341 di Gradisca. In fine al volume appaiono 44 epigrafi, ricopiate a Duino e altrove, che illustrano, tranne le antiche, la famiglia Della Torre. Insomma questo libro va tra i più importanti della bibliografia storica ed è tra i pochi cui giovi aver sempre a mano, chi voglia conoscere addentro le vicende del Friuli. Nè dissimula l’autore gli aiuti che gli vennero da altri, fra i quali rende grazie al dott. Joppi «costante sostenitore delle sue ricerche.» «58-1. Statuti civili e criminali della diocesi di Concordia, 1450, del sac. Ernesto Degani. (Nei Monumenti storici publicati dalla R. Deputazione Veneta di Storia patria, Voi. vm, Serie Quarta, Miscellanea, Voi. ii) — Venezia, tip. del Commercio, 1882; in fol. di pag. 124. (R. O-B.J Gli Staluta episcopatus Concordiensis, approvati dalla sinodo 4 agosto 1450, inediti e tolti a un codice membranaceo della mensa vescovile, comprendono ben 275 rubriche e sono preceduti da due capi dei giorni feriali introdotti in honorem Dei, e oh necessilatem homi-num, in cui, assolutamente nel primo caso, e restrittivamente nel secondo, erano sospese le cause e i giudizii. Ma cresce pregio a questa bella publicazione la prefazione del Degani (pag. 3-41), che è una storia ristretta della diocesi di Concordia, illustrata da 13 documenti in fine e da altri in calce. Estesi erano i limiti territoriali della signoria vescovile e gli avvocati della chiesa di Concordia, conti di Prata, prima protettori, divennero in breve padroni, tanto che le loro usurpazioni dovettero essere limitate dal placito di S. Odori co, 13 maggio 1192, in cui si fissò, l’avvocato decidesse da solo le colpe minori ma le maggiori in concorso col vescovo; però, nella seconda metà del secolo xm, i di Prata, continuando nelle molestie, furouo privati dell’autorità. Allora il dominio temporale di Concordia fu diviso in gastaldie, prima tre, Concordia, Portogruaro, castello di Medun, cui prima del 1336 si aggiunse quella di Cordovado: e ognuno di questi luoghi ebbe podestà, consoli, capitano e propri statuti, dei quali soltanto quello di Medun non fu ancora edito. Il Degani si indugia alquanto più su Portogruaro, per dire poi delle condizioni di Concordia sotto la república veneta, risalendo infine ai bassi tempi, e offrendo un’ idea compendiosa ma esatta del presente statuto, sì nella parte civile che nella criminale. Il Degani nel dimostrare che le origini di Portogruaro risalgono a tempi di molto anteriori al 1140, non tenne conto che tale fu già il pensiero del Bertolini. (V. n. 339 e 371)