355 UDXXI, SETTEMBRE. 35C Irceli è sublevali, dicendo non voler passar Po, eie. Li capitani di valesani, con il Soprasaxo, è vernilo a loro a richiederli sòvenzion volendo i passino Po, el loro non hanno danari. Lulrech non è ancora risolto con dilli sguizari. Fino questa bora, le artellarie e inonilion del dillo eri passono Po sul ponle, alozale uno mio lonlan pur in campagna per non esservi alo-zamenli et pochi copali (sic) di là di Po. Le nostre arlellarie e monition non è ancora passale. Eri vene uno di Parma, questi voy darli socorso, quelli di fuora da do bande baleno la terra et à mandato el signor Prospero a luor do arlellarie grosse, et mandato ad incontrarle. Et francesi par siano suti di danaro. Quelli fanti dii Dolfìnà si diceva doveano zon-zer, Lulrech ha dito ozi non sarano qui, perchè San Valier è amaialo di febre. Item scrivono, el signor Antonio (Francesco) Maria, olim ducha di Urbin, a questi zorni è venuto qui ; è sialo più volle con Lulrech, par non stagi su li primi parlili el al presente contenta haver provision. Item, li ha dito che Camillo Ursino cugnado di Buglioni, qual è in reame et è il primo di casa Ursina, et per la fazione voria venir a stipcndii di la Signoria nostra, per tanto aricorda saria bon luorlo per le cose potriano avenir. Concludono si mandi danari, alitcr li fanti partirano, et non hanno manda a Bergamo il Pagador per pagar li Grisoni, qual prima suplirá lui ; el qual Pagador resterà qui in Cremona lino zonzi li denari. Scrivendo, intendono sguizari non esser ancor risolti con Lulrech di passar Po; ma le zente d’arme è preparate, e li cariazi in ordine el tutto per passar, videlicct di francesi. Di sicr Gasparo Contarmi orator apresso la Cesarea Maestà, date a Bruza, a dì 22. Come eri ricevete nostre di 4 con la risposta a la proposta di quella Maeslà di dar il passo a li (¡000 fanti, unde li parse prima andar a parlar al Gran canzelier et dirli acciò fussc prima indolzilo. Et andato, questa malina non li potè dar audienlia, e volse disnaso con lui perché hariano lempo di parlarsi, el * cussi restò. Poi pranso se retirono soli, el lui Oralor con savie e dolce parole li expose quanto era risposto aquesta Maestà, scusandosi la Signoria nostra non poter darli il passo per li capitoli hanno di la liga con la Cesarea Maeslà, pregando soa signoria, savia ejusla, volesse far bon olìcio con il Ile a questa jusla negativa nostra. Udito che l’liebbe, dito Gran canzelier disse : «Quelli signori è savii ; var-dano ben quello i fazino; presto finirà le (rieve i hanno con questa Maeslà. Vi cerlifico, il Re havia bona mente verso quella Signoria; io so quello è manlenir sto lianze. El ducha di Savoja, di la qual nazion son mi, è solo P Imperio, tamen ha lassà passar francesi che vengi in Italia conira questa Maestà. Tamen, dili fanti sarano passali, perchè non havendo voluto darli il passo la Signoria, anderà per monti securamenle ». Poi introno in quello ha Iratà il Cardinal Eboracense venuto lì, qual voleva far paxc o trieve Ira queste Maeslà; ma il Re nostro voleva la refazion di danni e pagasse le spese fate, et che, come primo invasor la Maestà Cristianissima, il suo Re anglico si scoprisse conira di lui. Et clic a questo il Cardinal diceva bisognava cogno-ser chi è sta il primo invasor, e voleva si facesse trieve; le qual la Cesarea Maestà ha refudà, et cussi el Cardinal se partiva. Lui Oralor disse li pareva di novo che un tanto personazo fusse venuto lino qui e si partisse re infecta. Rispose soa signoria : « El credeva clic ’1 Re fusse un fanzuol come Pera al tempo che Chievers il governava, et il re di Pranza era insuperbito quando questa Maestà li richiedeva la pase; siché vi dicho non sarà pase. Si quel Re non asentisse a questa condition, vegnirà per Soa Maestà 8000 sguizari in queste parte de Italia ». El che di danari, par francesi havessero penuria, però che dimandavano a Milan a chi 1000 a chi 2000 ducati ad impreslcdo. Concludendo, non saria pase ni Irieva, dicendo, il re di Anglia sarà con la Cesarea Maeslà. Di Iratamenli fati, nulla poi intender con verità, perchè soli è slà il Re, il Cardinal, madama Margarila e lui Gran canzelier. Pur li noncii dii Papa è siati col Cardinal da ... . di in qua. Scrive, dito Cardinal disse si troverà col Re a l’audienlia di lui Orator, prometendo far scriver di l’inlrade dii Frinì. Di la caxa dii Barbaro et di beni di Al-morò Dolfin a Rovere non li parse tempo di parlarli alcuna cossa. Scrive che li foraussiti è de li, hanno diio la Signoria doveva dar li 6000 ducali, qual la prima rata era questo Zugno pasato; a i qual lui Oralor ha dito che era suo olicio solecitar di qui fosse exequito in far dar le inlrade a nostri subditi, come voi li capitoli di le Irievc. Dii dito, date a dì 21. Come eri malina e poi disnar, instando visitar il reverendissimo Eboracense, non la potè aver per esser occupato con li noncii dii Papa, dicendo questa malina ge la daria. Et cussi andato, introduto da sua signoria, li usò graie parole, ringraziando quella dii bon olicio l’à fato e promesso di far per la Signoria nostra. Il qual versa vice, verba prò verbis, oferendosi far ogni bon olìcio eie. Dii dito, di 25. Come vedendo il Gran canze-