159 .UDXXI, AGOSTO. ICO pilano, o in questo mezo barche di Salò con vin far passar. Item, scrive, la rnojer dii Capitano di Riva è stata 9 zorni a piacer su Lago, e a Salò è stata molto onorala, latoli spese et una festa a nome de la comunità, e se fosse venuto uno per nome de la Signoria, non hariano speso nulla. Questa lelera era drizata a li Cai dii Consejo di X. 9G * Fo poi leto una letera di Piero di Longena condutier nostro, zonta ìiora, data a Calzinà, a dì ultimo Luio, drizata a la Signoria nostra. Come era zonla una sua spia stata in campo de ni-mici. Referisse esser in dillo campo dii Papa lanze 600 mal in ordene, cavali lizieri 800, fanti venuti di Parmada danno fama 3000, sono 1500, spagnoli danno fama 3000, sono 2000, corsi danno fama 2000, sono 1500, fanli di Romagna e altri 1500, sguizari sono 1500, hanno pezi 20 di arlelaria, zoè 4 canoni grossi, 4 altri più picoli, el resto poi picoli v che sono numero 12, colubrine e sacri, et. . . cara di balolc e polvere. Il signor Prospero Colona è capitano. Li spagnoli è ben in ordene, ma il resto mal. Il conte Piero Buso è rcstà in Rezo ferito da uno schiopo. In piasenlina gionse lanze 300 dii signor Prospero. Questa note el diio campo si levò di Rezo. È andato alozar sopra la Lenza mia 6 lontan di Parma. Ramazoto è andato con 2000 fanti a Ravena; et che aspelavano le lanze e fanli spagnoli dieno zonzer de di in di. Disse el signor Prospero aver ditto, se le zente de la Signoria se moverà, vegnirà 10 milia fanli lodeschi in brexana et veronese a soi danni, quali sono con el ducha di Rari el il cardenal Sedu-nense che dieno calar a la volta di Como, e tutto è conira el re di Pranza. Dice, eri fo a Mantoa e vele le zente dii Marchese intrava, e che ’1 Marchese havia fato 3000 fanli mantoani, di quali 1000 lassava in Mantoa, el resto menava in campo; et che ’I dito Marchese partiria per andar in campo dii Papa passando Po a la Seriola over Borgoforte. Et leto queste teiere, el Doxe se partì perchè el Colegio volseno far el scurlinio di Provedador ze-neral di Terra ferma, el cussi fu fato. Rimase sier llironimo da dia’ da Pexaro, fo capitano a Padoa, qu. sier Benedelo procuralor, e chiamato a la Signoria, tolse rispetto (in da malina, licet per la parte dia risponder adesso a pena ducali 500. Fu posto, per sier Andrea Orili procurator savio dii Consejo, sier Zuan Antonio Dandolo e sier Piero da cha’ da Pexaro savio da Terra ferma, atenlo le presente oecorentie, che il Colegio nostro babbi libertà di far 300 cavali lizieri, olirà li 400 presi di far, et el nepole fo dii conte di Pilian nominato Zuan Francesco, è di zenlilliomeni dii Governador, qual è venuto in questa terra e desidera servir la Signoria nostra, habbi cavali 100 e ne fazi adesso 50. Fu presa. 41 di no, 131 de si, e habi lui Conte ducati 250 a Padoa. Fo poi leto per Gasparo di la Vedoa la letera dii Seeretario in Hongaria, drizata a sier Daniel Renier eonsier, di 16 Luio, la copia de la qual forse sarà scritta qui avanti. El sumario di la letera di Hongaria di dito 97 Seeretario, di 16 Luio, da Buda, di Francesco Masser seeretario di l’Ambasador, è come turchi, venuti con grande exercito conira quel regno, liavea-no preso la terra de .. ., et alcuni altri casleli, et erano a campo a Belgrado, chiamato Nanderalba; et diti turchi, parte erano intrati in Hongaria propinqui a Cinque Chiese et voleno venir per la Servia et Schiavonia a la volta di questa cita di Buda, cegnan-do dar a la testa, et daranno a le gambe, et zà hanno passato la Sava e intrati nel regno zornate do lontani di qua. Tulio el regno è in paura grandissima. Il Re è parlilo con 200 cavali, è andato a uno loco mia . . . de qui. Chiamati, per veder chi lo seguila, di prelati e baroni, non è seguitato per gran discordia tra loro. Scrive, etiam è discordia di no-beli con li vilani ; sichè vede in maximo precipitio quel regno. Questi dicono voler far fanti in Boemia, el ne hanno mandati a luor; ma sono mia 400 lontan de qui, sichè questo socorso sarà lardi : agitur de totalitate rerum in la chrislianità, e se questo Turco prende questo regno, bavera la nostra Dal-malia, senza altro, e polrà venir in Friul al suo piacer: è di averzer ben li ochi. Questi corvati è acordali con dillo Turcho, e fatti soi tributari. Scrive, de le guere tra l’imperador e il re Cristianissimo, per el ritorno di domino llironimo Balbi et domino ____ritornali oratori de la Cesarea Maestà par si ase- terano, per interposition dii Cardenal de Ingallera. Altre cosse scrisse; ma questo è il vero sumario. Questa letera par sia stà portata da uno oralor hongaro zonlo questa note qui, et è partito per Roma per le poste, e mandò questa letera a sier Daniel Renier, e se lien le letere di sier Lorenzo Orio dolor oralor nostro se li habbi domenlicale, et le ha portà con lui. Fu aricordalo al Colegio di mandar dita lelera a Roma, Pranza e Spagna. Tamen non li parse di mandar. Fo dito esser letere, di 22 Luio, in V oì-ator di quel re di Hongaria è di qui, domino Phili-po More de Buda. Lì scrive el Prior di Laurana lutto el contrario de le sopradite, zoè che quelli di