311 MDXXXIII, GIUGNO. 312 dii re de Dazia so nepole, et dà al duca di Milan l’altra fia de anni 4. Scrive, questi oratori anglici non li piace tal viste, licet dipenda questo ab oca rii da le viste di Picardia. È zonto lieri sera qui il marchese di Saluzo, ha dito, ha lassata Alba fornita ben di 900 boni liomeni et molti capi. Il gran maistro non partirà de qui per Niza, fin non vengi letere di Roma. Etiam non se partirà d duca di Albania liu non zonzà dille letere. Dii dito, da Lion, di primo Zugno, ricevute a dì 14 dito. Ilo inteso da uno degno di fede, clic il marchese de Saluzo ha diio che il Papa dà la neza al duca de Orliens et per dola Parma el Piacenza et li cede le ragion al re Cbristianissimo I’ ha in Ferara et nel ducalo de Urbin, el il re bavera li 100 milia ducati dal duca di Ferrara et forsi altri 100 milia, el spera conciliar il duca de Urbin. lo ho visitato dito marchese, qual mi ha dillo el re darà al duca de Urbin il suo sialo per amor de la Signoria, et haver mandalo uno suo homo a l’im-peralor a dirli voi lenir la città de Alba fino sarà iuilicalo per Sua Maestà de iure, ma queslo re voi sia deposilà et star al iudilio farà Cesare. 96 Da lloma, dii Venier orator, di 5, ricevute a dì 14, in Prrgadi. Come in execution di le lettere scritoli, di 30, parlò al reverendissimo Cesi per le possession di missier Piero Pasqualigo et missier Hironimo Querini solo Zervia, per non haver pagalo il censo do anni, è stà senléntiato ballino perso dille possession et vengi nel vescoado. Soa Signoria si dolse intender, dicendo suo fradelo episcopo non P haver fallo, ina il suo vicario, el voi dito vicario mandar prima a Venclia, poi far li diti nobeli habbino esse possession et le intrude, per esser boli servitor de la Signoria nostra. Et manda una teiera scrive de questo, scusandosi el vescovo di Zervia chiamato Oclavian, eleclo episcopo di Zervia et di la camera apostolica clerico, si scusa col Serenissimo ut in litteris. Dii ditto, di 11, ricevute ut supra. 11 signor Ascanio non voi lassar li lochi tolti fo dii signor Vespasiano Colonna, el Papa li ha richiesto sia per iu-slilia terminalo per la Rola sopra il possessorio, ma voi dagi una pieziaria qui in Roma de ducati 50 milia de star a raxon. Ha risposto la causa se dia indicar in uno tempo, si nel possessorio, come nel petilorio, perchè nel possessorio sa non poi resister et de novo el Papa voi la iuslilia de la Rola iudichi super possessorio et ancora non è venuta la risposta de lui. Questo orator cesareo favorisse el prefato signor Ascanio. Se continuò, P orator predillo et li agenti de la serenissima regina de Anglia, expe-dir la causa del divorlio in concistorio et se propose fosse intimato a P auditor di Rola per esser insinuo de la causa venisse nel primo concistorio. Et inalici beri fu concistorio, leto certi atli, de li qual mando la copia qui inclusi. In fin se conlien, che P avocato de la serenissima regina rizerca la expedition el risposta a uno protesto fallo unitamente da questi oratori anglici con lo excusalor zà 4 zorni falò al Pontefice: non si debba proceder in questa causa, si per esser la Rota al serenissimo re suspctla, come per esser di tanto interesse al re suo, che di ragion divina doveria intervenir li oratori et lo excusalor predilo. Queslo protesto non fu admesso, el Sua Santità el signorie reverendissime insta terminasse la causa, el li oratori el excusalor hanno dito esso excusalor haver mandalo sufficiente a excusar el re, el che non havia informalo li reverendissimi cardinali el li fo dalo termine a un altro concistorio. Et l’avocalo de la regiua .... dicendo fussc termina lo excusalor non fussc admesso. Sua Santità avanti de questo si risenti con li cardinali, che quelo «e tratava in la congregatoli falla in questi zorni zerca lo aboccamcnlo se intendeva, et le parole se diceva in quelo, et che soe Signorie dovessero esser più reservati, perchè olirà cadevano in excomunicalione, era etiam interesse pubblico, et che li comunicarla poi cose di maior contento. Questi cardinali francesi ha dito al Pontefice che la mente dii re Cbristianissimo è che hes-sendo il duca di Orliens el la duchessa neza di Sua Santità abeli a conlrazer matrimonio el consumarlo però la mandasse a Niza, dove saria dillo duca, el non li parendo Niza, la mandi in qualche altro locho. Rispose Soa Beatitudine non li pareva de mandarla. El il reverendissimo Tornon mi ha dillo il re di Scolia se maridaria in una francese o in la dola de monsignor di Vandomo, o in una sorela dii re de Navara, o in una lìa de monsignor di la Guisa, lassando madama Madalena lìa dii re Cbristianissimo da canto per non dispiacer al re anglico. Li cardinali francesi hanno haulo lettere da Lion dii re, di 4, in risposta di letere di 27 dii passalo, che ha-vendo Soa Maestà intesa la resolulion dii Pontefice di indusiar a lo aboccamento a queslo setembrio, ancora che non le babbi piaciuta el esser venuto troppo avanti, però non monstra discontenleza et si rimette a quelo conferirà el dirà lo episcopo di Faenza, zonlo sarà da Soa Maestà. Se dice de qui, che parte di P armala dii Doria, fo a Civilavechia, è rilornà adriedo verso Zenoa, el l’altra parte, andò