 Corte za principiate, et manda lettere di Pranza. Di Pranza, dii Justinian orator, da Lion, di 2 Luio, ricevute a dì 28 dito. Vene qui il gran scudier con uno de maistri di casa di Cesare, 11 qual visitai; scrive verba Itine inde dieta e che non era da dubitar di questo abocamenlo di Niza, el Cesare era contento de haver expedilo il Taverna orator dii duca di Milan satisfatto, qual era zonto in Avignon, e li dava al duca la primagenita dii re di Dazia d’anni 13 e non la seconda di anni 9. Li dimandai se Cesare era contento di questo aboca-mentó, rispose dubio; disse il conte di Nansao venia in Franz» per transito et parleria al re. Heri questi partirono, poi visitata la serenissima regina, per andar dal re christianissimo, qual è lige sei di qui indisposto di cataro. Son sialo col Robio secretano dii duca di Milan, disse haver visitato li nonci pon-tifieii el il reverendo di Como haverli acertà il Pontefice non darà uno merlo de Italia in dota a la nipote e quel si Iratarà sarà con seientia di Cesare, tamen disse è sialo al marchese di Saluzo qual li affirma quanto ho scritto per allre mie, sichè le cose son varie ; ho visitato diti nontii, nulla da loro ho polulo intender. Li franchi 200 mila, scrissi si mandava a svizari, eri partirono de qui. Del ditto, da Lion, di 5 ricevute ut supra. Il re partì de qui alti 28 dii passato et restato G lige lontano per certo cataro venutoli in una spala con febre, si dice partirà a di 7 over 8 per Avergna e Linguadoca camin pericoloso, per lo pesimo aere è dii mese di luio. L’oralor del Signor lureo vien a questa maestà, li andò contra il capitanio Rigon et monsignor San Blanchnrd. È venuto ozi a distiar meco domino Antonio secretano dii reverendo di Como nontio pontifìcio, mi ha ditlo lo abocamenlo sarà certissimo e le noze di la nepote, e il Papa voi veder propriis oculis la consumalion dii matrimonio, e in questo non voi fidarsi di questa maestà e per la dota li dava beni in Franza, non voi dar nulla de Italia ne pur di quelli di la casa de Medici, né da questi li è slà fato parola di averli. È voce esser venulo qui uno nontio del re Zuanne. Ho nova il re christianissimo ozi si levò per andar al suo camino. Di Anglia si ha la morie di la sorela di quel 504 re, duchessa di Sofolch olim moglie dii re Lodovico di Franza. Da Costantinopoli, di sier Piero Zen orator et vicebailo di 2i Zugno, ricevute a dì 28 Lugio. La malina, adì 22 riceveti di 24 dii passalo con la copia di la lettera di domino Berluzi Contarmi capitanio dii galion . Fu quel zorno col magnifico Imbraim, qual prima spazò l’oralor dii re di romani e lo vestile d’oro e messe ordine che ’I dì seguente andasse a basar la man al Signor, poi expedì il reverendo Gritli, et io intrai e li dissi mai potrà occorer alcun accidente che smi-nuissa l’amor di quel excellenlissimo Stado verso questo imperio, laudando la pietà verso li popoli di 165 Soa Signoria quali per le guere riceveno le ruine el incendi, et questo era la causa che l’Altissimo Dio P havea cussi in alto locato. Poi li comunicai dii convento di Bologna e il ritorno del principe Doria con le 15 galie a Zenoa, e il resto tenute per mandarle in Africa, e che di guerra nulla se intendeva. Poi li dissi di lo abocamento di Niza dii Papa con il re di Franza e il quale have grato ad intender. Poi li dissi: Sultano questa è la medola di la cosa. Lui rispose, il Signor quando sente qualche aviso dise li hai da l’orator di veneliani? perchè a lui do gran fede. Poi dissi, Sultanom è venuto imo altro accidente per causa di vostri propri. Disse, che è di novo ? io dissi le fusle dii corsaro di Barbaria, havendo inleso la mission de P orator di la Signoria a questa maestà, si reduse con le fuste e galiote nel porto di la Valona e con el favor dii chadì e sanzaeo si nutricava de li, e P oralor era zà apresso Ragusi, et velizando do galìe nostre, el capitanio del Golfo e la bastarda che andava in Cipro con rezimeuli e danari di la Signoria per acompagnarlo fora dii Golfo, visto le galiote e fusle credendo fosse il proveditor di P armada, ma scoperse le insegne dii Signor, non li parse di far novità unde forono presi, e dissi, semo a mala condition perché vedute da nostri le insegne di questo imperio lemeno di mesedar arme e sono presi con danno e vergogna e infamia, si con ragion si difendeno si ha 100 arz, sichè non havemo riposo nè in cielo né in terra, sichè tirai la cosa a proposito. Di galion non mi è slà parlato, ma si prepara rechiami per molli par-ticulari : mi governarò eie. La pace si tratava frà il Papa, imperador el altri principi ehristiani con questo Signor, l’oralor per non haver mandato su-flciente non se farà, ma col re di Romani é sia concluso, qual de praesenti relassa Slrigonia al re Zuane, quanto aspeta a li altri casteli el loci che MDXXXIII, LUGLIO.