199 UDXXI, AGOSTO. 200 E per esser l’ora larda, fo liccntialo il Consejo, c dillo domai) si cliiameria per ultimar questa materia. Nolo. Hanno nolado do decime perse, e credo queste sarà........ In questa malina, veneno in Colegio C oratori di la Patria dii Friul, vidélicet el reverendo domino ... Arzentin episcopo di Concordia, et domino .... de Nordis decano di Cividal di Friul per nome di prelati, domino Bianchii) conte di Por-zia et domino Camillo da Coloralo per li castelani, domino Jacomo Florio dolor da Udene, et domino Antonio Ilector dolor di Sacile per .... Et mirati, domino Jacomo Florio fece la oralion latina, alenandosi de la assuplion dii Principe. Fu bella e laudata. 11 Principe li carezoe, et la matina sequentc veneno a luor licenlia, et parlò pur latine domino Antonio Ilector, et si parlino. Non veneno mollo pomposi, ma ferialmente. El caso seguile in Rialto per il ferir di sier Ja-como d’Armer di sier Alvise, et di quel altro scolaro napoletano, quali tulli do stanno malissimo, e falò consulto di molti ceroici. Ozi, aperta la piaga di l’Armer, conclusene quasi tulli non esser rimedio a varirlo. Ilor li Avogadori comenzono a far il suo processo conira ditti Sanudi che lo ferileno ; quello seguirà noterò di sotto. In questa malina, si partì de qui el signor Marco Antonio Colona, va per la via di Padoa verso Milan; al qual li sarà fato le spese per la Signoria nostra di loco in loco, et per aver promesso non inlrar in Milan nè Pavia al Papa, voi andar di longoa stafeta in Pranza. 120 A dì 10 Avosto, Sahado, fo San Lorenzo. Fo letere di sier Vicenzo Capeio luogotenente di la Patria di Friul, date a TJdene, a dì 8. Come manda uno capitolo auto di Gradiscila, con nove, 20 milia turchi esser sta rotti da lodesehi e corvali; el qual capitolo è qui sotto scrito, ma non fu credulo. Vene il Relor di scolari di artisti, con alcuni altri, ad alegrarsi de la crealion dii Serenissimo, el domino Marin Bizichemi, leze la rethorica et umanità a Padoa, fece la oralione Ialina, molto longa el bella. El Principe poi li usò grate parole, et che li soi privilegi di quel excelenlissimo Studio sarano mantenuti, dandoli ogni favor. Veneno li 6 oratori di la Patria di Friul a tuor licenlia, et domino Antonio Ilector dolor di Sacil fece alcune parole Ialine, Vene l’oralor dii ducha di Ferara, e con li Cai volse audientia. Comunicò alcune cosse e sempre è solito con li Cai, videlicet avisi dii campo dii signor Prospero, qual è alozalo sopra la Lenza al ponte;et che volendo li fanti spagnoli danari, et el signor Prospero non avendo di darli, diti spagnoli vollono le arlelarie verso di lui; pur fono aquetadi. Da poi disnar, fo Pregadi in materia di angario, e venuto il Doxe in Pregadi, sopravene le infrascrite lelere. Da Milan, dii Secretar io, di 7, hore 24. Come Lutrech li ha dito aver una letera di uno nontio dii Re è in lerra di sguizari, de la qual è restato molto alegro, et ordenò a monsignor di Torbe li desse la copia; la qual la manda. Lo ha confortalo a mandarla a Ferara et a Zenoa per inanimarli ad esser col re Cristianissimo. Poi, dii zonzer li di Pietro Na-varo a Milan, mandalo dal re Cristianissimo per far armada per mandarla nel regno di Napoli, e far ri-rilornar spagnoli, et voi mandar l’armada in Provenza con quella di Zenoa, dicendo: « Scrivò a la Signoria ctiam lei mandi la soa, el se babbi el numero di P armada Paverà, e scrivè la Signoria fazi gajardamenle, senza rispello. Però fe’ di aver presto risposta di quanti legni P ha, el quando si potrà averli ». Scrive, il conte Hugo di Pepali à haulo dii 120* governadordi Zenoa di 5 : come Parmada inimica era tornala a Livorno et andava a Corsicha. Scrive, eri fo condulo de qui quel Mazo Scolo et Piero Francesco Malvesin con 9 altri non da conto, quali vo-leano dar una porta di Piasenza a li nimici, videlicet conte Piero Buso Scolo. Scrive, aver ricevuto lelere di retori nostri di Verona zercha il passo rechiede li 3 capitani cesarei da Trento per li fanti, et coinè voleno obviarli non passino. 1 quali voleano passar per la Crovara via. Monsignor di Lutrech dice vera con li sguizari a obslarli. Item, ha auto per letere de la Signoria nostra li reporli zercha la venula dii marchexe di Pescara, et li ha comunicati etc. Item, quanto a scriver una volta al zorno, sempre à scrito et scriverà una e do e Ire al di. La letera di quel co-missario dii re Cristianissimo, nominato maestro di rotoli, scrive a monsignor di Lutrech, di 3, a Lucerna, come in la diela'di signori sguizari ha fato bou oficio, et aspeterano el zonzer di Gragnis con le le-tero di soa excelentia, et fin 8 zorni farano una al-Ira dieta lì. Lo episcopo di Varola, nontio dii Papa, ha rechieslo C000 sguizari. Li è slà denegà darli, con dirli el Papa à auto torto a romper al re Cristianissimo senza causa; e che ’1 Papa usa busie. El cardenal Sedunense è stato a Zurich, e fato assa’ promesse a nome de la Cesarea Maestà, per aver sguizari. A la