150 guire i propri confini naturali nel Friuli, nell’Istria, nel Trentino, verso le alpi marittime. La trattazione vi è condotta con calma, senza ardori polemici, e per ciò è più convincente. Essa fa tesoro dei libri analoghi, publicati sull’argomento dal Bonfiglio e dall’Amati, e dà due pareri del Luciani e deU’Ascoli. Per la parte del Friuli, a cui la presente bibliografia si ristringe, descrive le nostre vailette orientali di confine, e, per eccesso di dimostrazione esprime, quanto alla valle del Fella, il concetto che,, senza il possesso di essa fino al varco di Camporosso, tornerebbe quasi inutile tutto il baluardo delle Alpi orientali. 317. Lettera medita al signor Carlo Fabrizii, di Giangiuseppe Liruti. (Nozze Biasutti-Modena) —Udine, tip. Zavagna, 1873; in 8° di pag. 8, non num. (R. O-B.J In questa lettera lo storico Liruti annunzia un progetto suo di scrivere un opera di diritto, suggeritagli dal libro dell’ab. Vuat-tolo. Gli sarebbe piaciuto dimostrar largamente, con la scorta delle carte antiche e degli statuti, come i longobardi, avendo costituito popolarmente il diritto nelle loro assemblee, tramandassero esso costume, che si conservò in Friuli più che in nessun altra regione d’Italia, e si mantenne fino al cader della republica veneta negli astanti ai tribunali pedanei. Questa lettera, del 16 dicembre 1756, fu publicata nel 15 ottobre 1873; ed è da notarsi che al principio dello stesso anno Michele Leicht, allora procuratore del Re a Macerata, inaugurando l’anno giuridico, accennasse anch’egli ai giurati che funzionavano nel Friuli dal secolo x al xv. — Veggasi un articolo nel Vessillo delle Marche, riportato dal Giornale di Udine, 29 gennaio 1873, n. 25. 318. Uéber die Histoeia romana des Paulus Diaconus. eine Quellenuntersuchung von Gustav Bauch dr. ph.il. — Gòttingen, Verlag von Robert Peppmliller, 1873; in 8° di pag. 75. (B. C. U.J Prima del Droysen (V. n, 342) e dopo l’Hartel (Y. n. 288) e molti altri, il Bauch prese in esame la storia romana che Paolo Diacono, nato, com’egli dice, in Aquileia o a Cividale, dettò per volontà della duchessa di Benevento Adelperga, moglie del duca Arichi e figlia ili re Desiderio. È provato che questo libro, come si direbbe ad usum Belphini, fu ricavato, in gran parte, dai seguenti autori : Eutropio, Aurelio Vittore, Frontino, Eusebio-Girolamo,