224 Partigiano fino all’assurdo, come colui che fa servire la storia alle passioni politiche, si palesa lo Schneller in questo lavoro ove illustra l’elemento tedesco e romano nel Trentino, nel Veronese, nel Vicentino e nel Friuli. Però a quest’ultimo paese egli riserva la parte minore della sua dimostrazione, ma la eccessiva prevalenza che egli, d’accordo con molti altri scrittoli, che oramai son divenuti falange, dà all’elemento teutonico, anche fuori delle nostre isole linguistiche, mosse a giusta indignazione i critici italiani, ai quali sembra di vedere in tale tendenza invaditrice una vera minaccia alle nostre stesse istituzioni. — Fra i molti che parlarono del libro dello Schneller, del quale non vuoisi d’altro canto disconoscere il valore, noterò Carlo Cipolla, nell’ Archivio Veneto, Tomo xiv, pag. 384-86, il prof. Cegani nella Gazzetta di Venezia, 11, 21 e 24 dicembre 1877, n. 330, 339 e 343, e il Cosmos di Guido Cora, aprile 1879. 407. Sul Timavo, trattato di Francesco Savio il vecchio. (Nozze Marizza-Michieli) — Gorizia, tip. nazionale [1877]; in 8° di pag. 16. (R. 0-B.) Naque il Savio in Farra nel 1754 e morì in Gorizia nel 1839. Amante degli studi patrii, scrisse del misterioso fiume Timavo, mettendo a contribuzione gli antichi e i moderni che ne parlarono. E divise la sua memoria in varii punti che riguardano la topografia del Timavo, il modo della sua nascita, la sua provenienza, le qualità fisiche e igieniche delle aque e così via. Quanto alle sorgenti del fiume, il Savio non si induce a identificarle con la Reca, ma chiede che si facciano studi accurati, dai quali, come si sa, venne più tardi la certezza di un fatto, su cui da gran tempo era caduto il sospetto di molti geologi. Il trattato del Savio fu edito già nel 1850. 408. Sei documenti tratti dall’archivio privato del co. Lodovico della Torre Valsassina, publicati e illustrati da Giuseppe Occioni-Bonaffons. (Ne\V Archeografo triestino, Nuova Serie, Voi. v, pag. 51 e segg.) — Trieste, tip. Herrmanstorfer, 1877; in 8° gr. di pag. 25. (R. 0-B.) Di questi documenti tre riflettono la storia del patriarcato di Aquileia e il vescovato di Ceneda, tre riguardano cariche e onori conferiti alla famiglia, E il primo un istromento del 22 maggio 1413