207 suoi tempi. Il prof. Wolf offerse al Largaiolli alcune notizie sull’argomento. Lo stesso lavoro fu riprodotto due anni appresso, con poche variazioni, nella Cronaca liceale per l’anno 1876-77 del regio Liceo-ginnasiale]:Salvator Rosa, Potenza, tip. Favatà, 1878; in 8° di pag. 55. 434. Pellegrino da S. Daniele, del marchese Giuseppe Campori. (Negli Atti e Memorie delle r. r. Deputazioni di storia patria per le provincie modenesi e parmensi, Vol. vili, fase. 5, pag. 337 e segg.) — Modena, tip. Vincenzi, 1876; in 4° di pag. 14. (R.J.) Dalla Storia della pittura in Italia dei sigg. Crowe e Cavalcasene, il Campori trae le notizie sulla vita di Pellegrino ; ma lo scopo della presente memoria riguarda la dimora del pittore in Ferrara, ove si recò presso la fine del 1503, accettando commissioni di dipingere a freschi nelle stanze destinate al museo, due quadri e perfino scatole da spezierie. Però ebbe a tornare più volte in Venezia e in Udine, e nel 1507, come risulta da due lettere originali e da altre carte, finora inedite nell’archivio estense, ebbe per intercessione dei duchi di Ferrara e del cardinale Ippolito d’Este tre canonicati vacaturi in Aquileia, Udine e Cividale, a favore di un suo figliuolo prete, rilasciatigli dal cardinale Grimani, patriarca di Aquileia. Non basta; per mediazione dello stesso Cardinal d’Este, Pellegrino insieme col pittore maestro Andrea da Udine ebbe in affitto una possessione annessa a una abazia del Grimani in Friuli. Così Pellegrino, sempre più lieto, dipinse in Ferrara la scena per la Cassaria, dell’Ariosto, e compose altri quadri, rimanendo alla corte estense fino al 15 giugno 1513, con un assegnamento mensile di lire 27.10. Appresso, il 26 giugno, gli furono allogati gli a freschi di S. Antonio in San Daniele, ma lavorò ancora pel duca Alfonso, sebbene non si conosca qual sorte abbiano avuto i molti dipinti eseguiti da Pellegrino in Ferrara.