121 MDXXI, LUGLIO. 122 Di Milan, di domino Pomponio al Gover-nador nostro, data a dì 24. Come ha avisi di Ze-noa di 24, come l’armada inimicha, slata a Livorno dove erano li 800 fanti smontono da questa, era parlila verso Roma, andata lì a Livorno per levar le dite zente. Di Verona, di sier Bernardo Martello podestà e sier Francesco da chà da Pexaro capi-tanio, di 30, liorc una di note, zonte ozi. Mandano do relation, una di uno vien di Trento, l’altra di uno vien dal Tronto. Scriveno aver spazi la 72 compagnia di Zuan di Naldo, e datoli danari e li mandano a Chiari’dal Governador zeneral. Etiam, spazano li fanti menati per Zuan di Saxadello, e domali li expedirano dandoli danari, et mandarli ut supra. Scriveno aver ricevuto l’ordine di accrescer numero di fanti a quelli 7 conlestabeli è de li, aspe-tino li danari, et exequirano. Scrive, ozi è zonta de lì la duchessa di Urbin vien di Mantoa. Dice doman il Marchexe cavaleha, la compagnia è di zoveni e inexperti, et come anderà nel campo del signor Prospero, qual è di lanze G00 et 4000 fanti. Scrive, è zonto 11 a Verona Sforza Marescolo expedito a far fanti di qui; voi una patente per alozarli e cussi ge l’hanno facta. Relation di uno vien di Trento. Slato a San Michiel mia 12 di là di Trento, dice coinè si feva fanti 2 milia solo 3 capi, conte Girardo, di Areho, Castel alto, et de li danari portò esso conte Girardo, fo per nome dii Papa per mandarli a sguizari, ut in relatione. Di uno vien dii Tronto, dice il Viceré, parlile queste lanze dii Tronto, lui restò. Le qual lanze sono mal in ordine di arme e di cavali, et vieneno mal contente per star solo il signor Prospero. E il conte di Potenza è restato al Tronto, nè ha voluto venir con la soa compagnia per non li star sotto. Tamen il Viceré mandò a l’Aquila per danari per dargeli. Si lien, auto li danari, etiam lui vegnirà. Sono queste lanze spagnole 800, di le qual 300 resta in reame, il resto vien in Lombardia, et hanno fanti 3000 mal in ordine. Dice, in Ancona ha inteso una nostra galìa aver presa una fusta dii Papa armata lì in Ancona; eL come il marchese di Pescara resta in reame, c che Pandolfo Petruzi et do altri .... erano a le marine per imbarcarsi e venir di qua. Di Milan, fo leto una letera zonta a liora di Alvise Mar in secretano, di 29, hore do'di note. Come a hore 21 ozi zonse il Governador di li, qual andò subito da Lulrech, et rasonato alquanto, da poi disnar si reduse in consulto dove veneno alcuni capitani. Era monsignor de Lescu, il marchexe di Salucia, il signor Julio di San Severino, monsignor di Miravai, il conte Hugo di Pepoli, il Thesorier, e altri, etiam lui Secretano nostro. A i qual Lulrech comenzò a dir di questo vien fato conira il re Chri -svanissimo per tuorli il Slado, e non dubitava, per le provision bone, averi G000 fanti con monsignor di San Valier, et averi sguizari 10 milia et più, forsi 12 milia. Poi le zente di la Signoria nostra, e le lanze hanno al presente li basta a difender et offender li inimici eie. Fo consultato de agendis. Il Governador parloe e laudò far la massa oa Piasenza o Cremona, et se P Imperador averi lanzichineph poiria calar su quel di la Signoria, però, fazando la massa lì, e l’esercito di la Signoria hcsscndo a Pontevigo, potrano far ogni ben e socorer dove bisognasse. Et cussi fo laudata da quelli capitani ditta opinion, cxceplo il signor Julio San Severino e conte Hugo di Pepoli disse é da far la massa a Cremona per esser sora Po per le vituarie si potrà aver. E lassar in Milan, fo concluso 1000 sguizari. Sichè monsignor di Lescut tornava a Parma, dove saria 6000 fanti. Et cussi concluso, il Governador disse a lui Secretario scrivesse a la Signoria, e lui partirà doman por ritornar a Chiari, e moversi con le zente per Pontevicho. Scrive, monsignor di Lulrech solicila la Signoria toy li valesani, valerà uno per doi, come fe’ il clarissimo Grili eie. Et che la Signoria fazi il numero di fanti è ubligata. Scrive, il marchese di Salucia è slà ordina sia su li sguizari. 11 Gran scudier fo dito veniva di Franza, par non vegni, va di li .. . Di Cipro, di sier Sebastiun Moro luogotenente e Consieri, date a Nicosia a dì 8 Mazo. Come lui Locotenente col consier sier Zuan Andrea Badoer andò a Famagosla a veder quelle fabbriche, et narra quello hanno veduto eie. E fato una termi-nation zereha le victuarie, la qual è optima; e lui sier Piero Balbi intrò poi in opinion, e tulli si lauda; è bon confirmarla in Pregadi, acciò sia ubedila, e cusì sempre sari victuarie dentro. Scrive dii scojo è al porto di passa 230, e l’altro di Santa Catarina basato a raso d’aqua di passa 200, dove si poi piantar arte-larie e bombardar la terra. Scriveno, aver auto lettere di 28, dii Consolo nostro di Damasco, li dimanda li tributi di biave etc. Dicono non poter darli biave, et provederano dii tributo aspelando però ordine di la Signoria nostra. Scriveno la conduta di fanti è di lì in Famagosla, li conlestabeli, e lutto minutamente. De li ditti, di 16. Come hanno auto lelere, di 3, dii Consolo di Damasco. Quelle cosse è pacifiche,