307 I patriarchi lo tennero fino al 1420, col mezzo di un loro rappresentante annuale chiamato Capitaneus Bugie: il primo noto fu Enrico di Tricano nel 1265. Dal 1293 ebbero la signoria di Buia i signori di Varmo, e dall’ll novembre 1312 quelli di Prampero, non però incontrastati a cagione delle guerre a cui presero parte i conti di Gorizia, che per le vicende delle armi divennero a forza signori di Buia, prima e dopo la ricostruzione del castello fatta dal patriarca Bertrando nel 1335. Lo ebbero anche i Colloredo, i Brugni, i Savor-gnani, i comuni di Venzone e di Gemona, sotto il quale ottenne una lunga pace, finché cadde per sempre nel 1513, nella guerra della lega di Cambrai. Era stato riattato una seconda volta nel 1366. 637. Documenti inediti del secolo xv, esistenti nell'archivio municipale di Gividale del Friuli, publicati dal sac. Luigi Costantini. (Per messa novella di don Giacomo Bront) — Udine, tip. del Patronato, 1881; in 8° di pag. 15. (R.J.) Papa Gregorio XII nel 1409 manda al comune di Cividale il conte Guido di Porcia a comunicargli alcune cose, che dovettero riferirsi alla elezione di Antonio Panciera o di Portogruaro a patriarca d’Aquileia, caldeggiata dal papa, contro Antonio II, Da Ponte. Tutti sanno che le questioni sòrte nel concilio di Pisa trovarono eco in Friuli, e questi documenti, che assumono forma di Annali di Cividale dal 1408 al 1418, ne dicono qualche cosa. Deposti Gregorio XII dal concilio di Pisa, Alessandro V nomina il Da Ponte a patriarca, ma non cessano le brighe di Gregorio; finché, morto Alessandro, papa Giovanni XXIII favorisce finalmente l’elezione del patriarca Lodovico di Teck. — Di questi documenti, compendiati e tradotti, parla lo Zahn nella Revue historique, Tomo xxi, 2, pag. 303. 638. Evangeliarium Cividalense, articoli del dott. Enrico Torri di Parma. (Nel Giornale di Udine, 3 giugno 1881, n. 131 e nell’appendice al Giornale di Udine, 7 luglio 1881, n. 160) — Udine, tip. Doretti e Soci, 1881; in fol. di col. 7. (B.C.U.) Accenna il primo articolo ai nomi illustri tedeschi, longobardi e slavi scritti nei margini di questo codice insigne, specialmente nei primi nove fogli, e illustrati già dal Bethmann nel 1851 e più tardi (V. n. 402). Ora il dott. Palm di Breslavia trasse, per incarico di quel municipio, la fotografia delle tre prime pagine dell’E-vangeliario, le quali proverebbero l’esistenza antica di quella città,