73 MDXXI, LUGLIO. 74 Maestà; la qual dice voi venir al lutto dal He suo inarilo. Questi li hanno scrilo è tempo di atender ad altro, et sua regai Maestà vegni a Strigonia, dove el Re potrà andar a visitarla, poi ritornar di qui a Buda a far le provisione. El questo fanno perchè voleno alender ad altro che a noze.adesso; et questo ¡stesso fa il conte Palalino, clic novamente si maritoe e ancora non l’ha menala. 40 Sumario di leiere di Vorator Veneto in Hungaria, date a Buda a dì 6 Luio. Come il precedente zorno al lardi erano venule nove a quello Serenissimo Re, che al Mereore iuanli, che fo a di 3 di l’intrante, turchi in gran numero si erano posti solo Nauderalba overo Belgrado, et quello haveano slrelo, e da terra et per el Danubio, de modo che quella forleza si havea per assediala; la qual era la principal e la più importante del regno di Hunglieria, el che tanto più si dubitava, quanto la si ritrovava improvisla de munilion de zelile e vitualie ; per il che tutti si atrovavano come atonili. Come el Signor turco, non solamente era in quelle parte con le zente soe; ma havea destinalo uno altro potentissimo exercilo verso la Croatia e Sla-vonia, et per quanto era venulo quel zorno a notitia di quel Serenissimo Be, dicto signor Turcho ha in animo de occupar Clissa et Seardona principali fondamenti di la Dalmatia. Come la Serenissima Begina erazonla in Posonia, dove el reverendo Cinquechiese, illustrissimo Mar-cliexe e altri signori erano slà mandati per exortarla a restar de li fino a San Martino; la qual non ha voluto assentir, dicendo voler andar a trovar el Serenissimo suo marito; il che era di gran disturbo a Sua Maestà el a li baroni dii regno, et doveano mandarli altri per farla andar a Strigonia, dove più facilmente quella Maestà potrà alrovarse con essa Serenissima Begina. 41'^ Dii re di Hongaria a la Signoria nostra, fo Icto una letera data a Buda, a dì 5 Luio. Come el Turco è intrato con potente exercilo nel suo regno. Etiam ha aviso parte del suo campo vien in Dalmatia per tuor Seardona el Clissa, lochi importantissimi a la cristianità e a la Signoria nostra ; per tanto prega la Signoria vogli ajular dilli do so’ lochi di polvere e altre monition, perché se quelli si- perdesse, saria gran danno a la Signoria nostra per la vicinità di quelli con le terre nostre, (1) La carta 40 ' è bianca. Nota: in le letere di 28 Zugno di l’Oralor, è uno aviso, clic quelli de li li domanda si sa si ’1 signor Turco vien in persona; a li qual risponde non saper nulla. Sichè sono in gran paura. Di sier Gasparo Contarmi orator nostro, date a Bruxclc, a dì 4 Luio. Come cri zonse il re di Dacia cugnalo di questa Maestà, qual inteso il suo zonzer a Molines, mandatoli conira li signori per questa Maestà a honorarlo, et fatolo a venir a uno loco a meza via, poi questa introc in questa cita a hore .... Conira el qual poi Soa Maestà andoe vestila di uno saio soprarizo d’arzento, con i Ire oratori è de 11: pontificio, anglico e lui veneto, invidati da Soa Maeslà, e altri principi e signori è in quella corte. Fono da zercha cavalli 600, et si andò cussi conira C mia de nostri, dove Soa Maeslà scontrala, qual veniva sola in una carela come si suol andar per la Fiandra; qual vistolo, questo Re si fermò, et cussi fece esso re di Dacia, et ussilo di carda, rnonloe sopra una chinea questa Maestà li havea mandata conira, et cussi veneno ad incontrarsi. Quella Maeslà era vestita di raso negro con una capa di panno a la spagnola atorno, e bereta di veludo negro a la fiandrese in testa. Et aprossimale ambedue Maestà, il re di Dacia smontò da cavalo, el cussi fece questa Maeslà, et abrazalisi insieme, essi Re per interprete, qual fo Laudentier, lui in lodesco el la Cesarea Maestà in francese, si acolseno amorevolmente, et li disse esser venulo 100 lige lodesche per paesi de i nimici soi, incognito, per visitarlo et abrazarlo, el oferirse ad ogni suo bisogno ; el cussi cavalcono verso la lerra. Quel re di Dacia, per reverente lassava andar la Cesarea Maestà avanti, el questa Maestà si fermava chiamandolo apresso, et andando rasonando fino a la lerra; ma prima essi 41* oratori, principi et signori li lochoe la mano. E introno in la cità a hore »/, di note con gran numero di torze, che a la porla lo aspelava, et fo acompagnalo ne la caxa dii conle Naxo è capilano ne l’exercilo di questa Maestà. Da poi, questa sera il Re li fece un banchelo; e a la porla de la sala, quando vene dillo re di Dacia al prefalo convito, era la illustrissima madama Margherita el la Reina ólim di Napoli, fo moglie di re Forando vechio, quale lo abrazono et basono justa el costume de qui; et cussi a laola non fono se non li do Re et do done. Poi, compilo, fo baiato ambedoe Maestà con le donzele de dille Madame, et cussi ancora a hore do di note si balono. Scrive aver recevuto 4 nostre letere. Per una, di portamenti de li cesarci in Frinì con le letere dii Luogotenente de la pairia, con le letere dii capi-