281 distruzine di quello, occasionata dal combattimento 13 giugno 1301, tra i signori di Cividale vincitori e i vinti di Cucagna. Parte dei vinti fondarono all’ombra proteggitrice dei due castelli il nuovo paese. Il primo dei due castelli sopra Faedis fu costruito intorno al 1100; un secolo appresso il secondo; i Cucagna ebbero statuti propri nel 1326, e si divisero in quattro rami, Zucco, Valvasone, Partistagno e Freschi. Peccato che il libretto, dopo queste notizie, perda affatto il suo carattere storico, e tanto nella conclusione come nell’appendice, assuma il tono di una predica, ben poco atta a solleticare l’amor proprio dei compaesani dell’autore. 570. Memcrrie di Flambro. (Per ingresso di D. Pietro Italiano a parroco di Mortegliano) — Udine, tip. del Patronato, 1880; in 8° di pag. 16. (B. C. U.J Queste memorie, raccolte dall’ab. Giovanni Collini, risalgono al 1252 in cui Flambro inferiore fu retrocesso da Corrado e Rodolfo Savorgnano al patriarca Gregorio che investe poi Flambro superiore a uno di Pocenià e a un altro di Ragogna. Il castello di Flambro è demolito dal patriarca Bertrando nel 1346 e due anni dopo distrutto da un terremoto: il paese stesso è incendiato dai Turchi nel 1477, ma prima e dopo questo avvenimento vi sono riferite quasi esclusivamente le vicende della sua chiesa, finché nel 1515 la republica dona Flambro, come dipendenza del castello di Belgrado, a Girolamo Savorgnano e ai suoi discendenti; e anche il benefìcio parrocchiale resta quasi sempre in quella famiglia. Sotto l’anno 1324 dovrebbe figurare il nome, che manca, del piovano Nicolò. sso. Documento cjemonese, preceduto da una nota storica, del dott. Domenico Miliotti. (Nozze Montini-Zimolo) — Gemona, tip. Tessitori, 1880; in 4° di pag. 13. (B.C.V.) Il documento è del 1350: tratto dall’archivio comunale di Gemona, esso ci dice come gli ambasciatori gemonesi si presentassero in agosto al parlamento della Patria, affinchè i padri li rintegras-sero nef* diritto che derivava loro dal passaggio dei mercatanti, i quali dovevano ivi con grande disagio scaricare e ricaricare le loro merci (niderlech). Questo diritto passò ad Osoppo nel principio del secolo xvi : Gemona lo riebbe nel 1518, ma aperte poi altre vie, il commercio di Gemona venne meno, e oggi è ridotto a nulla.