56 117. La contea di Gorizia e Gradisca nell’anno 1780, descritta da B. F. Herrmann, con annotazioni di De Fiori. (Nella Gòrzer Zeitung n. 43 e 44) — Gorizia, 1866. (M.P.G.J Non mi fu possibile di rinvenire i numeri della « Gòrzer Zei-tung » 43 e 44, per quanto abbia fatto le più diligenti ricerche. Ricavo però da mie annotazioni, che il trattato contiene un breve sunto delle condizioni politiche ed amministrative della contea di Gorizia e Gradisca nell’anno 1780, le quali vengono paragonate con le condizioni risultanti e risultabili dopo la guerra del 1866, che, secondo l’autore, non potranno che peggiorare. (Blarzino.) lis. Lettera dell’Ecc.mo architetto Giovanni Fontana sopra la nuova riedificazione del castello di Udine. (Nella Raccolta veneta, collezione di documenti, ecc., Serie i, Tomo i, Dispensa ii, pag. 67 e segg.) — Venezia, tip. Antonelli, 1866; in 8° gr. di pag. 6. (R. O-B.) In data di aprile 1517 Giovanni Fontana, maestro di Andrea Palladio, scrisse questa lettera a Giorgio Cornelio (Cornaro), figlio di Giacomo luogotenente della Patria del Friuli, in cui descrive il modello e i primi lavori del palazzo che oggi ancora si ammira sul colle in sostituzione dell’altro, crollato nel memorabile terremoto del 1511. Questo palazzo è la sola opera che si conosca del valente architetto, il quale non la vide compiuta, perchè la costruzione durò dal 1517 al 1560 e il Fontana stette alla direzione della fabrica fino al 1519. Il dott. Joppi tolse la lettera agli atti del notaio contemporaneo Girolamo Rondolo, vi aggiunse due regesti a illustrazione della vita del Fontana, e ripublicò tutto il lavoro nel 1881, per le nozze Simonutti-Ottelio, Udine tip. Doretti e Soci; in 8° di pag. 13. 119. Intorno al confine orientale del regno d’Italia, considerazioni storico-politiche del dott..... (Nella Gazzetta di Venezia, 24, 25 e 28 dicembre) — Venezia, tip. della Gazzetta, 1866; in fol. di col. 16. (R. O-B.) Riprodotte nei primi giorni del 1867 in un opuscolo in 4°, di pag. 9 a due colonne, queste considerazioni sviluppano bene la questione dei confini orientali, mostrando stupore che Aquileia, Grado e Gradisca, per tacer d’altre, possano essere città aggregate alla confederazione germanica. Per dimostrare l’assunto della italianità di quei luoghi, l’autore, che è il dott. Sellenati, ne rifà minutamente