401 MDXSr, SfrrrEunnr:. 46-2 luiline e coslumo, el Venere et Saltala, 6 e 7 dii presente, si sequestrò Sua Maestà da le negoeialioni, dedicando lai giorni a sue devotione, confessandosi, et eri malina comunicandosi, poi ne la sua camera stando in quella fino vene 1’ bora di conferirsi a la chiesia, che fu a eercha mezo giorno. Nè mi par di pretermelervi l’habito con che Sua Maestà si lassò veder da infinito numero di persone, che nella cate-drale ecclesia di san Pietro di quesla cillà, dove fu celebrala tal cerimonia, el ne le strade, quella alen-devano non senza incredibile desiderio. Ilavea prima Soa Maestà una piciol bereta di panno nero di la sorte che noi apellamo lochi, circondata di penne pa-vonaze; il zippone poi era d’arzento e raso pavonazo fallo lutto de slriche de quelli, el la slricha pavonaza era tagliala, dal taglio era poi trala la camisa; le calze veramente l’una, zoè destra, era di panno bianco, la manca di panno pavonazo e btancho, in slriche que-273 ' sle, et il zippone fallo a la svizara. Ilavea sopra quello una cappa di panno bianco fatta al modo militante, che non ha da rietro il capiron hispano, striccala attorno de un cordon di san Francesco de panno de arzente; nè altro havea indosso. Venuto in tal guisa a la chiesia predilla, lo reverendo episcopo di queliti, che è confessor de Sua Maestà, canlò una solenissima messa, a la qual Soa Maestà vi siete mollo divola-menle. Finita, la si levò dal luoco suo, et avendosene ad una parie de la chiesia dove ingmochiali erano in bel diametro disposti da 150 fra grandi et piccioli utriusque sexum, dal primo de li qual cominciando faceva sopra il volto con il police el indice, pigliando prima la longeza del viso, poi la largeza loro, il segno de la croce, e poi li dava la beuedilione, continuando in tal maniera fino al postremo. Et cussi come Sua Maestà procedeva nella signalione, cussi dietro le pedale sue vi andava un genlilhomo, dando a cadauno de li segnati dui soldi francesi, che vagliono de’ nostri sei. Absolulo tal pio el laudabile olicio, Soa Maestà si lavò lì in chiesa le mani, et poi montala a cavallo, se ne andò a disnar. Di tal egritudine si ve* deno le persone liberarsi in lauto tempo, quanto è che i la hanno; sichè quelli che sono presti ad liawr coniugio a Ini medico poco la patiscono; gralia cerio grande et> divina* de la qual ve ne ho voluto far molo, aciò parimente quanto io vedo di vostra scientia degno vi inolesca. L llabilo regio fu di quella sorte, per esser Sua Maestà accinta al partirsi per andar in campo, et voler che ognuno pubicamente venisse in cognilione de la inlenlione et fermo proposito Pavea di voler in persona difender il regno suo. E noi habbiamo ordine di seguir Sua Maestà nel numeroso exercilo, dove è bisogno alrovarsi mimili di animo et coragio prima, poi de lucenti arme, klio si degni havcrne nella sanclissima protectione. Di Troes, alti 9 di Setcmbre 1521, hora 4 noctis, raptim. Stimano di alcuni avisi aulì per Ietere di sier 274 Zacaria Lorcdan capitanio di Cipri, date in Famagosta a dì 30 Zugno 1521, ricevute 17 Setembrio. Come, per letere di sier Crislofal da Canal capitanio di Hallo, di 28 Zugno, si ha esser acoslalo al muoio dii porlo una fusta di cercha banchi 12, et uno brigantino, vieneno da Rhodi, partì èzorni 10, spazadi subito da Rhodi con ordine vegni a queslc aque a far comandamento a lutti soi corsari si mitigano a Rodi; e questo perchè haveano per certo, che le galìe di Alexandria e quelle di Barulo lurchesche, per comandamento del Signor erano al Strcto armale, e clic fuora del Strelo erano ussite fusle 80, et da Consta ni itiopoli si doveano partir galìe 100, sbrano in lulloda zercha vele 220, e si divulgava venivano a Rhodi, e chi diceva a Cipro, e alguni zude-gavano in Candia, et che da Rodili erano ussiti più brigantini por diverse parte per far tal efleclo de redur i corsari a Rhodi, perchè loro erano mal in ordine di navigli e de zenle, e che andavano de longo cercando tal navili de corsari. Et in questa ora, zercha mezo giorno, liavia ricevuto una lelera dii governador Mauresi, el qual scrive a Svibolo(?) Ita-ver devedndo l’aqua a li corsari, el che li veniva drio fino a Coviela, sichè si mandi slratioli lì, perchè lui si trova con pochi cavalli; la fusla e briganlin di Rhodi subito partile; et questo aviso*scrive al pezi-mento di Cipro. Come, per lelera ili Andrea Mauresi governator, dale in Coviela, a dì 26 Zugno, scrite al prefato re-zimento di Cipro, come li corsari hanno falò e ancora non hanno sorlo, et è venule do fusle radiane e sorto dove è la fontana, e li non si poi adoperar cavalli. È venuto do homeni fuora, el parlalo con el Ci vitali de Covieli (sic). Dice in Tenedo se trova 260 vele lurchesche, el che loro se parli di là e vene a Syo, e che ’1 nostro Provedador di P armada se alrova in quelle aque con galìe 9, el è /.orni 6 parlino da Rodi .Di vele lurchesche non si Irovò se non do fusle in Alalia, le qual sono quelle prese el naviliodi sier Alvise di Adamo; le qual voleano vender quella roba, ma li turchi non hanno voleslo comprar cosa