35 MDXXX1I1 APRILE 36 hanno auto cauzione. De qui si dice che è restati li patroni di esse contenti, et non era nave per quello si dice che non dovesse haver 4000 scudi et alcuna 5000. Li fanti che passerano in Spagna con Soa Maestà sono sta inviali a Savona d >ve se imbarcherà. Il marchese di Monferà non vien qui per esser indisposto. Da Roma, di sier Marco Antonio Venier el dotor, oraior, di 5, ricevute a dì 9 dito. Idanzi heri zonse qui la fanteria dii Pontefice al tardi incontrata da questi reverendissimi cardinali, io da poi andai da Sou Beatitudine et me alegrai del suo zonzer sano. Mi ringratió eie. Poi me disse esserli venuto uno zentilhomo dii re de Romani, qual è sta prima da Cesare, el riporla el liol de l’oraior dii Serenissimo re di Romani è al Turco haverli porlato che’l Turco asenliva a Irirgue, intervenendo la Cesarea Maestà el esso re el d Signor lurco el il vayvoda, et voleva risposla si la dovesse far con pii! tempo o manco tempo, el che Cesare l’havia mandato de qui et che li havia risposto che ritrovando ditte trirgue esser bene se fazino, non ha-vendo voluto dir altro per honor di la sede apostolica, azlò non pari pratichi triegue con iufidclli, il qual è partilo el spera trovar Cesare a Zenoa avanti se parli. Disse poi haver aviso dal viceré de Napoli di cinque nave, qual erano siate a portar vituarie et monition a Coron, erano tornate, el reputa quel capitanio spagnol è in Coron haver dito è sta ben a proposito questo et gaiardamenle è per difender quella città et la parte è verso el mar era redula in bona forleza, né dubitava di exercilo da (erra, et ohe per via de mar erano sta conduti da molli ua-9* vili bona quantità de tormenti, el che li 4 inzegueri mandali di Bologna el il capitanio Apoute per mirar in Coron erano in Sicilia né poleano passar rispeto di le fuste dii Zudeo corsaro le qual laccano multi danni in quelli contorni, al qual era zouto da 5 in ti velie olirà le 18 havea prima, come scrissi. Poi mi disse el reverendissimo Tornon haver haulo letere di Pranza dii re Christianissimo che li svisava el re di Scotia havia aceptà da Cesare I’ bordine dii To-son, et come havia mandato in Scolla per tal causa monsignor di Langes con risentirsene de questo, el che ’I tien l'babbi fato per haver licentia di oratori di quel re venuti per haver madama Madalena sua prima genita per moglie di esso re di Scolia ; dicendo poi Soa Santità ha haulo lettere dii noutio suo in Scotia di l'acelar di quel re di l'ordine dii To-son, non lassando però ii confederali; el che li sparati di guerra se ingrossavano da tulle do bande, pur si sperava con la venula de li de monsignor di Langes esser per seguir qualche acordo, lo dimandai di le noze di la neza de Soa Santità nel duca de Or-liens quel seguiva, rispose la cosa va scorendo ; poi Soa Beatitudine mi dise la fiola di Cesare di breve sarà qui con el Cardinal de Bari, la qual è per andar a Napoli aspelando el tempo de poter consumar el matrimonio con il duca Alexandro, la qual da novembrio in qua è intrata in 11 anni, et disse Cesaie in Bologna lo persuase a voler dar la duchessina sua neza al signor duca de Milan se non che ’I procuraria de darli una sua neza tiola dii re di Dazia. Il governo di Fano, qual già alcuni giorni fo dato a domino Lorenzo de Medici, hora el Pontefice l’ha rimesso et posto quella terra a la legalion de la Marca, instalo dal reverendissimo Ravena, per il che li ha dato ducati 7000. Il reverendissimo Agramonte è restato in Rimano con qualche indi-sposilion, il reverendissimo Medici vene col Pontefice de qui el slà bene. Fu aviso de Napoli come era morto el magnifico Musetola, qual fo qui oraior de Cesare. Il Pontefice mi disse ragionando che fra 11 re Christianissimo et il re Anglico era sta ragionato de allocarsi, el che per hora era risolto de no. Di Anglia, di sier Carlo Capello oraior, date a Londra a dì 7 Marzo, ricevute a dì 12 dito. A dì 26 dii passato visitai li oratori francesi monsignor di Langes el monsignor de Beove I quali se partirono per Pranza et mi hanno care-zalo assai ringratiaudo la Signoria de haver repudià el far di la nova liga, la qual loro la chiamano desiderio de occupar et poner in servitù Italia. El dito Langes mi disse esser stato in Scotia, el quel re non voi far cosa dispiaqua a la Christianissima Maestà, et Beove dice haver visto lo exercilo di Scolia qual è zornada una el meza lontano di l'uno et l’altro regno, et in quello sono 1*2 milia tutti quasi zenlilhomeni a cavallo armati a la borgognona senza alcun stipendio, i quali voluntarie vanno a la guera desiderosi de venir a le mano con anglesi ; et è etiani 500 archibusieri usali ne le guere di Franza et Italia. Lo exercilo inglese é da zerca allrelanti, parte a cavallo con lanzote el parie a piedi con archi, gente al parer suo non così pratica de la guera, ma ogni dì eresse numero el quasi ogni di questo re manda danari in campo ; ma disse che '1 sperava seguirla composilion, intervenendo l’autorità dii re Christianissimo, el che l’imperador procura che quel re toi per moglie una lìa de soa sorella et dii re Crislerno di Dalia qual fu fato preson el è in Danimarca, et che 'I re li ha risposto non