113 Aquileia e cogli epiteti di Cereria, Pagana e Castrense ebbe tempio e sacerdotesse: rappresentava la terra ubertosa quale fu la pianura aquileiese, un tempo irrigata e ricca di frutta. La lapide, che diede occasione alla lettera, era stata scoperta nel 1758 : apparteneva al Zandonati e ora sta nel museo civico di Trieste. In essa, come in altra, la Dea Bona appare congiunta a Fonione sul cui nome si esercitano le congetture del Kandler che stima presiedesse in particolare ai campi da frutta e alle viti, mentre alla sua compagna Bona o Fannia era riservata la protezione dei cereali. 339. Sulle monete dei vescovi di Trieste e sulle zecche istriane, lettera archeologica del conservatore Pietro Kandler al cav. Nicolò Bottacin. (Nell’ Osservatore triestino, anno 1870, n. 134) — Trieste, tip. del Llojd austriaco, 1870; in fol. di col. 3. (B.C.T.) Vi si parla altresì della zecca d’Aquileia ai tempi imperiali, della quale si trovano anche oggi monete consolari d’argento, appartenenti a due coniazioni, e monete di rame. I tempi più ricchi sono quelli di Augusto, degli Antonini e specialmente di Costantino. Quando poi il patriarca coniò moneta, cessarono di batterla i vescovi di Trieste, ma continuarono i conti di Gorizia. I patriarchi non coniarono monete speciali per l’Istria, dove erano preferite le veneziane, ma alterarono il conio, sostituendo ai segni anteriori lo stemma della loro famiglia. 340. Teobaldo Ciconi, cenni biografici per Carlo Catanzaro. (Nel Corriere di Firenze) — Firenze tip. Faverio, 1870; in 8° di pag. -16. (B. C. U.) In questi cenni si parla con qualche ampiezza del valore drammatico del Ciconi, il quale, in questo arringo, cominciò con la tragedia Speronella, ma ottenne fama nella commedia. Ne compose nove e ne tradusse anche dal francese. La figlia unica è il suo capolavoro; e mentre scriveva La gelosia, tolta da una novella ungherese, fu colto dalla morte. 341. ‘Nei funerali del prof. ab. Gian-Jacopo Pirona, parole dette il giorno 6 gennaio 1870 dal prof. ab. L. Candotti. — Udine, tip. Seitz, 1870; in 8° di pag. 7. (R. O-B.J Nessuna indicazione biografica è contenuta in queste parole che il prof. Candotti, con voce commossa, recitò ai funerali del 9