101 MDXXI, LUGLIO. 102 (lidi si racornandano a questa Signoria. Et sono in Verona al presente da persone . . . milia, et si va augumeotando ogni dì; ma avanti la guerra era da persone ... e nel territorio di persone . . . milia. Quella terra civil è mollo pomposa, et è la chiave 5y de Italia, e bisogna ben che questo Slado la babbi a cara, perchè volendo venir oltramontani in Italia, quella è la chiave et la porla, nè veriano per altra via, lasandosi Verona da drio, per caxon di le vi-tuarie. Inlrò poi su la parte fu messa in un Cole-gio de qui, zercha la diferenlia di quelli di Salò con i dacieri di Verona, volendo quelli di Salò aver executlon, justa do soi privilegi, di poter passar per Lago senza pagar dacio le robe per loro uso excepto sai e legname, e tamen fu preso in suo favor, e con questo conduseno legnami e più mete-no robe di altri in loro nome, con danno di daci ili la Signoria, per la scorta di Lago di ducati. . . a l’anno e più; per il che lui Podestà e sier Francesco da Pexaro capitano ha fato una senlcntia, ben aldite prima le sue raxon, che pagino certo dacio di ogio eie., de la qual sentenlia si hanno apellato, e lui la vorà difender e saria bon deputar uno Golegio. In ultima disse, quella comunità si mandava a racomandar, pregando fosse servà li soi privilegii e maxime la consolarla; de la qual cossa fanno grandissima slima. Et poi mandali tulli.fuora, restò con li Cai di X, et disse di alcuni citadini li quali ha mal animo verso el Stado nostro; parlò etiam di condu-lieri sono de lì eie. Il Principe lo laudò brevemente, et si partite. Di Ragusi, fo letere di sier Andra Gritti procurator, lete in Colegio, che li scrive Ja-como di Zulian, di là Luio. Come era venuto uno nontio di soi oratori è in campo col Signor turco sotto Belgrado, referisse a boca che ’1 campo zà 9 zorni si era atorno Belgrado, e dentro si dice esser 4000 hongari disposti, et più di 10 mila di lochi contorni disposti a mantenersi, e hanno vitua-l'ie per anni do; e par turchi habino aulo certa rota da hungari etc. Item, scrive, per una altra relation, come in campo dii Turco sono 200 milia persone; ma non è zenle utile 20 mila combatenli ; ma per far numero ha fato venir fino li homeni de 80 anni. Et che, perchè li pedoni vechi non potevano carni-nar col campo, era sta amazati da più di 150 vedili con le similare per farli andar, di loro, e loro non potevano caminar. 58“ Da poi disnar, fo audientia di Doxe con li Con- sieri, publica, in la Sala di pasti, et li Savii detono audientia el si reduseno in Gran Consejo a consultar la materia pecuniaria, et bisogna proveder di danari, non hanno danari. Fo leto le parte de lansar la terra, che fo proposte al Pregadi. Tamen è materia fastidiosa el non se risolveno. Di Milan, fo letere dii Secretano, di 24. Come monsignor di Lulrecb non era zonlo; sana a dì 27. Aspelava le provision. Item, era mirata in Milan una bandiera di sguizari, et il zonio drio entrava 6 altre di valesani, sarano numero 3000 et verà il resto. Altre parlicularità scrive ut in litteris. Di Verona, di sier Bernardo Mar zelo podestà et sier Francesco da dia’ da Pesaro capitano, di 25. Mandano uno aviso aulo da Malatesla Bajon, come a dì 15 parlino di Tronto 400 lanze spagnole el fanti 5000 per venir in Lombardia, sicome in dite letere si conlien. E per Colegio fo mandato tal aviso a l’orator dii duca di Ferrara acciò lo scrivi al suo Signor. Disse non è da creder, perchè il suo Duella à uno homo di lì a questo clleclo di avisarlo se se moveno. In questo zorno, a san Zane Polo, a bore 21, in Capitolo fo leto publice una lelion in philosofia, vi-delicet la phisica de Aristotele, da sier Marco Nani qu. sier Zuan, l’Orbo, et vi fu molli di Pregadi, dottori et altri ad udirlo. Et compito di lezer, venuto zoso, che fo mirimi quid come ben si diportoe a mente dir il testo e per excelentla la leclione, sier Domenego Loredan qu. sier Marco, qual voi aver la leclura, lui montò in cathedra e disse jaclandosi mollo, che F barin ledo in philosofia in loco di domino Sebaslian Foscarini ledor assai di so’ ordine, e che non era lecito a uno orbo che non vedeva il testo lezer, come è cauto, di jure civili; al che fo gran mormorio tra li audienti, et esso sier Marco Nani, licet orbo fusse, se levò dicendo parlasse de lui e non di esso sier Marco, perchè F era slà frate a san Domenico et havia ancora la chierega, e ussite fuora e strapà la capa con altre parole. Adeo se perturbò tutti per questo, el il forzo deleno il torto al Loredan. Dito sier Marco Nani voi continuar per zorni... ogni zorno in dito loco a bore 21 dilla phisicha. Ozi, a bore... vene un gran temporale di vento, pioza el tempesta grossa. Fe’ gran danno ai veri di le caxe di Murali, el do monache di San Jacomo di Muran si anegoe, volendo, passa il tempo, passar a Muran, la barella rebaltò, e la terza scapolò. È da saper: le nave venule di Sona introno den- 59 tro, et parte reslò di fuora, se libarà e tornerà al viazo. Et se intese come, hessendo partito Alvise di