87 MJIXXI, LUGLIO. 88 Scrive aver ricevuto li avisi ili l’Orator nostro aprcs-so l’Impcrador. Li ha Iclli a Terbe, e quanto a non aver sguizari per esser andati li oratori di cantoni a sotoscriver li capitoli, dice ne averù assai. Uno di Domodosola dice aver aviso da grisoni, come è sta domanda el passo per ditti grisoni per 5000 lanzichinech, nè scrive a nome di chi fati. Scrive si provedi clic di Bergamo habbi danari da l'arsi le spexe, perchè non poi star ni viver di spi-50* rito santo. Scrive, Terbe li ha domanda se la Signoria voi luor li fanti guasconi, et visto per nostre lelere la Signoria non li voi, lui rispose non saper nulla, declinando da la materia. Dii dito, di 21, hore 20. Come la nova dii conte Piero Buso preso in piasentina, come scrisse, non fu vera, benché questa la scrivesseno al He e per lutto. Scrive mandar lelere di Pranza e lelere di monsignor di Lulrech, di Garnopoli, di 18, come el vicn via e condurà con se fanti e altre provision, sichè si tien zonzerà a di 27 qui a Milan. E letere di Zenoa, le do gallo dii Papa è andate a Livorno, el resto di l’armata andari a Napoli, et quelli di Zc-noa spera far un bel tracio contra li fanti restati in terra. E letere di Fransa, di oratori di sguizari, una va al Papa, l’altra a i loro cantoni, le qual vien mandate per monsignor di Terbe. Di Pranza, dii Badoer orator nostro, date a Digiun a dì 5. Come a dì 8 et 10 scrisse. Eri ricevete letere di la Signoria nostra con avisi, li qual ozi F ha comunichati al Be, qual ledi non volse si compisse; ma disse ringraziava la Signoria nostra dii bon oficio l’avea fato a conservatimi dii stado suo di Milan, con altre parole. Quella per le robe di la nave dii Nani non li parse di dirli, ma in altro tempo fari l’oficio. Poi il Be disse come l’havia spazi imo suo maestro di caxa el uno di oratori di sguizari per andar per aver 6000 sguizari, et cl Gran maestro è andato per questo ; e questo per difension di Milan, et ne baveri ancora più numero che li se-guirano; el ha mandalo monsignor di San Valier capitano di zentilhomeni di la sua vardia nel dolfinato a far 6000 fanti, et va a Garnopoli. Eri si partì di qui monsignor ditto di San Valier per Provenza. Poi il Re disse pregava la Signoria facesse fanti, perchè sariano presti c queste cosse non poteva durar mollo; et che il signor Federico di Bozolo saria con fanti 8000 in Parma; et il marchese di Manloa fato capi-lauio di la Chiesia ha parli al suo agente di qui, dito signor non molesti il suo stado di Milan, nè quello di la Signoria, e cussi li scrive, et che la Signoria lazi queslo instesso ; et poi disse che ’1 Be d’Ingal- tcrra è contento esser judice come amlcbevol compositor, unde lai manderà a Cales tre personazi, il Gran canzelier. monsignor di la Palissa et il presci-denle di... con il secretario..., e la Cesarea Mae-■ sia manderi il Gran canzelier, monsignor di Perga 51 et uno suo audienlier et il secretario . .., dove ve-gnirà di Anglia il cardinal Eboracensc per nome di quel Be ; ma in queslo mezo sarà suspeso le arme per sie selimane. Scrive aver parlalo al Gran canzelier, qual li disse in conformili di quello li havia diio il Be, et che non vederano altro si 11011 si quelli capitoli conchiusi a Nojon è stà observali, overo no, e vori far pagar le spese a quelli non li harà observali. Scrive, aver parlalo a Madama. Li disse in conformili, el solicitando a le provision ha fato col Be, disse si faria il ludo si ben si trata acordo. Item, parlò con monsignor l’Armirajo el con monsignor il Gran maistro. A di 12 parti monsignor di Lulrech, al qual il Be ha scrito zonto el sii a Lion vadi per le poste. Etiam ha spazi letere al signor Marco Antonio Colona etc. Item, ha scrilo al re d’Inghilterra dolendosi di quello ha fatto e fa il Papa, et si aspela quello rescriveri. Di le cose di Navara non è sii tanta tajata come fo dito. Monsignor di Santa Colomba non è morto, ma fu preso e par fuzise. Et ancora si licnc il castello di Pampalona e san Zuane di Pe’ di Porlo el alcuni castelli per questa Maestà. Scrive, è passà lanzichenech 4000 fali per questa Maestà in alcuni lochi nominali in le letere e vanno a Bajona. È zonto qui don Alfonso Ariosli oralor dii duca di Ferara eri sera. Manda lelere di orator in Anglia. Di Boma, di V Orator nostro, di 18. Come a di 15 el 16 scrisse; le qual non si ha aute. À ricevuto nostre di 12 con li sumarii di Hongaria e Costantinopoli, e lelere dii re di Bongaria a la Signoria nostra scrite, el una al suo nontio è qui, con una va al Papa e una al re di Portogallo. Eri dele dite lelere al nonlio di Bongaria, inanimandolo a parlar al Papa. Qual disse faria e li diria la risposta. L’altra fu dala a l’oralor di Portogallo. La manderà al suo Re. E cusi il nonlio hongaro eri fo dal Papa e li dete la letera dii suo Re, implorando socorso eie. Li rispose non era per manchar, e li risponderla una altra volta. Poi ozi esso Oralor fo dal Papa lezando li sumarii di Costantinopoli e di Hongaria, con dirli gran parole, che era de ajutar il re di Hongaria, lezendoli la letera dii Be scrive a la Signoria nostra, che lui come capo di la república cristiana bisognava facesse provision e presto, perchè agebatur desumma rerum; con molte parole ben a proposito dile, come in le letere appai-. Soa Salitila disse, aver auto una letera dii diio 51 *