329 giudicata ortodossa dal celebre domenicano Pietro de Soto confessore di Carlo V, e dal cardinale Seripando e da altri teologi che furono stretti al silenzio ; mentre altri spingeva la bassezza o l’insidia a promettere al Grimani sarebbe subito spedito e publicato cardinale, ove dicesse non essere sua la lettera 17 aprile. La Signoria 10 richiamò a Venezia, e intanto a Roma sparsero voce della sua fuga. La causa fu deferita al concilio di Trento che aveva già condannato Lucano Monaco per aver esposto un’opinione contraria a quella del Grimani; onde la piena assoluzione di questo era assicurata. E dopo vari contrasti, essendosi il patriarca in persona recato a Trento, la causa, trattata da ventitré prelati, oltre i legati del papa, ebbe il 13 agosto 1563 decisione favorevole al Grimani, 11 quale non ottenne più il cappello, perchè ridestatesi le antiche accuse, il papa, avvicinandosi una nuova creazione di cardinali, fece sentire avrebbe portata ancora innanzi al Sant’Ufficio la causa definita a Trento. La Signoria indignata non volle si parlasse più della dignità promessa al suo protetto, e dal loro canto i nuovi papi già avversari del patriarca non cessarono di perseguitarlo; Pio V, col tentare che l’eletto Daniele Barbaro andasse a governare il patriarcato, il che il nobil uomo non volle; Sisto V col negargli solennemente la porpora. — Di due lettere dirette dal cardinale di Trani al Grimani, come appendice alla memoria, è cenno negli Atti stessi del R. Istituto, Serie Quinta, Tomo vii, pag. 647-49. 665. Il conte Leonardo Manin, cenni biografici con annotazioni storiche. (Nozze Manin-Pigazzi) —Venezia, tip. del Commercio, 1881 ; in 8° di pag. 18. (R. J.) Figlio di Giovanni del fu Lodovico Manin, che fu luogotenente di Udine nel 1772, naque Leonardo il 1 maggio 1771 a Venezia, dove morì il 7 aprile 1853. Era nipote del doge. Creato conte dell’impero, fu il primo presidente dell’ Istituto veneto di scienze lettere ed arti dal 1840 al 1843, e per parecchi anni presidente dell’Ateneo, cioè dal 1833 al 1842 e dal 1846 in poi. Molte opere dettò di storia patria, fra cui primeggia quella sulle Relazioni degli ambasciatoli veneti; e fu tra i primi membri della commissione di publica beneficenza, fondata dal patriarca Francesco Milesi con lettera pastorale 14 febraio 1817. La presente biografia del conte Leonardo Manin è una ristampa di quella scritta nel. 1853 dal consigliere Ignazio Neumann-Rizzi. Un’altra biografìa del conte