174 condo lui, interpretati dall’Henzen, dal De Rossi, dal Mommsen e dal Bertolini. Fra queste è curiosa l’epigrafe che Marino pose sul proprio monumento e così suona tradotta: « se qualche altro cane, figlio di cane, vorrà essere posto nel sepolcro, paghi al fisco lire sei d’argento. » E corso però un errore di citazione nell’epigrafe di Saturnino che è corretta in modo men chiaro assai di quello proposto dal Bertolini. 368. Documenti inediti su Conegliano nel 1330 publicati da Y. Joppi. (Nozze Marcolini-Fabris)—Udine, tip. Seitz, 1875; in 8° di pag. 20. (R. O-B.J Quando i veneziani, per la pace conchiusa il 24 gennaio 1339, aquistarono dagli Scaligeri il Trevigiano, e divennero così confinanti col Friuli, il patriarca Bertrando, temendo la vicinanza della potente republica, si adoperò perchè al papa Benedetto XII residente in Avignone fosse ceduta, ma sotto il governo patriarcale, la terra di Conegliano e suo distretto, che pure apparteneva al territorio di Treviso. In compenso della dedizione, Conegliano ebbe promesse dei soliti privilegi, e il primo capitano pel patriarca fu Federico di Savorgnano. Contro tali mene, e contro la presa di possesso, la vinse Venezia il 28 giugno; ma intanto, dal 13 giugno, erano riuscite a bene le pratiche di Bertrando e dei suoi. Questo periodo di 15 giorni, in cui trionfò la parte pontificia, è illustrato dai quattro documenti della presente publicazione, i quali sono copie che mons. Giusto Fontanini trasse dalla biblioteca Ottoboni in Roma, e che si conservano nella collezione Concina in Sandaniele del Friuli. La prima lettera è diretta al comune di Conegliano, le altre tre al patriarca, perchè conduca a fine sollecitamente l’impresa. 360. Dello stato e governo della comunità di Gemona, scrittura di Ottavio Stancile cittadino e nunzio di Gemona. (Nozze Mangilli-Ronchi) — Venezia, tip. del Commercio, 1875; in 8° di pag. 14. (R. 0-B.) Lo scrittore di questo notevole documento fu Ottavio Stancile nobile gemonese, che nel 1725 aveva la carica di contraddicente della comunità: egli diresse il suo rapporto ai sindaci inquisitori in terraferma, uno dei tanti ufficii della veneta republica. Come oggi, dopo il capoluogo, è Pordenone la prima terra della provincia di Udine, allora era Gemona, con proprio statuto, seimila abitanti,