83 MDXXT, LUGLIO. 84 lic 25 ora por ussir a di 25 Zugno; ot altro parlicu-larilà ut in litteris, el sumario dirò di solo. Fu falò una terminalion per i Consiglieri, essendo comparso in Colegio sicr Francesco Donado el cavalier, rimasto cri Avogador di comun, dicendo è Inquisitor dii Serenissimo Principe passato, el alegò il caso del 1501 a di . . . Marzo, che sier Lunardo Grimani era Inquisitor, rimase Avogador di comun, et con questa scusa di esser eleclo Inquisitor con pena si excusoe et fo acelà la sua scusa. Et cussi fo terminalo el potesse refudar senza pagar li ducali 500 di pena. Fo poi fato li oficiali de le galie di Alexandria, li nomi di qual qui non li scrivo per non acader. Da poi disnar, fo Colegio ìli Savii ad consu-ìendum. FA vene letere di Roma, di l’Orator nostro, di 18. Zcreha quanto li ha dillo el Papa in maleria lurchesca; el sumario do le qual scriverò poi sarano lele in Pregadi. A dì 23. La malina, vene in Colegio sier Priamo da Leze venuto Podestà el Capitano di Treviso, in loco dii qual Domenega andoe sier Antonio da cha’ da Pexaro. Et referito jusla ol consueto. El Principe lo laudoe, dicendo è bon ultimar quelle fabridie. Di Milan, fo letere dii Secretano, di 20. Come monsignor di Lulrech veniva con assa’ provi-sion; era zonto a Villafrancba lige 4 lonlan da Lion. E altre occorenze ut in litteris. Vene l’orator dii ducila di Fcrara, qual ave au-dionlia con li Cai di X. Traiano certa cossa, nescio quid. Da poi disnar, fo Consejo di X con la Zonla. Di Milan et Franza et Anglia, fo letere, qual fo lede nel Consejo di X, e di sier Dolo Nani da Chiari, e altrove di Lombardia, el sumario di tutte scriverò di solo. Item, fono sopra Zuan di Saxadelo conduliér nostro, quale li soi agenti voleano licentia per aver compito la sua ferma, et poi zonse letere di Verona elio diceva el ditto Zuan di Saxadelo esser venuto a dirli aver auto comandamento dal Papa che ’I ritorni sotto pena di confiscatilo» de., e cussi, per aquietarlo, fo in dillo Consejo di X con la Zonla rinovà la sua condola por uno anno, sieome la era prima, cossa che si dovea far in Pregadi, nò mai più faLi nel Consejo di X. Tamen per la impor-tanlia di la cossa, per non esser tempo fo expedita in di,lo Consejo di X. A dì 24. La malina, veneno C oratori de la comunità di Iìuigo ad alegmrsi col Doxe di la as- sumplion sua al duellalo, el fece una oration latina uno ciladin de li, chiamalo domino....... Veneno li tre oratori di Ferara venuti a con-gralulalion dii Principe, insieme col vecchio residente de qui, e lolseno licentia di partirsi ; i quali e| Doxe li fece grata acoglientia ; et parlirano questa sera. El Doxe andoe per palazo jusla el consueto. È da saper, in questa matina, li tre Inquisitori sopra la Promission dii Doxe defunto, reduti più volte insieme, el falosi far un loco de sentar di laole a presso la chiesuola nuova, et vedendo non trovar cossa contra Sua Serenità, solum che suo iiol sier Lorenzo Lorcdan era stà creado proeuralor di San Marco conira la sua Promission, clic voi fioli el ne-poli non possi aver alcuna dignità, tamen per parto presa in Gran Consejo potè esser eleclo, et cussi questi zorni reduti più volte a uno, sier Alvise di Prioli si fece intender era di opinion senlenliar che sia privo di la Procurali, el sier Francesco Donado el cavalier è di opinion possi esser electo, perchè lui essendo Savio a Terra ferma messe la parte; ma sier Antonio Condolmer non si lassò intender, pur se divulga voi esser in opinion col Prioli, unde ter-minono mandar questa malina per dillo sier Lorenzo Loredan Proeuralor, fo dii Serenissimo. E reduli in chiesuola di suso tulli tre li Inquisitori, vene el ditto sier Lorenzo con sier Nicolò Juslinian qu. sier Bernardo suo zerman solo, al qual sier Alvise di Prioli fece le parole come era stà mandato per lui 49 per aldirlo, perchè era rimasto Proeuralor conira la Promission dii qu. Serenissimo suo padre; ai qual rispose dito sier Lorenzo Loredan desiderava prima veder le parte che li obslava e consejarsi con i soi fradeli et parenti, poi li risponderla le raxon sue. Et cussi ditti luquisilori fono contenti mostrarli le leze, etiam farne darli una copia, el li domandavano do allre cosse, come noterò di solto. Veneno oratori di Grado' in Colegio a dolersi quelli di Maran li hanno fato danni a le loro barche pescando etc. unde il Doxe li domandò qual è più, quelli di Maran o di Grado? risposenodi Grado, e il Doxe li disse dèli su la lesta. Tamen li Savii dissono non facesse questo, saria uno apizar guerra, et se scriverla a Udene, etiam a l’Oralor nostro apresso la Cesarea Maestà. Di sier Gasparo Contarmi orator apresso la Cesarea Maestà, fo letere date a Bruxeles a dì 9 di V istante, el sumario dirò di solo. Da poi disnar fo Pregadi ; et prima fusse lelo letera alcuna, venuto il Doxe, fu posto per li Con-