13 MDXXI, LUGLIO. 14 oblenulo. Et scrive, si ilice fiorentini offerisse ducali al Papa, ma voleno Serzana e Serzanello; li qual lochi 5 non li poleno haver senza volunlà di la Cesarea Maestà. Scrive si provedi di danari per li corieri. Fin qui ha speso ducali CO, etiam danari per sue spese. Dii dito, di 3. Come havia parlalo con molli reverendissimi cardinali, Ira li qual il reverendissimo Flisco, qual li havia diio il Papa aversi fato imperiai, eh’ è cosa di gran momento e sarà danno di la Chiesia, perchè non si vele mai in le hislorie uno Papa volesse far si grande uno Impcrador come ha falò questo e investirlo dii reame, dicendo la Sede Apostolica porterà la pena, et maxime haverlo fato a questo modo precipitoso, et fato li Papi siano solo-posti a l’Impcrador. Sichè, di questo molli reverendissimi cardinali si doleno, ma non si conseja il Papa con alcun Cardinal solo con il Medici. Luni fo concistorio, e il Papa puhlicò capitano ile la Chiesia el Marchese di Mantoa, tamen con il consejo dii signor Prospero Colona, debbi governar le zente d’arme, per esser lui signor Prospero govcrnador di le zente ispane che vanno a Bologna. Scrive, se fa fanti per tutte le terre di la Romagna, e fato proclame niun toy soldo si non dal Papa. Don Zuan Ilemanuel orator di la Cesarea Maestà, fa sonar tamburi per Roma con dir chi voi danari vadi da lui a farsi scriver; ma non voleno altri che spagnoli over lodeschi. Tamen, ad alcun se li dà danari fin bora. Di Tarmata fata a Napoli per Zenoa nulla se intende, e non venendo altra nova, si tien questa impresa anderà vacua. Scrive, il signor Renzo di Zcre ha mandato uno suo secretano da lui Orator, dicendo è più zor-ni mandoe uno suo a la Signoria nostra offerendosi aconzarsi con quella come bon servitor, tamen non ha alcuna risposta auto fin bora, dicendo ditto signor volentiera serviria la Signoria nostra in vita sua come altre volle ha servilo. Al qual esso Orator rispose la Signoria al presente non havia bisogno di far nova condula, e questo era causa non era stà expedilo quello mandò a Venecia. Scrive, il Papa à fato comandamento a li banchi non pagi alcuna lele-ra de cambio senza sapula del reverendissimo Armelino. Questo ha fato acciò il Chrislianissimo re non remeli danari ili qui per far provision etc. Scrive, il Papa ha suspeso tutte le provision ; sichè non ha danari, et li soi amici ha impegnato li loro benc-licii et offici per servir il Papa di danari. Quelli vo-leano dar danari per farsi cardinali, al presente non voleno più spender, vedendo li tempi come vanno. Si dice, la Cesarea Maestà ha dato il vescoado di Toledo al reverendissimo Medici, vai ducali 70 in 80 milia de ¡utrada. Li svizzeri si dissono non saranno conira l’Imperator, per aver capitoli col re Chrislianissimo non esser conira il Papa ni l’Impcrador. Dii dito, date a dì 4. Come eri sera ricevette 5* uno breve di la Signoria nostra, di ultimo Zugno, da esser comunicato al Papa, reverendissimi cardinali, el orator dii re Chrislianissimo, zcrcha li successi di Rczo di foraussili dii stato di Milan, e adunalion fanno, e come si era sta spazà le zelile d’arme nel brexan in ajulo di la Christianissima Maestà, et terminalo il Governador nostro vadi a Milan con le sue zente, el insieme sier Polo Nani capitano di Bergamo. Et come voleno conservar il stado di Milan a la Christianissima Maestà. Et ozi fo dal Papa e li comu-nichò dite lelere. Soa Sanlilà disse ne piace, pur la Signoria non fazi conira de Dui, perchè ne dispiace il Re voy tuor le terre nostre, volemo defendersi. L’Ora lor rispose non si feva contra Soa Santità. Disse il Papa, il re Chrislianissimo averli mandato a dir per monsignor di la Molla non Irnver fato conira Soa Santità, et ne ha promesso « sichè aspeteremo la risposta, e facendo quanto el ne ha promesso, li detno-slreremo averlo grato eie. Il qual monsignor di la Mola è partido por le poste et va in Pranza ; qual è stalo con Soa Santità, volendo scusar monsignor di Lescut, ma non compì, disse l’havia falò una pazìa. Sichè se ’I Re farà, faremo anche nui e non li saremo ingrati ; staremo a veder il ritorno di dito oralor ». Poi disse aver da Ragusi le nove dii Turcho contra Ilongaria. L’Oralor disse: « Fater sante, questo saria tempo li christiani slesseno in paxe e unirse conira il Turcho. Soa Sanlilà disse ; per noi non ha mancalo nè mancherà. Scrive, poi andò da monsignor di Pin oralor dii re Chrislianissimo e li comu-nieboe le letere. L’ave molto a grato, dicendo sempre aver dito a chi li diceva, di la fede di la Signoria nostra verso il suo Re eie. Scrive, per uno venuto di Napoli si ha la morte dii reverendissimo Cardinal San Zorzi, tamen non è certa. La Camerlengaria avea soa signoria, l’averà il reverendissimo Cibo nepole del Papa. Di Napoli, di llironimo Dedo secretano, di 25 Zugno. Si scusa non ha ver scrito per esser slà serà li passi da mar e da terra, e posto vardie fino a le creste di monli. Pur scrisse a l’ambassador nostro a Roma et per altre vie eie. Avisa a dì 15 uno Julian di le Pecore per nome de li Adorni di Zenoa vene lì, siete in castello col Viceré, pur Iraveslito andò per la terra, per il che questi armono galìe con fanti suso et monilion eie. come scrisse, el dele fama armarle conira 4 galìe di Pranza stale a Rodi.