23 MDJCXI, LUGLIO. 24 lano una nave vien di Gajela carga di monilion, ar-telaric et altre cosse. Tamen non dubita, etiarn a Zenoa si arma. 10 7)i sier Polo Nani capitano di Pergamo, di là da Milan. Scrivo molto longo e copioso : come nel consulto disse esser venuto di ordine di la Signoria, et bisognando vegncria tutte le zenle, sico-me scrive la Signoria nostra li debbi acelar, et die la Signoria è per esser a una fortuna con la Cristianissima Maestà. Monsignor di Lcscul ringraliò molto la Signoria etc. Poi consullono quello si babbi a far, et scrive in consonanza col Governador, la Signoria fazi 3000 Cìrisoni, et lui sier Polo disse non è tempo di sparagnar, perchè li danari o sia o non sia, saranno ben spesi, zoè far empir le compagnie, far fanti eie. El scrive la conclusion fata, ma sopra tutto bisogna star vigilanti, todeschi non calino. Ha scrilo a Verona e altrove mandino explora-tori. Dii dito, di 7, Ime 23, ivi a Milan. Come il Governador non è partito per meter a ordine certe sue zente de li; partiva da matina. Avisa una lista di le zente francese è a soldo dii Re in Italia ut in ea molto copiosa, la copia sarà qui avanti posta. Scrive ha visto la ruina dii caslelo di Milan. È slà grandissima; più di la nostra di PArsenal. Tiene gran polvere. In la torre dentro ha fato gran danno, di fuora non mollo, e si riconza a furia le mure di fuora. Itcm, aricorda si cavi di le lerre nostre li homeni sospetti. Di sier Andrea Foscolo podestà et capitano di Crema, fo leto do letere di 6 e 7 mollo copiose, con assa’ avisi ; et avisi di Zenoa e di quella armata li successi. Sono 9 galle, 3 galloni et 7 brigantini; etiarn a Zenoa quel governador arma alcune galle. Scrive, è bon si provedi a Crema di più custodia: è loco importantissimo. Scrive, a Zenoa è slà relenuto uno Ilironimo Fcrier havia inlelligentia con li Adorni; etiarn alcuni soi fidi. El nimici erano smontati, li fanti, a Chiavari. Di Pergamo, di sier Zuan Vituri podestà e vicecapitano, dì. . . Avisa nove aule di le parte di sopra. Si fa pur qualche zenle di sopra; e che ’I Du-chelo dia venir, et todeschi è adunali ut in litteris. Nolo. In le letere di Milan, di sier Polo Nani di C>, è uno aviso, come ozi quel conte Manfredo Palavamo era slà squarta vivo de lì. Et cussi a Como era stà squarlà vivo quel Mato di Brianza. Et in le letere di Alvise Marin secretano di 5. È uno aviso, che monsignor di Lcscul ha exami-nato de plano il conte Manfredo Palavisino, qual pqima do volle era slà exammato con corda, per saper la inlelligentia era nel Stado di Milan. Di Verona, fo leto do letere con sumarii et 10* avisi, in una di le cosse di Mantoa. Come, quel Marchese era slà falò capitano zeneral dii Papa, però feva 1000 cavali di zente d’arme e 1000 cavali lizieri. Et che ’1 Papa voi cazar francesi de Italia, e come dito Marchese si meteva ad ordine etc. In l’altra, che mandava una letera di la Mirandola di quel Antonio da Birago, li scriveno di ordenc dii Governador nove e successi di le zenle sono a Bologna, sicome si ha auto per le altre letere, e dii signor Prospero zonto. Di lluigo, di sier Francesco Foscari podestà et capitano, di . . . Scrive alcuni avisi auli di Ferara zercha le zenle dii Papa etc. ut in eis. Di Udene, di sier Vicenzo Capelo luogotenente di la Patria, do letere. Con alcuni avisi auli. Prima, di Guielmo Maria è contestabile in Ci-vidal: come don Ferando fradelo di l’Imperador vien a Vilacho col conte Cristoforo, et Domenica sarà a Graz, con altri avisi, ut in litteris. Scrive, aver mandato 3 exploralori per saper di successi a Vilacho, Postoina e altrove. Per l’altra letera, scrive coloqui auli col capitano cavalier di la Volpe, qual dice è bon meter più presidio in la Patria, perchè tien questi imperiali vorano far qualcossa in la Patria, qual non li obstaculando eie. Di sier Marco Minio va orator al Signor turco, date a liagusi, a dì 25. Dii suo zonzer de li, et come e stà mollo onorato da quelli signori, et diloli aver nove el Signor turco esser a Philipopoli e venia a Sofia, e che ’1 loleva la impresa di Hongaria; et che di le cosse loro zerca . .. non haveano fato nulla, unde haveano expediti do novi oratori, i quali l’altro eri partileno. Scrive, di certo turcho era lì, qual è sopra Jemini, venuto a galìa a visitarlo, el domandato quando el partirà, disse parliria subito per Constanlinopoli; e lui pur replicando, disse che ’1 Signor veniva in qua, e lui voleva andar in là. Et era nove freschissime, per olachi venuti al sanzacho di Bossina e altri sanzachi vicini a Ragusi, che le zente stagino in ordene per cavalchardove averano ileo-mandamento dii Signor. Item, post scripta, quelli signori li hanno mandato a dir, el Signor esser zonto a Sophia et partirà per Samandria ; sichè si poi esser certi voy luor la impresa di Hongaria. Per lanto lui orator scrive, che la Signoria nostrali cometi quanto babbi a far, essendo esso Signor a ditta impresa, et proveder per li danari li 'bisognarà de le spexe averà a far, et ordenarli il lutto. Lui va a Ca-