154 335. Sul sarcofago dissotterrato a Cividale nel maggio 1874, riflessioni storico-archeologiche di P. A. dott. ]>e Bizzarro. — Gorizia, tip. Seitz, [1874] ; in 16° di pag. 19. (R. O-B.) In questa memoria l’autore, combattendo la opinione formatasi appena veduti gli avanzi di armi e di vestimenta scoperti nel sarcofago di Cividale, sostiene che essi non appartenessero a un duca o ad altro personaggio di rango elevato, ma a un leudo o gasindo od anche a un semplice scarione (capo squadra). Quanto alla famosa questione della iscrizione, il Bizzarro la ritiene affatto apocrifa; e in essa specialmente ritiene che la deforme lettera U, invece del segno V, sia più somigliante « agli attentati letterarii di un sarto o scarpellino del secolo xix, che ai caratteri unciali del-l’evangelario di S. Marco o alla littera antiqua delle iscrizioni pur cividalesi scolpite sul battistero del duomo o sopra l’altar maggiore della chiesa di S. Martino. » 330. La tomba di Gisolf'o e il dott. P. A. Le Bizzarro, note critico-archeologiche di Angelo Arboit. — Udine, tip. Doretti e Soci, 1874; in 16° di pag. 29. (B. C. U.) Opuscolo che inizia, tra i due campioni, la famosa polemica sulla qualità del personaggio, i cui avanzi furono scoperti a Cividale. Mentre il De Bizzarro nega che essi appartengano a un duca e nemmeno a un personaggio di rango elevato, l’Arboit sostiene, però con poco corredo di cognizioni archeologiche, che in quella tomba fosse rinchiuso Gisolfo primo duca del Friuli, negando in conseguenza che la iscrizione sul coperchio del sarcofago debba considerarsi apocrifa. La lite si inciprignì tanto che oramai gli uomini prudenti si astengono dalle conclusioni, tenendosi paghi di accennare solo al fatto della scoperta. 337. I longobardi e la tomba di Gisolfo del prof. Arboit, seconde ed ultime riflessioni di Paolo dott. De Bizzarro. — Udine, tip. Seitz, 1874; in 16° di pag. 44. (R. O-B.) Si accalorisce la famosa polemica gisolfiana, e il prof. Arboit, dice il De Bizzarro, che prima aveva accolto il dubio che la iscrizione fosse autentica, causa alcune traccie di matita sui contorni della stessa, si induce poi a difenderla, sostenendo invece che gli avanzi trovati nel sarcofago appartengano proprio a Gisulfo, primo duca longobardo del Friuli. E il dott. Bizzarro, con modi vivaci