321 priamente il nome messo in testa a questo articolo, raccoglie per esteso 533 atti di questo periodo, la maggior parte inediti. Il solo Friuli, non compresi Trieste, l’Istria, la marca trivigiana, che con esso ebbero tante relazioni, è rappresentato con 14 documenti in questa collezione dello Stumpf, sì per la storia del patriarcato, figurandovi gli imperatori quali donatori in tutto o in parte del Friuli ai patriarchi, cerne per la conferma delle donazioni fatte agli abati di Sesto e di Moggio. Anche gl’ indici sono degni della nota pazienza tedesca. È da avvertirsi il fatto scoperto dallo Stumpf che nei documenti per l’Italia, e quindi anche pel Friuli, il cancelliere appaia sempre italiano, come fu borgognone per gli atti della Borgogna, tedesco per quelli della Germania. Lo Stumpf-Brentano, nato a Vienna il 13 agosto 1829, morì, in età ancora fresca, nel 12 gennaio 1882 in Innsbruck, dove fin dal 1861 professava in quella università scienze ausiliarie della storia, nella quale ebbe a maestro il Bòhmer. 653. Inventario delle cose preziose lasciate dal patriarca d’A-quileia Nicolò di Lussemburgo, documenti del dott. V. Joppi. (Nel-VArchivio storico per Trieste, l’Istria ed il Trentino, Voi. i, fase. 2, pag. 95 e segg.) — Roma, tip. Artero, 1881 ; in 8° di pag. 12. (R.J.) La premessa storica c’ istruisce che il patriarca Nicolò, avendo dovuto sostenere grosse spese per mandar a fine la vendetta contro gli uccisori di Bertrando, non aveva pagato alla curia romana le gravissime tasse di sua elezione ed era debitore di grandi somme verso alcuni mercanti e prestatori di Udine. Gli incaricati del papa chiesero al comune la consegna degli oggetti preziosi appartenenti al patriarca, e, non avendo ottenuto l’intento, nell’aprile 1359 scomunicarono la città, che fu liberata soltanto qualche mese dopo, essendo patriarca Lodovico della Torre. All’abate di S. Giorgio Maggiore di Venezia, collettore papale, furono consegnati, secondo il presente inventario, i ricchi oggetti del patriarca Nicolò, contenuti in sei casse ; il loro valore fu calcolato ducati 4539, ma tutto rimane oggi perduto, o almeno fra i tesori di Roma, non è facile identificare i preziosi arredi sacri, gli ori e gli argenti, e perfino i quindici anelli che potrebbero essere appartenuti al patriarca. Lo stesso Vincenzo Joppi, nell’anno 1883 dell’Archivio, prosegui l’utile publicazione di altri inventarti, offrendo cosi una vera storia del Tesoro della basilica patriarcale di Aquileia. — Lo Zahn, nella 22