214 446. Ivl. Concordia. Col. e la necropoli cristiana recentemente scopertavi, per Dario Bertolini. (Nelle Notizie degli scavi d’antichità, publicate dalla Reale Accademia dei Lincei, Anno 1877, pag. 21 e segg.) — Roma, tip. Salviucci, 1877 ; in 4° di pag. 28. (R. O-B.) È questo il quarto studio sul sepolcreto cristiano di Concordia, che prelude comunicando quali frutti si traessero dalla visita fatta nell’agosto 1876 dal Mommsen, il quale confermò l’opinione del Bertolini che certi frammenti del lapidario Maschietti debbano riferirsi a un’ unica epigrafe. Poi lo studio si diffonde sulla epigrafe greca descritta nel 1874 (V. n. 333), il cui senso fu rettificato dal Mommsen, sulle altre nove epigrafi greche trovate a Concordia e su quella esistente nel museo Muschietti. Parlandosi della determinazione dello spazio occupato dal monumento, secondo il consiglio del Bonghi nella sua visita del marzo 1875, si venne a stabilire che la superficie quadrilatera di circa metri 90 X 70 fosse metri quadrati 6359, in cui stanno 230 tombe traversate dalla via Emilia-Altinate, larga sei metri e mezzo. Le iscrizioni nuove latine, compresi pochi frammenti, sommano a 70, la cui illustrazione nulla lascia a desiderare, risultando chiaro da essa il nome di illustri famiglie concordiesi, la importanza della fabrica sagittaria, la istituzione del corso publico a uso dei magistrati, che precede di tanti secoli quella dei corrieri. Nella parte meridionale del sepolcreto, forse riservata a cimitero militare, una rappresentazione artistica dà luce sull’argomento dei littori o apparitori. Il Bertolini cominciò a dare proprie comunicazioni alle Notizie degli scavi, publicate dai Lincei, nel 1876: le trovi a pag. 17, 49, 65, 130-134, 179-181 di quell’anno. Nel 1877, oltre il lavoro qui annunziato, si leggono altre notizie a pag. 4, 5, 120, 240, 295-296. 447. Chronicon glemonense ab anno mccc ad mdxvu (Nozze Gropplero-Concato) — Udine, tip. Seitz, 1877; in 8° gr. di pag. 27. (R. O-B.) Il prete Sebastiano Mulioni scrisse questa preziosa cronaca latina del suo paese nativo, cui Vincenzo Joppi estrasse da un codice cartaceo di Giandomenico Guerra, vecchio raccoglitore di cose patrie. La cronaca si occupa dei fatti avvenuti in Gemona durante la dominazione veneta, e in particolare dei movimenti cagionati dalla guerra di Cambrai ; nè vi sono taciute lé vicende atmosferiche e i terremoti