34 OS* Discorso sul Timavo di P. Kandler. (Nozze Levi-Guastalla) — Trieste, tip. del Lloyd austriaco, 1864; in 8° di pag. 41 con due tavole. (B. C. U.J Nel dissertare intorno al Timavo il Kandler dice preferire di leggere « il gran libro che Dio ha plasmato, il quale svela le veracità e le aberrazioni degli uomini che ne voller discorrere. » E quindi, fatta la geografia dei siti, dimostra che il Timavo, che secondo lui appartiene tutto a Trieste, ha la sua fonte tra il monte Catalano e il monte Lissatz al di sopra di Fiume, e corre fino a S. Canziano, nel Carso, dove si nasconde sotterra, per riuscire presso la foce. Anche gli antichi pensarono che così fosse. Tocca della strada romana presso Ronchi, e del ponte che, secondo alcuni, sarebbe stato distrutto dagli aquileiesi per tener lontano Massimino. Ma il Kandler pensa che la pietra, trovata ai piedi della chiesa di Ronchi, abbia appartenuto al mausoleo di Saturnino, ricco aquileiese. Il Timavo è celebre per sè stesso e per i poeti, geografi, cosmografi, storici che ne parlarono, per l’edifizio delle fonti termali segnato nella tavola Teodosiana, pel passaggio dei barbari oltre il corso sotterraneo, per le tre dogane lì presso che spettavano al capitolo di Aquileia, il quale nel 1601 ne fece permuta coi conti Della Torre. 09. Informationi del patriarcha d’Aquileia sopra la sua indipendente giurisdizione dalla república veneta, 1590. (Per ingresso del parroco Mattiussi) — Venezia, tip. Merlo, 1864; in 8# di pag. 15. (B. C. U.J Il parere è dato da fra Paolo Sarpi che, sebbene fosse consultore della república, non avrebbe taciuto le buoni ragioni della parte contraria. E qui, pur tenendo conto che la república aveva fin dal 1420 aquistato il Friuli, s’interpreta il valore delle convenzioni intervenute dal 1444 al 1470 che lasciavano fossero inappellabili talune sentenze del patriarca e gli attribuivano la sovranità, in virtù di cinque convenzioni esercitate in antico e non abrogate. In una parola, si considera che la república sia successa nelle ragioni del-l’impero, non nelle giurisdizioni patriarcali. La controversia rimase sospesa per qualche secolo. — A. Sagredo scrisse neWArcli. Stor. Bai., Serie Terza, Tomo i, p. n, pag. 121 di questo consulto, nel quale ravvisò giustamente tanta importanza da consigliarsi a riprodurlo dopo il suo articolo, pag. 121-125.