413 MDXXI, SETTEMBRE. 414 altre parlicularilà, sieome dirò di solo. Item, fono Ictere dii Surian orator nostro, di Cales, come di soto dirò il sumario. Fo serilo per Colegio al ditto Orator in Pranza in excusalion di la Signoria nostra, in exeeution di quanto fu preso più volte in Pregadi, et scrito narrando le operation nostre a beneficio di la impresa, e dii constante animo nostro verso la Cristianissima Maestà; con altre parole, ut in litteris, et mandatoli la lista tutta di le nostre zelile è in campo e altrove, acciò la monstri al Re et illustrissima Madama. A dì 16 la matina, fo letere di campo, di 14, hore ... Come fevano i nimici le spianate verso Mantoa et verso Rezo ; il sumario di le qual lettere scriverò Iole le sarano in Fregadi. Di Cales, fo letere dii Surian orator nostro, di.. . Il sumario ctiam sarà qui solo. Vene l’orator dii re di Franza in Colegio per cose particular. Da poi disnar, fo Pregadi a pelizion di Savii ai ordeni, e lete queste letere. Fu posto, per li Consieri, una lelera al Podestà di Citanuova, che ’1 debi dar il possesso di quel ve-scoado vachado per la morie dii reverendo domino Marco Antonio Foscarini al reverendo domino frale Antonio Marcello arziepiscopo di Patras, come apar per il breve et bolle del Pontefice averlo auto, ut in litteris. Fu presa. Ave 5, 16, 109. Di campo, da Fontanelle, dii provedador Oriti et Nani, date a dì 12 hore 23. Come eri scrisse Lutrech si voleva levar col campo de lì per andar a San Segondo ad alozar; ma non sono mossi, et Lutrech mandoe alcune soe zente con artelarie a Rochabianca per expugnarla. Quali andati e domandatoli il loco, risposeno quelli dentro volersi lenir ; sichè se li daria la bataria con darli poi la bataia. Et come scrisse cri per uno messo dii Governalor, pareva i nimici aver passà la Lenza, e si levavano: hora avisa non esser mossi dal primo alozamento feno di San Lazaro mia do di Parma. Scriveno, aver mandato nostri stratioti fino a dito campo per intender qual cossa zercha Piero di Longena, come scrisseno. Non li potè parlar per esser andato a portar le vi-tuarie con li altri in Parma. Poi tornato, li parloe di ducati 1200 dia dar a l’Arsenal per la possession comproe; dice si forzerà di mandar qualche dinaro etc. Eri sera riceveteno 4 nostre letere et quella con avisi di Fiandra la comunichono a Lutrech, presente il Governador, e di la perdeda di Muson disse Lutrech averlozà inteso; per l’altra,zercha quel Chiusi homo dii conte Mercurio andato a far 50 cavali di stratioti, li parlerano; il qual Conle voi aver slratioli in la sua compagnia di zenle d’ arme, che non è il dover. Scriveno, li grisoni voleno tante cose che saria più di ducali 100; sono di mala natura. Per l’altra zercha il conle Guido Carpegna venuto de lì, se li par darli condilion, scriveno aver inteso questo non è nepole dii conte Piero dal Monte, nè edam aver fato il mestier di le arme, ma ben è li in campo uno Francesco vero nipote dìi dito conle Piero qual Io laudano assai e saria bon darli conditione. Scriveno è zonto nova Rochabianca aversi dato a pati salvo l’aver e le persone; la qual nova li piace assai perchè ivi erano assa’ roba, e se fosse slà presa per forza sì harìa ateso a sachizarla e si harìa fato mal assai. Di dito, date ivi, a dì 13, hore 11. Come fono 249 chiamali da lo illustrissimo Lutrech, dove era il Governador, il signor Marco Antonio Cotona,olirn duca di Urbin e altri capitani, et proposto per Lutrech di andar avanti col campo et aprositnarsi a Parma, et prima a San Segondo, poi subito levarsi. Et il Governador, ducha di Urbin, domino Galeazo Visconte, signor Julio di San Severin et loro Provedadori fono di opinion de indusiar ancora per saper melio li andamenti de inimici, maxime havendo inteso i nimici aver mandalo via li soi cariazi e persone inutile. Et il signor Marco Antonio Colona et conle Piero Na-varo erano di opinion di levarsi per non perder la reputazion, et tirarsi più avanti per dar animo a li noslri dii campo, maxime perchè sguizari voleno andar. Et eri sera zonseno in campo li noslri grisoni a li qual non hanno potuto farli la mostra ; etiam zonze Antonio di Castello con li 300 fanti di Brexa. Tamen Lutrech deliberò di levarsi da matina; tamen il tempo è dato a l’aqua. Sguizari, per quello si ha, doman dieno zonzer a Cremona. Scriveno aver co-menzalo a pagar li nostri fanti, e reveder le compagnie. Hanno casso 5 contestabeli di quelli di fanti dii Saxadello, et uno è restato, qual è homo da bene. Etiam casso di quelli dii Rajon uno contestabile; sichè anderano rasetando le compagnie, ponendo in quelle più forestieri potrano, nè voi far la monstra a li noslri grisoni per esser venuti di quelli erano in Piasenza in campo di francesi, et la Signoria poiria esser inganata. ltem, dimandano danari per pagar le zenle d’arme questo mexe; qual è laudale grandemente da francesi propri. Panfilo Benlivoi è zonto in campo con la compagnia; etiam è zonti il Sojano, il Donado, 1’ Ursino con li cavalli lizieri soi, e hanno falò la mostra e li laudano di bella compagnia. Scrive, hanno deliberà non si muover per esser il tempo dato a l’aqua.