527 compilo di fornir quelo là acadeva' Su 1’ armala montorono do fioli dii viceré di Napoli et molli altri zenlilomeni, et esser restalo il marchese dii Guasto indisposto. Et dito principe andava con l’ar-173* mata a Messina dove starà il resto di l’armata, et li a Messina farano la massa el partirà per luto el presente mexe per andar a socorer Coron ; et de le 19 galie quale da Messina andono per trovar el Judeo in le aque di Malta non se intende altro. Di 10 abocamenlo di Niza, Soa Santità sta su quelo ho scrilo per avanti, et voi vadi prima con l’armada francese la duchessina a Niza, qual monterà a Li-gorno o altrove, poi il Papa aspelerà el ritorno de essa armata per levarlo. A Soa Santità é cessà tutti 11 dolori, siede però, né poi caminar. lteru manda letere di l’orator nostro in Spagna. Questo oralor cesareo ne ha teiere a dì 12 di questo, come Cesare era in Barzelona per partirsi per Monzon. Zerca lo acordo con sguizari che si Irata per el Pontefice et Cesare, par il reverendissimo Tornon si habbi doluta con Soa Santità so fazi questo conira il suo re, né si dovea tralar senza soa sapula : li ha risposto, dove va il ben di la chrislianìlà e la pace et quiete de Italia li par de non mancar; tamen par dita pratica sia referdita. Di Spagna, di sier Marco Antonio Contarmi orator, da Monzon, a dì 6 Luio, ricevute a dì 4 Avosto. Da Squalada et Numaneo scrissi a di 26' dii passato di la egritudine di la imperatrice el dii suo migliorar; da poi veni qui a Monzon dove si lien le Corte et sou alozalo in Barbato caslelo mia 12 italiani da Monzon di là dal fiume Cinga, et cussi molti altri oratori. Et prima intrò in Monzon il reverendissimo Cardinal di Sibilia, mandato da Cesare per lenir le Corte, qual è sopra la inquisilion et, capo di quele, però soa signoria voleva crear li officiali, sindici et altri offici solili farsi, el non hanno voluto per non far preiaditio a queli regni, perchè luto quelo si fa in absentia dii re è de niun valor, per il che Cesare doveva partir hozi da Barze-lona et venir di note per le poste. Tamen le Corte lu prorogate a lenir fino a dì 20 dii presente, però Soa Maestà anderà a MQuseràt per far il vodo fato noviimente per la egritudine di la imperatrice, la qual egritudine è stata di sorte maligna, et la po-stiema rota l’ha indicato. Zonto de qui, visitai el comendalor maior de Leon et monsignor de Granvilla, et li comunicai li avisi da Consta nlinopoli quali li hebbeno grati, et mi disseno meravigliarsi nulla se indicava dii Sophi che liavea roto guera al Turco, et che per questo il 528 signor Imbraim andava a quelle bande, |a quale nova questi hanno da più vie : li dissi, di questo nulla havea. El la galia marchesoia di questa Maestà intrò in Coron et portò li danari et ussite fuora. Questi hanno scrilo a don Saivara, da Bissali, capitanio di 11 galie restale in Spagna, che togli munitimi et armaria a Malicha et andar dovesse verso Trapane, poi a Messina, per unirse con l’altra dii principe Doria : et sono letere di Napoli, di 22 zu-gno, come de 11 le galie dii Doria se impalmavano et si aspelava de lì esso principe, et sariano da 42 in 44 galie, et gaiioni over nave numero 10, et speravano con questa armada destruzer l’armala tur-chesca qual è trista et mal ad ordine. El scrive, le 15 galie dii Doria sono stringate et ben condute, et hanno da 20 in 30 archibusieri sopra per una, le do di Monaco, do de Napoli et 4 de Sicilia sono bone galie, et con boni capitani suso, quele di don Saivara da Bassan sono rasonevole, quele di Antonio Doria et di la Religion se dice esser bone- Leverano da 4000 fanti sopra di esse, el dicono haver mandà per letere di cambio scudi 60 milia, ma con la verità sono solum 30 milia, ben è vero il Doria ha aulo letere di Cesare al viceré di Napoli et a quel de Sicilia che li comanda et dà autorità de poter luor, vender, alienar, impegnar queli regni et beni pa-termoniali per haver danari, et in Napoli si ha trovà 50 milia scudi ; etiam il pontefice in questo farà la parte sua, el dita armala sarà presta. Il capitanio Doria è desideroso de far ogni impresa, questi temono l’armada turchesca non l’aspelerà, et queli di Coron scrive si mandi el modo de lì che barano gente, né li miincherano homini, et si hanno levato luta l’armata di Modon. Parlai poi a loro signorie zerca scriver una letera al re di Romani et bavemo mandato il secretano a Trento per ultimar le dif-ferenlie ; disse se li desse uno memorial che zonto fusse Cesare si faria far le letere. Si duol le nostre letere è state in camiuo zorni 16. De qui si ha dito la nova di le nostre galie fo prese dal Judeo corsaro, hanno reputa bona nova, dicendo mai la Signoria soporterà tal iniuria, farà armada et manderà a de-slruzer Zerbi. Io convegno tornar a l’habilalion dove è el mio alozamento e cavalco bore 3 et meza. Scrive, scontrai nel venir da Barzelona qui uno veniva da Lioo per nome dii re Chrislianissimo a Cesare a congratularsi dii suo zonzer sano, offerendosi etc. Cesare I’ ha riugratiato. De la liga de sguizari che se trala non scrivo, se lien quasi per conclusa. Di Franga, di sier Marin Justinìan ora- MOXXXIII, LUGLIO.