223 MDXXI, ACOSTO. 224 horno d’arme, el haverano con loro 300 barche, el voleno venir per la Pranza via in Italia iti ajuto dii Papa conira ili lui, e non voi locar alcuna terra. La qual cosa li pareva grande, perchè el lassava Troes e altre terre grosse da drio, et conveniva passar per la Franza più di mia .... Tamen voleva far provisione. Havia scrilo a monsignor di Lanzon si tiri in terra, c fazi adunar li formenli a le Ierre grosse, e quelli non si potrà li fazi brusar, e cussi altre vilua-rie, e romper i molini ; et come aspelava li sguizari venisse, el havia spazi al ducha di Lorena, qual lien uno a la corte de 1' Imperador, li avisi el tulio, et cussi al capilano Hironimo è in dilla corte e suo pensionario; sichè sarà avisato de la verità. El scrilo al ducha di Geler, qual manda 10 coricri atorno, pagali però da Sua Maestà, in le terre e lochi de ¡’Imperador, da li qual se intenderà el lutto. Disse, aver spazà Piero Navaro a Milan, aziò con l’armada di Zenoa vedi di far eie. con l’armala di Soa Maestà è in Provenza. Item, come ha di Pampolana, il Con-lestabele si dovea partir per andar in Spagna per li garbugi sono di quelle comunità. Disse come valen* zani erano acordali con le comunità contra el re Ca-tolico, el erano andati a campo a Xaliva, e il Gran contestatale era partito el l’Armirante eie. di Nava-ra. Item, li disse, come l’orator dii re di Anglia lo persuadesse a far le trieve etc. Et che Soa Maestà non voi farle, perchè saria la ruina de l’impresa de Italia, perchè la Cesarea Maestà ajuleria el Papa coti-ira di lui. Scrive, questa Maestà è partito di Villa Nova, el venuto qui da la Raina et illustrissima Madama, et ozi se partono. Va a Oton 10 lige lonlan de qui. Solicita si expedissa el suo successor, con assae parole etc. Dii dito Orator, date Artois, adì 5 Avosto. Come havia recevuto 4 letere nostre. Parlò prima a la illustrissima Madama, qual trovò la parlava con l’orator anglico, che la solecilava a far questa Maestà asentisse a le trieve con la Cesarea Maestà. Quella non rispose cussi come altre volle havia fato, ma disse queste trieve fo proposte a Cales, e se li responderá. Scrive, da Gerona si ha questi dii Ile aver preso San Zuan di pe’ di Porto, e questo ¡stesso si ha per letere di quelli è a li confini di Navara, et come i nemici corevano facendo danni eie. Et che le 135 comunità redute in exercito, erano andate a Xaliva con valenzani venuti con loro, e auto la terra, hanno liberato el don Fernando fo fiol dii re Federico, duca di Calabria cognominalo, era lì prexon etc.; et che nel regno di Navara era el ducha di Nazara restato, e il Contestabelc partito per Vajadolit cl lo Ammiran- te per Valenza. Item, li disse, quel Francesco Sichen con zenle coreva el paese di questa Maestà. Item, scrive mandar letere di l’Orator nostro in Anglia. Di Boma, di V Orator nostro, di 8. Come el Papa man¡ló un palafrenier a dirli, ozi a bore 19 li andasse a parlar, e cussi andoe. Trovò el lezeva Policio, et li disse aver mandato per lui per dirli come cl marchese di Manloa era slà conceduto da Soa Beatitudine e da la Cesarea Maestà per capilanio, però la Signoria non li facesse alcun ol trazo a li soi nè al suo Stalo, che li faria cossa li dispiacerebe. Et lui Oralor disse, che Soa Santità come capo de la cristianilà doveria ajutar l’IIongaria, con assae parole, e lassar queste guerre fra cristiani. Soa Beatitudine disse: « Per nui non manca, et liavemo zà principialo ad ajularlo: volemo expedir questa impresa contra el re Cristianissimo prima, qual si expedirá al più in uno mexe e mezo, poi sarà pace e tutti alendcremo contra infedeli ». L’Orator disse, sarà longo tempo a quello bisogna. Poi lui Orator lo pregò, in execulion di la boia fece, volesse far dar le possession a quelle done da cha’ Zorzi a Ra-vena. Soa Santità disse lo farà, se ben dovesse pagar del suo « se la Signoria non farà più di quello 1’ ha fato fin hora conira de nui. L’Orator disse, la Signoria non farà conira Soa Beatitudine per la observanlia posta a Soa Santità, et quello la fa è per ubligalion l’ha con el re Cristianissimo eie.; F, a questo el Papa li rispose: « Se Irata contra de vui; nui semo amici de quella Signoria, e al bisogno la vederà eie. Scrive, cl Papa ha filio cavar di Bologna molli per suspelo. È venute lanze 300 dii signor marchese di Pescara et signor Prospero a Bologna, ma mal in ordene el mal a cavalo. Scrive, le zenle è in campo dii Papa, qual è vicino a Parma, e in Parma è monsignor di Lescu con lanze 200 e il signor Federigo di Bozolo con fanti 4000; tamen non poi saper nulla, perchè le letere tulle vieneno, fin quelle di mercadanli, vieti aperte. Scrive, el signor Renzo di Cere mandò uno suo secretario zà più zorni a Venezia, drizato a domino Andrea Griti procuralor e sier Borlolamio Contarmi, con i qual parloe che ’I 135* dito signor vcria a servir la Signoria nostra. Li disse si ’1 poteva venir con la compagnia. Rispose credeva di no, ma ben con la persona. Li disse lomase per saper questo; qual nel ritorno a Urbino fo relenulo dove siete 20 zorni, e zonlo qui, dito signor Renzo l’ha mandalo a lui a veder quello ha di lai cossa. Li ha dillo non haver nulla da dirli. Scrive, come il pro-tonolario Benlivoy è venuto da lui, dicendo che Zuan di Saxadelo condulier nostro si partiva da la Signo-