35 70, Alcune lettere di Mario Savore/nano nel 1531. (Nozze De Reali-Da Porto) — Udine, tip. Seitz, 1864; in 4° di pag. 40. (B.C. U.) Tanto i cenni biografici che precedono, come la raccolta delle lettere, tolte al volume lvi manoscritto dei Diari di Marin Sanuto, furono procurati dal dott. Vincenzo Joppi. Mario dirige le sei lettere qui publicate a Costantino suo fratello, e lo ragguaglia delle curiose osservazioni fatte, mentre, a soli vent’anni, erasi unito in viaggio a Nicolò Tiepolo, ambasciatore straordinario della republica presso Carlo V. La prima lettera, in data di Colonia, descrive quella città e la cerimonia dell’elezione di Ferdinando a re dei Romani; la seconda è da Parigi e descrive l’incoronazione della regina Eleonora d’Austria sorella di Carlo V e moglie di Francesco I; le altre quattro lettere, da Brusselles, trattano degli affari religiosi in Germania, dell’ Ungheria, della reggenza della regina Maria, di un viaggio a Londra e infine delle faccende di Danimarca e della dieta. Sono dettate con precoce spirito di osservazione. — Un breve ma succoso resoconto e giudizio diede A. Sagredo di queste lettere e del loro autore nell'Arch. Star. Ital., Serie Terza, Tomo i, p. n, pag. 129. 71. Al nobile Huomo conte Fantino Contarmi, Lorenzo can. D’Orlandi D. D. D. (Per nozze Ermacora-De Giorgio) — Udine, tip. Seitz, 1864; in 4° di pag. 12. (E. D.J In questa lettera sine titillo è riportato dal codice « Thesaurus claritas » del De Rubeis con documento del 1267, in cui trattasi della questione tra Enrico di Villalta e Conone di Moruzzo se si potesse trasmettere agli eredi un feudo ottenuto « propter divitias suas. » Enrico si pronunziò pel si, ma gli fu contrario Conone, e a lui aderì la maggioranza della Curia del patriarca Gregorio da Montelongo. Più tardi, nel 1272, Enrico di Villalta, unitosi ai signori di Polcenigo e di Porcia, tutti capitanati da Federico di Pinzano, s’impadronirono di Cividale, fingendosene amici. 73, Antonio Marsure di G. B. Bassi. (Nella Rivista friulana, 7 agosto, n. 32) — Udine, tip. Seitz, 1864; in fol. di col. 1. (B. C. TJ.) È un appello di G. B. Bassi, inteso a onorare, con una medaglia da coniarsi da Antonio Fabris, il rinomato scultore Antonio Marsure di Pordenone, autore, non che altro, di tre opere insigni, Prometeo, Zefiro e Flora ed Epaminonda. Il Marsure ebbe lodi dal Cicognara: morì a Roma in giovane età.