273 MDXXI, ACOSTO. 274 re, el che sono da 30 in 40 milia persone, e che ha-via mandalo per lui Ducila, qual di so’ consentimento era andato. Poi intrò, aver letere, la Signoria ha pochi fanti, per tanto è bon la Signoria fazi più numero per esser il pericolo comun ; et come di Cales nulla havin, ben che havia, il Gran eanzelier nulla facesse senza suo ordine. L’Oralor scusò la Signoria, dicendo li fanti è partiti ovcro è sta posto in le terre. Scrive, aver parlalo poi con la illustrissima Madama, 1G5 qual li disse e si dolse di Kubcrlo di la Marchia, qual non havia voluto creder al He in darli le terre a vardar, dicendo non li bisogna si non danari e li ha aulì et ha perso quasi il stato, però che ha perso una bona villa nominala Bojon. Scrive, poi parlò a monsignor Gran maestro. Li disse che monsignor di Sparo et monsignor di Tornon fono presi in Navara, haveano auto le so’ laje: il primo, ch’è Sparo, 12 milia scudi; et li mercanti hanno promesso per loro sichè fono liberati. Poi disse, la liberation dii duca di Calabria esser vera, e lo episcopo di Zamorra che fu preso dal Contestabile, esser morto. Scrive l’Oralor, e suplica non si fazi sospeto il Re, perchè al presente è ben salisfato di la Signoria nostra. « Dii dito, date ivi, a dì 11. Eri sera vene uno da lui a bore 2 di note, a dirli da parte dii Re, Soa Maestà andava per 8 zorni fuora a reveder alcune forleze, e che ’I restasse di qui e negoziasse con Madama. Et cussi mandò a dir a li altri oratori. Unde ozi, avanti Soa Maestà partisse, andò a trovarlo; qual li disse questo inslesso, e che forsi cl vedeva passar li sguizari, et che l’havia auto letere di Cales, di 4, era zonto il reverendissimo Eboracense el li oratori cesarei, et che quel Cardinal voi componer queste diflerenlie, e che li oratori cesarei non hanno fato si non querelar contra Soa Maestà, et non havendo altro mandalo, lo haveano mandalo a tuor e lo aspc-lavano. Scrive, ozi parlò a la illustrissima Madama. Disse che la si parleria di qui per lige 15, et che di Cales forsi seguiria qualche bon eft'ecto; ma che non si fidava in quel Cardinal, e questo perchè in campo cesareo non si spendeva si non angioleti, ch’è monc-da d’ingaltera. Scrive, monsignor capitanio San-blancher è zonlo in Marseja, unde parlò a Madama. Li disse, è vero, ha mandalo uno Ferier di qui e li ha dito di le robe tolte a veniliani. Disse era vero ; ma era prohibilo portarle in lerra di infedeli, e che la faria fusse restituite. L’Orator disse stagni e rami è lecito portarli. Scrive, mandar letere di l’Orator nostro in Anglia. Di sier Antonio Surian dotor et cavalier, orator nostro, date a Cales, a dì 3. Come, a di l Diarii di M, Sanuto. — Tom. XXXI. 29 Lujo, si levò di Londra con l’orator dii re diri -svanissimo acompagnalo, et il Cardinal era rncza zornata avanti per causa di alozamenli, e zonli a Canturberi dove sleteno do zorni per non esser lem- 1G5 * po di imbarcharsi in mar, a Dobla vernili eri a dì 2 monlono in nave, el tutti e con mar grande pas-sono, sichè zonzeno lì a Cales bore 2 poi inezo dì, et erano zà intrati li oratori cesarei, il Gran canzc-lier, monsignor di Burges et uno abate, con cavalli 100. Da poi disnar, dieno zonzer li francesi. Questo reverendissimo Cardinal voi far pace tra queste do Maestà, e non potendo vederà far trieve, benché si dice la Cesarea Maestà non vorà, poi che I’ ha ricuperalo Navara, che prima le voleva, el sono diflìcultà per il matrimonio in la iìola dii- re Christìanissimo. Si lien l’Imperador contenterà dii regno di Navara; il re Christìanissimo, poi clic l’è perso si aquielerà. Di la pension dii regno di Napoli, poi che non è altro che danari, si conzerà in tempo; di exuli di Napoli a restituirli li stali si concluderà, e di la Fiandra esser solo la corona di Pranza, si conzerà all’ incontro di la investitura di Milan. Tamen, si dubita non sia qualche intelligenlia secreta tra il Papa e la Cesarea Maestà, però non si possi concluderla. Scrive, di la Signoria nostra si dice ben; sì divulga la Signoria nostra sia francese; si duol non sappi come inceder, perchè da 22 Zugno in qua non ha auto nostre letere. Scrive si dice seguirà le Irievc, qual prima la Cesarea Maestà le voleva per mesi 8, al presente par el non vogli farle, e par il re Christìanissimo sii contento di farle. Li exerciti di ambi doi sono in ordine, da persone 50 milia quello dii re Christianissi-nio, e quel de l’Imperador di persone assai. L’Impe-rador si dice vien a Brusa, e forsi non volendo assentir a le trieve, il Cardinal anderà a trovar quella Maestà dal qual sarà acarezalo et apresentalo, e za à dito voler andar per esser lui si poi dir Re, et si dice il re di Pranza sarà contento di le trieve. Unum est, siegui quello si voja, quello Serenissimo Ite non voi guerra, pensandosi li danari spese in la guera pasala contra Pranza, che fu Irato assa’ danari fuora dii tesoro dii padre; poi le cose per il Iralato dii ducha di Buchingan non è ben scgure. Scrive e solicìta si espedissi il suo successor. Fo lelo una suplicalion di Zulian di Chalin di 16G Brexa, di bone operation l’ha fato, per una parie si dovea meler, el fu fato venir zoso et nulla fu messo. Fu principialo a lezer una suplicalion di Nicolò e Jacomo Cavola di Candia voleno esser fali nobcli crelensi, et etiani fu falò venir zoso el nulla fu messo. 18