215 frequenti, il maggiore dei quali fu del 1511, onde rovinarono due chiese « et non remansit quasi lapis supra lapidem. » — Parla di questa cronaca lo Zahn, nella Revue historique, Tomo xiv, pag. 396. 448. Documento gemonese. (Nozze Gropplero-Concato) — Ge-mona, tip. Tessitori, in 8° di pag. 8. (R. O-B.) Atto di vendita di una palude fatta dal comune di Gemona per pagare la taglia di guerra di millecinquecento ducati, imposta dai commissarii di Massimiliano I imperatore, che nel 1514 avevano espugnato la prossima fortezza di Osoppo. Valentino Oster-mann tolse questo documento dall’archivio municipale di Gemona, il cui primo rimaneggiamento fu fatto dallo stesso Ostermann: scompigliato poi nel trasporto degli atti, l’archivio medesimo in questi ultimi anni fu ordinato dal prof. A. Wolf nelle pergamene e definitivamente dall’ ab. V. Baldissera che ne è il direttore : esso può consultarsi con profitto della storia patria. 440. I francesi a Gorizia nella primavera del 1797. — Gorizia, tip. Paternolli, 1877; in J6° di pag. 67. (R. O-B.) La Direzione dell’ Isonzo publicó in appendice al giornale, e nell’opuscolo separato che qui si cita, il presente manoscritto, tolto alla biblioteca del Museo provinciale di Gorizia. L’autore sembra essere Antonio Guliat. Premesse alcune notizie sulla campagna franeese in Italia, viene descrivendo la fuga dei goriziani, ospiti e cittadini, all’avvicinarsi dei temuti francesi. Capitano, vescovo, deputati abbandonarono la città e la provincia, altri si ritirarono nei monti di Tolmino. Mentre continuava l’assedio di Gradisca che fu occupata il 19 marzo, i francesi passarono in due luoghi l’Isonzo, onde l’esercito austriaco abbandonò in tre schiere Gorizia, che cadde il 20 marzo in potere dei francesi. Il terrore dei rimasti fu al colmo: il generale Buonaparte, preso alloggio in casa De Grazia, ebbe a sè il vicario generale, e disapprovando la fuga del vescovo, promise proteggere la religione, i costumi, le persone e la proprietà di ciascuno. Un editto fissava il nuovo governo centrale eli quindici membri, presidente il co. Alfonso di Porcia, e poi il co. Francesco Antonio de Lanthieri; borgomastro fu creato il dott. Paolo Prividali. Nel 24 maggio, dopo 65 giorni dalla occupazione francese, le vicende della guerra, descritte in questo libretto, ricondussero gli austriaci a Gorizia, capitanati dal generale conte di Hohenzollern.