215 MDXXI, AGOSTO. 210 Il qual confessor è homo di grande auctorità. Zerca il partir del Re de lì, non sì dice allro per hora. Scrive in dille Ielere, come Francesco Sichen ara 2000 cavali el cavali (sic) 20 milia, e cussi fo dillo dal nonlio pontificio, et etiam è verifìchato per altra via; siche la guerra se infialila più che mai. Scrive etiam in materia dii Philinger, che li parlò, era in lelo con fehre, zercha le cosse dii Frinì. Disse aver parlalo al conte Cristoforo, eli’ è qui a la corte, et quello ha dito, dovendo render questa intrada, bisognava si provedesse di danari per pagar le custodie di quelli lochi. Tamcn, che ’I Re e suo Consejo voi siano date ditte inlrade; et por la malalia venuta non ha polulo far far le lelere in bona forma per dilla cxcusation. Di JJdene, di sier Viccnzo Capello luogotenente di la Patria, date a dì 9. Come manda un altra letera di Gradiscila mandata a quel canonico. Conferma la nova di la rota di turchi ; qual avviso l’hanno per lo episcopo Tergestino se ritrova a Graz, La copia di la qual letera o il sumario è questo. . . Fu poi posto per li Savii, exceplo sier Antonio Trini procurator, non ha pratica di passi, una letera a sier Polo Nani capilanio di Bergamo esistente a presso il Govcrnador zeneral, in risposta di soe, di quello si ha aulo di Milan, voria il Governador con le zelile si unisse con li soi francesi, et che non si puoi obviar li fanti non passi, el poi darli adosso. Etiam il Govcrnador dice è poche zelile le nostre di far fronte contra diti fanti a li passi eie., el però opinion dii Governador saria obviarli a li passi eie. e luor 300, grisoni. Li dicemo, che con le zenle l’à el quelle è sul veronese, homini d’arme 800, cavalli lizieri 600, fanti 5000, potrà ben obviarli il transito, perchè in questo consiste il tulio, e li mandemo la lista di le zente nostre se averà. Quanto a passar e unirsi, non ne par a proposito adesso, perchè saria lassar Brexa e Verona in man di inimici ; con altre parole, ma obvialo a li fanti, potrà usar soa cxcelen-tia la libertà datoli per altre nostre. Ave 2 non sincere, 7 di no, 193 di si, fo presa. Fu posto, per li diti, una letera al Secretano a Milan in risposta di soe questa malina ricevute. Come li mandemo quanlo scrivemo a sier Polo Nani «ligi al Governador nostro, qual lezi a Lulrech ; et savemo soa excelentia è maestro di guera, et tal aricordo noslro li piacerà: eh’è di devedar il passar di lanli, con altre parole, qual sarà beneficio di comuni Stadi; et quanlo a quello li ha dillo il signor Pompo- nio Triulzi soa intenzion saria si lolesse 1000 grisoni, debbi dir a soa excellcntia senio contenti acelarli a li servici nostri. Io Marin Sanudo conlradisi, nè mi piaceva griso-ni nel noslro campo, sì perché Lulrech non lo domandava ancora lui, l’allra per esserne 2000 in li fanti alcmani, e grisoni conira grisoni mal si fa. Exorlai a far fanti italiani ole. e scriver a Lulrech, poi che ’I non vuol venir lui, ni mandar li sguizari, almeno mandi 2000 sguizari a li nostri; obsterano al passar di fanti sono a Trento. Tamen, legno om-nino i passerà. Mi rispose sier Piero da dia’ da Pe-xaro savio a Terra ferma, la Signoria è ubligata lenir 6 milia fanti : far italiani, si vede falisono eie. Andò la parte : 33 di no, 168 di si, e fo presa. Nolo. In questa matina, parli di qui sier IJironi-mo da cha’ da Pexaro, va Provedador zeneral in terra ferma. Andò a Padoa, menò con si secretano Jacomo Vedoa, stalo canzelier col Podestà di Verona eie. A dì 12, la matina. Fo in Colegio l’oralor di 131 Ferara con li Cai, et monslrò avisi dii suo signor. Di Poma, fo letcrc di VOrator nostro, di... ci di Napoli dii Dedo secretano. Il sumario scriverò di solo. Da poi disnar fo Pregadi, chiamato per sier Antonio Trun el procurator, savio dii Consejo, et vene queste lelere : Di Milan, dii Secretano, di 9. Come ha ricevuto do nostre lelere di 6, con la risposta fata al reverendo episcopo di Trento, zercha dar il passo a li fanti, da esser fata in nome di reclori di Verona, et cussi hanno aulo di reclori di Verona. Item, quanlo ha fallo scriver, che monsignor di Lulrech voi venir con li 6000 sguizari ad obviar a li passi, e però il Governador nostro sii etiam, lui a far tal contrasto eie. qual lezè a monsignor di Lulrech, quel disse « sono parole mollo obscure, voria la Signoria desse libertà al Governador di potersi unir con nui, perche poremo, essendo insieme, meglio consultar ». Et cussi el ditto fece uno consulto, dove li era il reverendo arziepiscopo di Piasenza Triulzi olim di Aste, el marchese de Saluzo, el signor Julio San Severino, 6 capitani francesi et lui Secretano nostro. E parla- lo come i nimici vanno a Piasenza, e si quella se dia abandonar o difender, il signor Julio era di opinion di lassarla per esser terra vechia, et mal si potrà vardarla el tenirla. Tamcn nulla fo concluso. Lulrech voi risposta di la Signoria zercha 1’ unirse le zenle nostre con lui, dicendo voler ussir di Milan zonti siano li 400 cavali di le arlelarie vien di Fran-