479 MDXXr, SETTEMBRE. 480 Domino Francesco Baiatolo i cavaijcrj Domino Domenico Marioni ) Domino Alvise di Alberti Domino Piero Francesco Montanaro Domino Julio di la Torre Domino Gabriel di Pelegrini Zuan Batista di Chaliari j Mathi© Boldiero r . Hironimo di San Sebastian i 01 ,u ini' Bortolo di Ubriachi ) Da poi disnar, fo Pregadi jusla la deliberation di farlo presa eri; ctiam ordinato di far Consejo di X con la Zonla, però che sier Alvise di Prioli savio dii Consejo voria darli l’ajuto per il Consejo di X, acciò fusse secretissimo. Et avanti il Doxe con la Signoria venisse suso, se redusse Consejo di X con la Zonla in cheba, et fo ledo le letere di llongaria. Et perchè inanellava alcuni di Zonla, videlicet sier Alvise da Molin procu-ralor, sier Zorzi Corner procurato!', è a Padoa, e altri non erano reduli, fu fato uno di Zonla per suplir al numero,di potersi redur, et rimase sier Antonio Bon, fo Cao dii Consejo di X, qual chiamalo non era in Pregadi, et mandalo per lui a caxa non fu trovato, unde lerminono far uno altro di Zonla, e Ibsier Zulian Gradenigo fo capitanio a Padoa, quel era in Pregadi, e chiamalo andò in cheba, e stalo assai, fo proposto per Savii dar il soccorso per questo C011-sejo di X al re di llongaria di ducali 10 inilia. Et parlato, fu preso che la materia aspelasse al Pregadi, et cussi la Signoria con il resto veneno suso; ma per esser L’hora tarda, il Doxe non volse venir nè ctiam si volse iutrar in la materia e fo rimessa a domali. Ma doniente il Consejo di X siete dentro, fo Iccto le letere di llongaria al Pregadi, reduli i Cai di XL a la baneha, et sopravene letere di campo. Etiam quelle fono lede, et una di campo venula questa matina. 285 Di llongaria, di sier Lorenzo Orio dotor orator nostro, date a Buda, a dì li Septcm-brio. Come havia ricevuto letere nostre, li avisi dii Sophì e di Soria, unde andò a T&na dove era il He per comunicarli (al nove. 11 qual quel zorno che ’I zonse li, il He era partito con quelli signori, et andato mia 30 italiani più in là in una terra dieta Tulha. Unde lui Oralor andò 11, et richiesta audien-lia dal He, l’have e li comunichò tal nove, afirmando a Soa Maestà dii bon otlicio si fa per la Signoria con li principi cristiani per pacificarli aciò si possi alender iu ajular questo regno per ben e conservalion di quello c de la republica cristiana, scusando la Signoria nostra esser su grandissime spexe per la guerra si fa de. e per tutela dii Slado nostro. Et era domino Andrea dal Borgo, lì qual tien il primo loco di consier con li altri signori, quali tiratosi a presso dii He, consultano la risposta. Et perchè tutto il regno crida, come disse dillo Andrea dii Borgo, conira la Signoria nostra perchè non li mandava soccorso, disse etiam esso Oralor volca seguir in campo Soa Maestà e havia cussi aulo ordine di la Signoria nostra. Hor poi per il Gran canzelier li fo risposto nomine regio il He havia auto agrato li avisi dati, qua- li etiam per certi turchi presi havia intesi, ma non cussi particularmente. Poi, quanto al soccorso, la Signoria havia gran spexe, disse questo importava più che tutte le altre, perchè le arme si move in Italia è tra signori, poi si fa paxe con restituzion dìi tolto; ma conira il Turcho non vai se non veder la ruina di la fede cristiana, el che seguirìa preso fusse questo regno, e lì andava il tutto perchè questo Turcho voi exterminar cristiani. La Signoria è savia, la potrà ben dar qualche parte di subsidio al He e ajutar con danari a le gran spexe dii Ile e sparagnar in qualche zelile la tien in Italia, perchè facendo, questa Maestà mai li sarà ingrata; e che 1’ havia aulo letere da P Imperador suo cognato, li scrive, per poterlo ajutar, ancora che la Germania non volesse, voleva far paxe col re Cristianissimo. Quanto al suo venir in campo il He lo vedeva mollo volentieri. El scrive poi, domino Andrea dal Borgo disse questo instesso, con dir è servilor di la Signoria, e dia ajutar il He, e che la Signoria avisi spesso di le cose dii Sophì c di turchi. E cussi tolse licenlia da Soa Maestà e tornò a Buda, et scrive fin pochi zorni anderà in campo, si mete in ordine de. Dii dito, pur a dì 14. Come erano venule nove al He mollo dispiacevole per la perdeda di la fortrza di Belgrado, qual è la chiave di questo regno e dii tulio; la qual nova vien tenuta secretissima aziò le zelile che vieneno in campo non si smariseno, et tornino, et il He ha fato far cride per tulle le zenle vadi in campo, con promission di Soa Maestà voi esser insieme con tulli, e dove melerano la soa testa etiam Soa Maestà voi meler la sua. Sichè era un grandissimo exercilo, et zà lo ha, benché ancora li bohemi non sono zonli, che ne vien assai. Se aspela ctiam il Vayvoda transilvano, qual zonlo voleno andar a far la zornata col campo dii Turcho. Et dito exercilo è in campagna apresso . . . mìa 4 lontan di la Drava; e l’exercito sarà in ordine perchè tulli co-reno a quello per far la zornata, et sono un exercilo oratori.